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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

5 stelle: «Anche nel capoluogo serve la tariffazione puntuale dei rifiuti»

L'intervento dei consiglieri Sergio Dagnino e Andrea Pugni: «Entro il 2020 in Emilia-Romagna ogni Comune dovrà avere una raccolta differenziata almeno del 73%. Cosa stiamo aspettando?»

«La recente notizia - scrivono in una nota i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Piacenza Sergio Dagnino e Andrea Pugni - per cui alcuni Comuni avrebbero “gonfiato” la TARI (tariffa rifiuti), riporta in auge un argomento per ora liquidato dall’attuale amministrazione con un generico “incremento del servizio porta a porta per potenziare la raccolta differenziata” ricavato dal DUP, documento unico di programmazione. Sempre un passo avanti rispetto al nulla della passata amministrazione, ma la nostra salute, il nostro portafoglio, la Regione e soprattutto il buon senso impongono ben altre scelte. Assolutamente realizzabili e senza nessuna spesa aggiuntiva.

Prendiamo ad esempio un Comune con popolazione affine al nostro, stesso gestore dei rifiuti, stessa Regione e addirittura a noi confinante, Parma. In questo Comune la raccolta differenziata in 5 anni è passata dal 50% al 76% mentre Piacenza è rimasta stabile intorno al 55% (341 kg/anno pro-capite di rifiuti indifferenziati), questo è fondamentale per capire come a Parma si producano pochi rifiuti da incenerire (130 kg/anno pro-capite) mentre molti sono i rifiuti che vanno a riciclo. Dal punto di vista ambientale un successo visto che l’inceneritore, seppur con emissioni consentite a norma di legge, produce fumi con metalli pesanti e particelle cancerogene che ricadono e si accumulano nei nostri territori, quindi occorrerebbe cercare di farlo funzionare il meno possibile.

Dal punto di vista economico le tariffe sono del tutto simili alle nostre, ad esempio una famiglia di 3 persone in un appartamento di 100 metri quadri a Piacenza paga 262 euro mentre a Parma 244 euro, da evidenziare come a livello regionale esista un fondo in cui i Comuni versano una quota della Tari e che viene redistribuito in funzione del livello di raccolta differenziata raggiunto per cui mentre a Piacenza ci hanno tolto 130mila euro a Parma hanno “guadagnato” 696mila euro. Possiamo parlare anche del vicino Comune di Podenzano, in cui la percentuale di differenziata è al 78%, produce 128kg/anno pro-capite di rifiuti indifferenziati, ha la tariffa Tari tra le più basse della Regione (nel sopracitato esempio 130 euro) e dal fondo regionale ha preso 44mila euro. La differenza fra questi comuni e il comune di Piacenza è l’introduzione del sistema di raccolta a “svuotamenti” o tariffazione puntuale, per cui paga di più chi più produce rifiuto indifferenziato. Questa pratica è perfettamente introducibile anche a Piacenza come spiega il Responsabile del Servizio Giuridico della Regione, infatti “Qualora un Comune intenda applicare la tariffazione puntuale per il servizio di gestione dei rifiuti urbani deve comunicare tale volontà all’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (ATERSIR), soggetto a cui spettano le funzioni di regolazione ed organizzazione del servizio, al fine di pianificare le attività necessarie ed i relativi costi”. E finora Piacenza non ha comunicato nulla. Ricordiamo infine che da Legge Regionale 16/2015 entro il 2020 in Emilia-Romagna ogni Comune dovrà avere una raccolta differenziata almeno del 73% e una riduzione del 20% dei rifiuti indifferenziati, obiettivi raggiungibili solamente con un sistema di raccolta puntuale. Pertanto, cosa stiamo aspettando?».

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