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Affidi familiari, il Comune di Piacenza approva il regolamento

Approvato quasi all’unanimità il regolamento in Consiglio comunale. La maggioranza accoglie diversi emendamenti del Pd, che invita a non fare compagna elettorale su questo argomento e porta in procura alcune frasi dei parlamentari Murelli e Pisani

Piacenza ha il suo regolamento per gli affidi minorili. Lo ha votato quasi all’unanimità (unico astenuto il leghista Nelio Pavesi) il Consiglio comunale, dopo aver accolto una parte dei 57 emendamenti presentati dall’opposizione (56 dal solo Pd, uno dal Movimento 5 Stelle). Maggioranza e opposizione, dopo un lungo confronto a porte chiuse tra i capigruppo, hanno deciso di votare insieme il testo, con alcune delle correzioni chieste dal Pd. Il confronto è stato più costruttivo del previsto e le polemiche sull'inchiesta giudiziaria di Bibbiano (Reggio Emilia) non hanno ostacolato il dibattito. Il regolamento, a detta dell’assessore ai servizi sociali Federica Sgorbati, «mette nero su bianco» l’attività del Comune, laddove si presenta la necessità di intervenire, trasferendo un minore a una famiglia affidataria. Il Consiglio comunale-17regolamento, diviso in tre parti e contenente 19 articoli, vuole mettere al centro di tutto l’interesse e la tutela del bambino. I servizi sociali del Comune, nel corso del 2019, fino al 31 ottobre, si sono occupati di 109 affidi familiari, ovvero di minori dati in affidamento a famiglie che si sono dichiarate disponibili ad ospitarli. A ognuna di queste famiglie il Comune riconosce un contributo di 590 euro al mese, che può aumentare in caso di particolari disabilità. A questi si aggiungono altri 164 minori ospitati in strutture. In questi casi lo stanziamento di risorse economiche si fa più ingente: il comune capoluogo riconosce una media di cento euro al giorno alle strutture, ma in alcuni casi la cifra può lievitare anche a 200 euro. Ben 84 di questi sono “minori stranieri non accompagnati”.

L’ASSESSORE: «NON E’ UN COPIA-INCOLLA»

L’assessore ha voluto subito replicare al capogruppo del Pd Stefano Cugini, che su questo giornale aveva definito il regolamento un “copia-incolla al ribasso” delle linee guida che il Comune già seguiva in caso di affido. «Definirlo un copia e incolla – ha detto Sgorbati – è un modo per offendere il lavoro che è stato fatto dagli uffici, dai dirigenti, dagli assistenti sociali che hanno contribuito. Va benissimo Giunta Federica Sgorbati-2criticare l’Amministrazione, ma non i servizi sociali di Piacenza, che stanno facendo un lavoro egregio». «Le famiglie affidatarie – è il parere di Cugini - sono un patrimonio preziosissimo per la comunità di Piacenza. Non è vero che abbiamo mancato di rispetto agli uffici, siamo qui per migliorare il regolamento. La mancanza di rispetto la si ha quando si partecipa a convegni o iniziative che già dalla locandina emettono una sentenza sulla vicenda di Bibbiano». Cugini ha messo nel mirino le iniziative dei partiti politici del centrodestra: sia Lega che Fratelli d’Italia che Forza Italia e i Liberali hanno organizzato approfondimenti su Bibbiano. «Sembra che le assistenti sociali siano diventate il peggio del peggio, ascoltando alcuni dibattiti. Invitiamo chi non conosce il settore a non intervenire. È chiaro che la vicenda di Bibbiano abbia portato a questo regolamento, che deve essere fatto bene, non una copia delle linee guida già presenti».

 

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