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Alta Val Tidone, il centrodestra si spacca: Lega e Fi regionale da una parte, Fi-Fd’I e Liberali dall’altra

Tre liste in corsa nel neonato comune di Alta Val Tidone che vedono come candidati sindaco Franco Albertini, Daniele Cassi e Augusto Ridella. Papamarenghi, Foti e Coppolino: «C’era un accordo, poi qualcuno l’ha rotto»

Si rompe l’unità del centrodestra nel neonato comune di Alta Val Tidone (frutto della fusione tra Nibbiano, Pecorara e Caminata). Delle tre liste in corsa, due sono riconducibili al campo del centrodestra. Da una parte Forza Italia (a livello provinciale), Fratelli d’Italia e i Liberali Piacentini, dall’altra Forza Italia a livello regionale (e una fetta a livello comunale) e la Lega Nord. La spaccatura ha portato alla presentazione di due liste di centrodestra. Il primo schieramento candiderà Franco Albertini, l’altro a Daniele Cassi. La terza lista civica  vede come candidato sindaco Augusto Ridella.

Forza Italia a livello regionale, su indicazione di Fabio Callori, ha nominato una delegata locale - Monica Pietrasanta - che ha virato verso la seconda opzione. Contesta questa decisione la segreteria provinciale. «Franco Albertini – spiega il segretario provinciale di Forza Italia Jonathan Papamarenghi - è il candidato sindaco che sosteniamo. Fi parte dal territorio, certi giochi in un territorio come l’Alta Val Tidone non ci piacciono, deve partire tutto dai soggetti che abbiamo sul territorio. La scelta che qualcuno ha fatto correndo in avanti, senza confrontarsi, mi ricorda l’esperienza del comune di Piacenza dello scorso anno (quando Massimo Trespidi si candidò contro Patrizia Barbieri, ndr). Senza i referenti locali non si va da nessuna parte. Pur avendo amici altrove, il supporto non può che essere per Albertini, per i suoi anni di Amministrazione. Lo dico anche da collega sindaco, la differenza vera la fanno le persone e con lui c’è stato un buon rapporto istituzionale». Papamarenghi non ha mai avuto dubbi. «La ferma e convinta linea è quella di sostenere lui e la sua squadra. Abbiamo nella lista le varie realtà territoriali di questa fusione di tre comuni e le varie anime di Forza Italia. Questo mese la gente capirà, non si possono fare giochini e giochetti da centinaia di chilometri di distanza». Il riferimento è per Elio Massimo Palmizio, coordinatore regionale di Forza Italia, da tempo in contrasto con le decisioni dei vertici provinciali del suo stesso partito.

«Quanto detto da Papamarenghi – ha detto Tommaso Foti, parlamentare e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia - è inoppugnabile. Gianluca Vinci, segretario della Lega Emilia, non mi ha mai parlato di quel comune al voto. Abbiamo parlato negli ultimi tempi della Regione e delle mie dimissioni in aula (la Lega infatti ha appoggiato insieme a Forza Italia il mio sostituto Giancarlo Tagliaferri come questore dell’Assemblea legislativa a Bologna). E abbiamo parlato della presentazione dei simboli a Castelvetro, Salsomaggiore, e di comuni al voto a Modena e Reggio Emilia. Palmizio con me ha parlato una volta sola due settimane fa dicendo che era stato in Alta Val Tidone, sottolineando che aveva designato una nuova delegata di Forza Italia di quel comune. Nient’altro». Foti prende la distanze dalle ricostruzioni che il quotidiano locale Libertà gli avrebbe cucito addosso. «Come Fd’I non avevo candidati da esprimere in lista, non si può affermare che Albertini sia un “mio uomo” sul territorio: è rimasto sempre nel Pdl, fino alla fine di quel partito, e poi non si è più ricollocato. L’amicizia personale è una cosa ma i dati politici sono altri. Inoltre dopo essere stato rieletto a Roma come deputato i referenti storici di Forza Italia e Pdl mi hanno inondato di messaggi che dicevano che il candidato giusto era Albertini, senza simboli di partito. Questa è la verità dei fatti. Eravamo d’accordo che se non c’era un accordo di condivisione su Albertini, se la sarebbero vista loro tra liste civiche. Se dobbiamo fare la campagna elettorale a colpi di spranga – avverte Foti - tiro fuori tutti i messaggi che ho ricevuto da esponenti regionali e locali sulla vicenda».

L’accordo iniziale del centrodestra prevedeva la candidatura a sindaco di Albertini, la presenza di due assessori di Forza Italia e il vicesindaco alla Lega. «A me stava bene – spiega Foti, che ha una seconda casa a Caminata -, non ci ho messo becco perché non avevo miei candidati. Forse qualcuno della zona ha un’azienda che lavora con i comuni e pensa di far girare il mondo come vuole, ma non devono rompere le scatole a me che sono stato fuori da tutto. Se avessi la residenza nel nuovo comune non vi è alcun dubbio: voterei per Albertini». «I Liberali Piacentini – ha detto Antonino Coppolino - non sono un partito ma partecipano alla vita politica del centrodestra. Noi non abbiamo partecipato alle trattative, ma quando ci è stato chiesto un orientamento – come è già avvenuto per Piacenza l’anno scorso – lo esprimiamo. Con Albertini abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e ha lavorato degnamente, non ci dovrebbero essere problemi per una riconferma. Per questo gli daremo un appoggio. Abbiamo inoltre un nostro candidato di Nibbiano, un rappresentante storico dei Liberali: Giovanni Dotti».

Non è la prima volta che Lega e Forza Italia a livello regionale disconoscono gli accordi presi a livello locale. «Seguo il buonsenso – commenta ancora Papamarenghi -. Io sono il segretario provinciale di Forza Italia e la lineo la porto avanti io. Nel partito sono in tanti allibiti da questo comportamento, di quanto è avvenuto ad Alta Val Tidone ne sono al corrente i nostri referenti territoriali, i parlamentari».

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