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Affidi familiari, il Comune di Piacenza approva il regolamento

Approvato quasi all’unanimità il regolamento in Consiglio comunale. La maggioranza accoglie diversi emendamenti del Pd, che invita a non fare compagna elettorale su questo argomento e porta in procura alcune frasi dei parlamentari Murelli e Pisani

BUSCARINI: «DA GIUGNO UN BRUTTO CLIMA»

Particolarmente attenta alla questione è Giorgia Buscarini (Pd), che è assistente sociale. «Da quando è scoppiato il caso di Bibbiano – ha espresso in aula - è diventato difficile lavorare al servizio minori del Comune. Alcune dichiarazioni di persone presenti qua dentro hanno minato e rovinato la fiducia nei confronti dei professionisti del Comune di Piacenza. Così ci sono anche persone che potrebbero avere delle segnalazioni e non le fanno, non tutelando così i minori che avrebbero bisogno. Bisogna stare attenti ai convegni a cui si va, ai relatori che parlano. Su queste materia non si può fare campagna elettorale, si è creato un clima che non aiutano gli assistenti sociali del Comune». «Fortunatamente – ha dichiarato Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) - nessuno in quest’aula ha messo mai in discussione il sistema dei servizi sociali del nostro Comune. Fuori di qui, purtroppo, qualcuno l’ha fatto e se ne assume la responsabilità». Rabuffi è sicuro: le famiglie affidatarie lo fanno per solidarietà. «Chi lo fa è perché è solidale e ama il prossimo. Le famiglie affidatarie sono poche rispetto ai bisogni».

GIARDINO (MISTO): «LA POLITICA DOVREBBE TACERE SU BIBBIANO»

«Forse è mancata l’interlocuzione dell’assessore con le associazioni familiari – è il parere di Massimo Trespidi (Liberi) - ma stasera la politica ha fatto un buon lavoro. Questo fenomeno è destinato ad aumentare nei prossimi anni e nel bilancio bisogna tenerne conto». «La politica – gli ha fatto eco Mauro Monti (Liberi) - non può permettersi di giudicare come “fisiologico” un episodio, questo crea danni alle famiglie affidatarie o a quelle che potrebbero diventarle in futuro. Abbiamo una responsabilità civile». «È stato regolamentato ciò che veniva già fatto», ha commentato anche il pentastellato Sergio Dagnino. Dai banchi della maggioranza Michele Giardino ha stigmatizzato il comportamento di quel centrodestra che interviene spesso sul caso di Bibbiano. «Vengono fatte stucchevoli argomentazioni – ha detto il consigliere del Gruppo Misto - trovo inaccettabile che si faccia di tutta un’erba un fascio. Come si fa a elevare il caso di un paesino della provincia reggiana a livello nazionale, chiamando in causa tutti gli uffici minori degli ottomila comuni italiani? La politica dovrebbe tacere e pensare a cosa succederebbe se si applicasse lo stesso metodo ad essa».

 

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