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Autonomia regionale: Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto chiedono al Governo di accelerare

I tre governatori scrivono a Palazzo Chigi: «Positivo il lavoro svolto. Chiudere il confronto e subito dopo i conseguenti Disegni di legge sui quali si pronuncerà il Parlamento». Il regionalismo differenziato «una opportunità importantissima non solo per i nostri territori e le nostre comunità, ma per l’intero Paese, a beneficio di cittadini e imprese»

«Tempi rapidi e certi», che portino il Consiglio dei ministri a chiudere il negoziato aperto con il Governo per l’ottenimento di una maggiore autonomia regionale, per arrivare poi «alla redazione dei conseguenti disegni di legge sui quali sarà chiamato a esprimersi il Parlamento». È la richiesta che i presidenti di Regione Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna), Attilio Fontana (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto) rivolgono al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una lettera congiunta inviata questa mattina a Palazzo Chigi dai tre governatori. Detto del “giudizio positivo” espresso sul lavoro svolto sinora, si dicono certi del fatto che «siano mature le condizioni perché si possa addivenire finalmente alla sottoscrizione delle corrispettive intese».

Un’occasione, quella del regionalismo differenziato, da non perdere. Nella missiva, i presidenti sottolineano come «il percorso intrapreso dalle nostre Regioni per l’acquisizione di "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia", ai sensi dell’articolo 116, comma III, della Costituzione, rappresenta un'opportunità importantissima non solo per i nostri territori e le nostre comunità, ma per l'intero Paese». Ritengono, infatti «che, per questa via, si possa compiere un passo estremamente importante nel processo di riforma istituzionale e amministrativa della Repubblica, in grado di riordinare e semplificare il funzionamento delle istituzioni, di ammodernare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, di ridurre i tempi di risposta alle esigenze delle imprese, di contenere gli oneri di funzionamento macchina pubblica».

«Ciascuna delle nostre Regioni, nei limiti fissati dalla Costituzione - proseguono Bonaccini, Fontana e Zaia - ha ricercato quelle peculiari forme di autonomia ritenute le più e confacenti ai bisogni e alle caratteristiche specifiche del proprio territorio, del proprio tessuto sociale, degli obiettivi condivisi dalle rispettive comunità».

L’articolo 116 della Costituzione, al terzo comma prevede l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori «forme e condizioni particolari di autonomia» attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata. Nell’ottobre 2017, la Regione Emilia-Romagna, dopo aver definito il proprio progetto di maggiore autonomia insieme a tutte le parti sociali riunite nel Patto per il Lavoro e averlo sottoposto all’Assemblea legislativa regionale, che votò il mandato al presidente Bonaccini, fu la prima Regione a firmare con l’Esecutivo nazionale la Dichiarazione d’intenti per l’avvio del confronto, cui seguì dopo poche settimane l’avvio del Tavolo paritetico col Governo insieme anche a Lombardia e Veneto. Percorso che prima, lo scorso 28 febbraio, ha portato le tre regioni a siglare uno storico accordo preliminare con il Governo precedente, poi ad avviare il negoziato con l’attuale.

«A seguito delle Intese preliminari sottoscritte con il precedente Esecutivo - proseguono infatti i tre governatori nella lettera al presidente Conte - in questa Legislatura si è aperto un positivo negoziato con il Suo Governo, attraverso il positivo lavoro del Dipartimento per gli affari regionali che, in coerenza con il Programma di governo da Lei presentato alle Camere, ha attivato le opportune sedi di confronto e approfondimento tecnico-politico anche con i diversi Ministeri interessati. Esprimiamo un giudizio positivo su questo lavoro e riteniamo siano mature le condizioni perché si possa addivenire finalmente alla sottoscrizione delle corrispettive intese».

«Ci rivolgiamo oggi direttamente a lei - chiudono quindi Bonaccini, Fontana e Zaia - affinché, come previsto, questa ulteriore fase possa essere conclusa dal Consiglio dei Ministri in tempi rapidi e certi, per portare poi alla redazione dei conseguenti disegni di legge sui quali sarà chiamato ad esprimersi il Parlamento».

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