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Atesir: «Rifiuti, noi diminuiamo le tariffe ma la Regione le aumenta, Meccanismo perverso»

“Ormai il luogo di discussione sul tema dello smaltimento dei rifiuti urbani non è più la Provincia ma la Regione”. Questo è emerso durante il consiglio locale di Atersir - Agenzia territoriale dell'Emilia Romagna per i servizi idrici e i rifiuti -, organismo composto dai 48 sindaci del territorio

“Ormai il luogo di discussione sul tema dello smaltimento dei rifiuti urbani non è più la Provincia ma la Regione”. Questo è emerso durante il consiglio locale di Atersir - Agenzia territoriale dell'Emilia Romagna per i servizi idrici e i rifiuti - organismo composto dai 48 sindaci del territorio riunitosi nella sala consiliare della Provincia di Piacenza in via Garibaldi. All’ordine del giorno vi era l’approvazione del piano tariffario dello smaltimento dei rifiuti urbani della regione.

Nei mesi scorsi Atersir a livello locale si era impegnata a diminuire il costo della smaltimento. La cifra era diminuita di 2 euro rispetto all’anno scorso: dai 122, 25 euro di costi per ogni tonnellata di rifiuti si era passati a 120, 25 euro. Questo perché il consiglio locale aveva previsto di abbassare da 10 a 8 euro la cifra di oneri di indennità ambientale (questi ultimi riguardavano soprattutto il comune di Piacenza). Ma la delibera della giunta regionale 135/2013 - sulle disposizioni relative alla determinazione del corrispettivo per lo smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati – ha invece cambiato le carte in tavola, provocando ulteriori incrementi sull’attuale tariffa di smaltimento degli impianti dell’Emilia-Romagna, soprattutto per quanto riguarda i termovalorizzatori. Nel caso di Piacenza la tariffa passerebbe infatti da 122,25 euro a tonnellata, a 135 euro. E negli anni successivi la cifra potrebbe salire ancora. Tali incrementi sarebbero inevitabilmente trasferiti sulle tariffe praticate all'utenza dai gestori dei servizi di raccolta nei vari comuni del territorio piacentino. Nelle scorse settimane il presidente della provincia Massimo Trespidi - in accordo con i sindaci - aveva spedito una lettera di chiarimento a Bologna, senza però ricevere alcuna risposta sulla questione. 

Forti critiche verso l’atteggiamento della Regione sono pervenute durante il consiglio locale di Atersir di oggi da parte di Alessandro Ghisoni (Podenzano). “È un meccanismo perverso quello in cui ci troviamo, noi diminuiamo e poi la regione aumenta i costi: se poi dobbiamo dare solo pareri consultivi in merito, cosa veniamo a fare qua noi sindaci?” – ha detto -. Per Giovanni Piazza (Ottone) “manca un governo del territorio, siamo chiamati a votare decisioni prese da altri”, mentre Carlo Capelli sindaco di Castelsangiovanni segnala che “mentre vengono incrementate le tariffe sui cittadini e sul pubblico, i privati a Piacenza bruciano tutti i rifiuti speciali che vogliono e ciò è assurdo”, mentre Patrizia Calza (vicesindaco di Gragnano) vede “gli enti locali umiliati da questo modo di comportarsi della Regione”.  “Bisognerà d’ora in avanti valutare e ridiscutere i termini ogni anno – ha osservato invece il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, che è inoltre rappresentante provinciale Artersir a livello regionale -. Non potremo mai sapere in anticipo le spese da effettuare per temi come questo. C’è precarietà e incertezza nel poter prevedere le tariffe e gli importi futuri”. 

Per arrivare a un compromesso, Trespidi ha proposto agli amministratori di dare un mandato al sindaco Dosi. “Visto che la lettera spedita in Regione non ha avuto risposta – ha detto -, Dosi nella prossima riunione regionale di Atersir informerà del voto favorevole di oggi solo se vincolato alla cifra stabilita da noi (120, 25 euro). Se la cifrà sarà oggetto di modifiche aggiuntive da parte della regione, voterà contro”. Al momento del voto, tutti i sindaci si sono dichiarati favorevoli all’approvazione del piano tariffario seppur criticando aspramente la delibera regionale. Tutti ad eccezione di Giovanni Piazza (Ottone), astenutosi “per lanciare un messaggio di protesta e dare un segnale”. 

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