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La battaglia contro il ministero continua, un preside fa ricorso

La vicenda dei due dirigenti piacentini, entrambi di oltre 65 anni, a cui il ministero ha negato la seconda proroga per il prossimo anno scolastico, non finisce dopo la sentenza del giudice e uno decide il ricorso

Uno dei due presidi non ci sta e decide di ricorrere contro la decisione del giudice del Lavoro, l’altro, invece, preferisce riflettere sul da farsi. La vicenda dei due dirigenti piacentini, entrambi di oltre 65 anni, a cui il ministero ha negato la seconda proroga per il prossimo anno scolastico, non finisce dopo la sentenza del giudice Giovanni Picciau. «Riteniamo - ha affermato l’avvocato Gianmarco Lupi che assiste i presidi insieme con Alessandra Salvadè - che il provvedimento del giudice non sia correttamente motivato». Il ministero della Pubblica istruzione aveva, grazie a un decreto legge del 2010, stabilito che il personale oltre i 65 anni avesse diritto a una proroga, invece di andare in pensione. Il decreto, però, non era chiaro e lasciava libertà di azione alle Regioni (titolari delle assegnazioni scolastiche). La Lombardia ha deciso per due proroghe, l’Emilia Romagna no. I piacentini, unici in Italia, avevano presentato il ricorso al giudice contro l’esclusione. Nella sentenza del giudice, si evidenzia come la motivazione ci fosse. Il ministero, in sintesi, ha detto il giudice, gode di discrezionalità che ha espresso rigettando la richiesta di una seconda proroga. Secondo Lupi, invece, «occorre una motivazione specifica del ministero, come già sottolineato dalla Cassazione a sezioni unite in una sentenza». E così, gli avvocati si preparano a un ricorso da presentare in appello davanti al Collegio del Tribunale civile.

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