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«Bimbi dimenticati in auto, non più rinviabile l’obbligo dei dispositivi anti abbandono»

Il disegno legge presentato dalla deputata della Lega Murelli alla Commissione Trasporti. Lunedì prossimo il voto al Senato. Previste sanzioni per chi non li utilizza, formazione sull’amnesia dissociativa e campagna di comunicazione sulla Rai

Ha definito «improcrastinabile» l’obbligo di dotare le auto dei dispositivi contro l’abbandono dei bimbi in auto. Dimenticanze che possono costare care al bimbo e agli stessi genitori. Sono dispositivi integrati nei seggiolini che fanno scattare un allarme sonoro, sono connessi wireless al cruscotto e sono collegati agli smartphone dei genitori.
E lo ha fatto presentando, oggi 31 luglio, in Commissione Trasporti alla Camera, il Disegno di legge, composto di tre articoli, di cui è prima firmataria. Elena Murelli, deputata della Lega, ha illustrato il provvedimento che giovedì sarà votato in commissione Trasporti alla Camera in sede legislativa, con via preferenziale senza andare in Aula, ma direttamente al Senato.
Il Pdl “Misure volte a prevenire l'abbandono accidentale dei bambini nell'abitacolo dei veicoli”, che non prevede obblighi finanziari, comprende alcuni punti fermi, che innovano e completano le sette proposte di legge esistenti: modifica dell’articolo 172 del Codice della strada, sanzioni per chi non utilizza i dispositivi sonori antiabbandono, informazione e formazione sull’amnesia dissociativa (il meccanismo psicologico che porta a dimenticarsi il bambino a bordo) a chi si occupa di bimbi fra 0 e 6 anni e campagne di comunicazione sociale sulla tv pubblica.
Murelli ha spiegato l’amnesia dissociativa, che si fonda sulla sindrome del Forgotten baby sindrome (bimbo dimenticato). «Essa nasce - ha detto Murelli - dall’impatto che, i ritmi incalzanti e gli stili di vita stressanti che caratterizzano la nostra moderna società, possono avere sui genitori ed in particolare sul loro funzionamento mnemonico, tanto da renderli a volte incapaci di mantenere il passo con le loro vite occupate». Conclusioni che provengono da una tesi di laurea, sull’amnesia dissociativa, di una studentessa di Psicologia di Torino, discussa due settimane fa.

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