rotate-mobile
Politica

Approvata in assemblea a Bologna la nuova legge regionale sui rifiuti

Vede la luce la legge frutto di un percorso condiviso tra cittadini, associazioni e Comuni partito quattro anni fa: la soddisfazione delle associazioni ambientaliste

Una nuova visione nella gestione dei rifiuti per promuovere il riciclaggio e la prevenzionee per consegnare alle generazioni future un territorio più pulito, sano e stabile dal punto di vista economico. Uno strumento operativo per arrivare entro cinque anni, come stabilito, anche tramite tariffazione puntuale e incentivi ai Comuni virtuosi, agli obiettivi prefissati di una raccolta differenziata al 73%, alla riduzione del 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, al riciclaggio al 70%, al contenimento delle discaricheautosufficienza regionale.

Entra nel vivo la nuova gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna, con l’approvazione di una Legge con cui si segna un'ulteriore importante tappa del percorso svolto in questi ultimi anni, che ha portato come risultato finale a unprogetto coerente con gli obiettivi comunitari.

La Regione Emilia-Romagna vuole transitare da un modello economico lineare basato sullo sfruttamento delle risorse naturali, senza alcuna prospettiva legata al riuso o a ripristino delle stesse, a una “economia circolare” in cui non vi siano prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Economia circolare significa inoltre bloccare le risorse sul territorio a favore dell’occupazione, dello sviluppo economico e della sostenibilità locale. E per far ciò individua strumenti quali la tariffazione puntuale, attraverso cui si paga per quanto si conferisce, e mette in campo incentivi rivolti ai Comuni che inviano meno rifiuti allo smaltimento e premialità per le imprese. Il passaggio ad un’economia circolare è al centro dell’agenda per l’efficienza delle risorse stabilita nell’ambito della “strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.


Gli strumenti: tariffazione puntuale 
Un importante strumento per raggiungere gli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti e di riciclaggio è la tariffazione puntuale, ovvero sistemi attraverso i quali si paga per quanto si conferisce. Tariffa puntuale significa equità contributiva, in quanto si pagherà in relazione all’effettivo servizio erogato e non in base ai metri quadri o al numero dei componenti della famiglia, e responsabilizzazione dei cittadini attraverso l’applicazione del principio «chi inquina paga». La legge rinvia a specifiche linee guida che dovranno essere adottate da parte dell'Agenzia territoriale dell'Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) , al fine dell'applicazione della tariffazione puntuale nel territorio regionale, con priorità per le utenze non domestiche.

Premi all'efficienza e disincentivi all'uso delle discariche
La legge prevede la costituzione presso l'Atersir di un fondo a sostegno delle gestioni meritorie, relativamente agli utenti dei comuni che abbiano raggiunto una determinata quantità pro capite di produzione di rifiuto urbano non inviato a riciclaggio, e a sostegno della trasformazione del servizio con modelli innovativi di raccolta tesi a incrementare i rifiuti da destinare a riciclaggio nonché per la realizzazione dei centri comunali per il riuso. Uno dei criteri di efficienza, in base al quale valutare i vari sistemi di gestione sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio. Di fatto sono virtuosi il cittadino e il Comune che invia complessivamente meno rifiuti a smaltimento. Questo parametro viene assunto come riferimento per la ripartizione del fondo incentivante previsto nel progetto di legge. La Legge, inoltre, disincentiva l’uso della discarica e l’incenerimento senza recupero di energia. Sono quindi rivisti inaumento gli importi dell’ecotassa per lo smaltimento. La revisione sarà graduale, con un primo step al 2017 e uno successivo al 2020.

IL COMMENTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

Oggi è stata approvate la legge "Disposizioni a sostegno dell'economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata". Una legge di iniziativa popolare, lanciata da associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, WWF ed Ecoistituto di Faenza, comitati, gruppi, amministratori locali e cittadini e fatta propria da sessanta comuni e una provincia, per essere poi recepita dall’attuale Giunta regionale ed infine dall'Assemblea regionale.

Le associazioni esprimono grande soddisfazione per vedere finalmente raggiunto l'obiettivo dopo un percorso lungo, cominciato quattro anni addietro, che ha anche visto limature e mediazioni sul testo originale, ma che pone le basi per un nuovo modello di gestione dei rifiuti, basato sull'economia circolare e su un meccanismo economico che premia i comuni virtuosi ed aiuta gli altri ad organizzare sistemi di riutilizzo e di raccolta adeguati, con l’obiettivo di arrivare alla tariffazione puntuale su tutti i comuni della regione entro il 2020.

In particolare questa Legge introduce:

un nuovo criterio di efficienza della gestione dei rifiuti basato sulla riduzione degli sprechi ed in particolare sulla riduzione dei rifiuti non riciclati, che sostituisce il criterio di percentuale di raccolta differenziata spesso taroccato;

obiettivi al 2020: 20-25% di riduzione, 73% di RD 70% di riciclaggio, max 150 Kg procapite non riciclati;

un meccanismo economico automatico e progressivo di premiazione dei comuni che minimizzano sotto il 70% della media regionali i rifiuti non inviati a riciclaggio con meccanismo di reperimento certo dei fondi ed una dotazione minima di 5 milioni l’anno;

la tariffa puntuale obbligatoria per cui la parte variabile del rifiuto è commisurata ai rifiuti prodotti, in particolare a quelli non riciclabili, responsabilizzando il singolo utente;

la costruzione nei comuni dei centri del riuso abbinati ai centri di raccolta;

obbligo della selezione degli ingombranti ai fini della preparazione per il riuso e del riciclaggio;

introduzione del compostaggio di comunità;

previsione dei centri di ricerca sul rifiuto residuo per eliminare gli errori di progettazione che non permettono a prodotti scartati di essere riciclati;

la ricerca sul rifiuto residuo finalizzata a modificare la progettazione di beni, materiali di consumo attualmente ancora non riciclabili;

una maggiore trasparenza nell’informazione sulla gestione;

finanziamenti alla trasformazione del servizio per porta a porta, tariffa puntuale, i centri del riuso, le azioni di riduzione dei rifiuti, l’impiantistica del riciclaggio,

coinvolgimento delle associazioni ambientaliste nella definizione dei regolamenti e della distribuzione dei fondi.

"Siamo fieri di aver raggiunto l’obiettivo – dichiarano il Comitato promotore e le associazioni - Da domani comincia il lavoro vero per tradurre la legge nei piani e nelle pratiche, sconfiggendo le resistenze di chi in questi anni si è opposto alla legge per continuare a riempire discariche ed inceneritori. Tutti noi vigileremo sul percorso attuativo della legge, affinché gli obiettivi non restino solo sulla carta ma che pongano realmente l’Emilia Romagna come modello da seguire a livello nazionale. Dedichiamo questa legge a Laura Conti, madre dell’ecologismo italiano, scomparsa da oltre 20 anni, e che già negli anni ’60 indicava come la salvaguardia del pianeta passava attraverso la trasformazione da una economia lineare che rapina le risorse e crea rifiuti, ad una economia circolare in cui lo scarto di un processo diventa materia prima per quello successivo come avviene in natura".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Approvata in assemblea a Bologna la nuova legge regionale sui rifiuti

IlPiacenza è in caricamento