«A Piacenza servono risposte più robuste rispetto al resto della regione»
Il presidente della Regione Bonaccini in prefettura: «Le misure economiche previste per la zona rossa non possono fermarsi in quei pochi chilometri». Domani incontrerà il premier Conte. «Chiederemo anche una proroga fino al 2021 per Parma capitale della cultura»
«La sanità e la salute sono sempre al primo posto, vengono prima di ogni altra cosa». Ma intanto bisogna pensare anche a tamponare la situazione economica di Piacenza e provincia. Stefano Bonaccini, presidente della Regione, in prefettura a Piacenza si è confrontato dal vivo con il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri, con il prefetto Maurizio Falco e la presidente della Conferenza socio sanitaria (e sindaco di Castelsangiovanni) Lucia Fontana sull’emergenza legata al Coronavirus. In videoconferenza, inoltre, si è interfacciato con i sindaci del territorio, prima di fare una comunicazione (sempre attraverso il video, per prevenire i contagi) con i giornalisti locali. Con lui il neo sottosegretario alla presidenza Davide Baruffi.
«Voglio ringraziare le autorità locali per l’impegno – ha detto Bonaccini -, il sindaco Barbieri, il prefetto Falco, il direttore dell’Ausl Luca Baldino, sindaci, medici, infermieri, farmacisti per l’impegno che stanno mettendo nel fronteggiare la situazione. Il primo problema su cui intervenire è il contrasto all’emergenza sanitaria, contrastare l’emergenza sanitaria. Qui si sta facendo un lavoro straordinario, stiamo affrontando una sfida inedita, non sappiamo come si può propagare ancor il virus nei territori».
Bonaccini ha spiegato che si sta sentendo una decina di volte al giorno con i colleghi Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia). «Nel pomeriggio di domani saremo insieme ai sindacati e alle associazioni economiche nazionali a Palazzo Chigi per chiedere le misure economiche necessarie per i nostri territori». «Piacenza è divisa dal lodigiano e dal focolaio solo da un ponte - ha precisato il presidente - , abbiamo il 60% di casi emiliano-romagnoli qua a Piacenza, la Regione è pronta a mettere a disposizione risorse e mezzi».
Il governatore emiliano ha ribadito le misure prese fino all’8 marzo, evidenziando come in «parte si sta tornando alla vita». «Ora c’è necessità di personale nei presidi piacentini, come abbiamo fatto per il terremoto interverremo come Regione per garantirlo». «Allo Stato chiediamo una mano per tariffe e servizi». Bonaccini la pensa come il sindaco Barbieri: Piacenza va inserita tra quelle zone che necessitano di interventi corposi. «Le misure per la zona rossa non possono terminare lì in quei pochi chilometri. Servono misure per uno shock economico, interventi robusti, misure speciali come quelle per il ponte Morandi a Genova». Non solo lo Stato deve fare la sua parte. «Bisogna chiedere sicuramente all’Europa una deroga al patto di stabilità: questa è una calamità e sono coinvolte le tre regioni che, da sole, producono la metà del Pil italiano». «Per un mese la nostra Regione – ha aggiunto - ha intanto previsto l’impiego di ammortizzatori sociali in deroga. Qualsiasi datore di lavoro potrà chiedere alla Regione di garantire una buona parte degli stipendi dei lavoratori».
«SIAMO UNITI, QUA UN CONFRONTO ALLA SETTIMANA»
Dal governatore l’invito a mantenere questo profilo sul territorio piacentino ed emiliano. «Cerchiamo di non litigare tra noi – ha detto Bonaccini - qua non sta succedendo, è un buon esempio. Abbassiamo il tasso di litigiosità tra le forze politiche, dobbiamo essere uniti, anche per andare insieme in Europa a chiedere le misure necessarie». «Ho dato disponibilità – ha proseguito - di venire qui a Piacenza almeno una volta alla settimana con Baruffi o altri assessori, credo sia giusto mettersi a disposizione per i sindaci. La presenza fisica è importante, la Regione è vicina a questi territori, voglio sentire le richieste che hanno da farmi. Servono risposte robuste e superiori rispetto ad altre zone dell’Emilia-Romagna».
FIERE E TURISMO
Bonaccini intende fare qualcosa anche sul piano della comunicazione. I danni d’immagine per questi territori sono notevoli. Serviranno fondi anche per recuperare ciò che si è perso sul piano della comunicazione. «Penso soprattutto alle fiere e al turismo. Nel primo caso ricordiamoci che l’80 per cento delle fiere nazionali si svolgono in queste tre regioni. Abbiamo rinviato quelle più prossime, ma vogliamo che siano assolutamente recuperate e inserite nel circuito internazionale delle fiere. E sul turismo chiederemo al Governo di estendere l’anno di Parma Capitale della Cultura 2020 anche al 2021, per prorogare quello che inevitabilmente si sta perdendo».