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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Pdl, confronto tra candidati. «Primarie serviranno al centrodestra»

Alla cirocsoscrizione tre il confronto fra i tre candidati Pdl alle elezioni primarie: Andrea Paparo, Carlo Mazzoni e Daniela Ghinelli. Il parlamentare piacentino Tommaso Foti ha introdotto l'incontro

L'onorevole Tommaso Foti ha preso la parola prima del confronto fra i tre candidati alle primarie del Pdl che si terranno domenica 25 marzo. Dopo la presentazione di Marcello Pollastri, Foti, attaccando l'amministrazione Reggi, ha illustrato alcuni punti sui quali il futuro sindaco dovrà confrontarsi. Poi ha sottolineato lo spessore umano e politico di ogni singolo candidato: Andrea Paparo, Carlo Mazzoni e Daniela Ghinelli.

Marcello Pollastri ha subito chiesto ai candidati come hanno vissuto queste settimane di campagna elettorale. «Sono state settimane intense queste di campagna elettorale - ha detto Paparo - Essere investito di questo ruolo dà occasione di approfondire importanti aspetti. Sono state settimane entusiasmanti. Di gente che vuole dare l'alternativa. Lo strumento delle primarie farà bene a tutto il centrodestra».

«Ho percepito una campagna partita sonnecchiosa - dice Mazzoni - i nostri elettori storici non percepivano ancora le primarie. Chiunque vinca tra noi, poi correremo tutti insieme per strappare il Comune al centrosinistra. Aver girato per la città, aver incontrato i piacentini è un ottimo dato di partenza. E' stato lo strumento che ci ha permesso di ritornare in mezzo alla città. Sembrava che ci fosse solo il Pd fino a qualche settimana fa. Preferisco perdere perché vince un amico piuttosto che pagare 5 euro i voti. Siamo una squadra e porteremo risultati positivi».

«Ho cercato di mostrare la massima trasparenza senza nessun conflitto di interessi – ha detto Daniela Ghinelli - Il 25 marzo sarà un girono molto importante per i piacentini. E’ aperto a tutti, senza distinzione. Non bisogna avere nessuna tessera».

Il confronto fra i tre candidati del centrodestra è stato molto equilibrato e corretto. Ognuno ha semplicemente portato la sua ricetta per una Piacenza migliore nel caso venisse eletto sindaco della città. Si sono affrontati alcuni tra i temi più importanti: la mobilità, i trasporti, la sicurezza e la cultura.

Daniela Ghinelli parlando di sicurezza ha analizzato il fenomeno dell’immigrazione «che a Piacenza – ha detto - sta assumendo caratteristiche preoccupanti. Con il 20 per cento stimato, Piacenza è diventata la prima provincia per immigrati in Emilia Romagna. L’immigrazione deve andare di pari passo con le opportunità di lavoro che si possono offrire. Oggi il 33 per cento degli immigrati sono disoccupati e questo produce come logica conseguenza una serie di persone senza mezzi e senza prospettive. Non sono contro una politica di accoglienza, ma come è vero che tutti hanno dei diritti è importante ricordarsi anche dei doveri. Qualcuno dice che la città è vivibile, ma io non sono d’accordo. Nessuno si sente più sicuro. Tutto questo porta degrado sociale ed economico. Quindi punteremo a un’azione di controllo del territorio. Nei fatti non a parole. Recentemente, ad esempio, è stato detto che con l’aumento dei vigili si sarebbero viste più pattuglie sul territorio. Non mi sembra che questo sia stato fatto. Bisogna promuovere l’iniziativa del vigile di quartiere, in grado di intervenire nell’immediatezza coinvolgendo le altre forze dell’ordine».

Carlo Mazzoni ha approfondito la tematica della mobilità e dei trasporti. E si è soffermato sul problema dei pendolari. «Questa amministrazione - ha detto Mazzoni - ha tolto loro la sede, gli ha messo il divieto di posteggiare le biciclette. Prima ha fatto le piste ciclabili, poi ha portato azioni per obbligarli a usare le auto. La classica politica schizofrenica del centrosinistra. Cosa fare per i pendolari? Sostenere, anche con la Provincia, in maniera forte, la possibilità di utilizzare la metro leggera da Piacenza a Milano. Verso Bologna e l’Emilia Romagna, bisognerà invece fare arrivare a Piacenza le ferrovie emiliano romagnole che ora si fermano a Parma. Ma serve anche fare la lotta ai disservizi. I servizi e le soluzioni devono arrivare dall’assessore regionale. I piacentini hanno bisogno di un sevizio reale. Qui si tratta di un problema di rispetto per persone che lavorano lontano dalla città. La loro giornata lavorativa dura di più proprio in base all’efficienza o meno dei trasporti».

Andrea Paparo si è soffermato, oltre che sul lavoro, anche sulle tecnologie e sulla cultura. «Le tecnologie sono un’opportunità per la città – ha detto l’assessore provinciale -  Io immagino una Piacenza più digitale. Significa che, ad esempio, nel rapporto con la pubblica amministrazione, il cittadino possa arrivare ad avere una serie di servizi in rete, in modo da poter fare quelle cose che prima si potevano fare soltanto andando in Comune, facendole comodamente dal computer di casa o dell’ufficio. Questo vale anche per i pagamenti on line, ad esempio. Ciò è possibile puntando sulle infrastrutture e sulla connettività grazie ai cablaggi già esistenti. La sicurezza: Non potremo mai avere un vigile per ogni strada, ma potremo avere presidi tecnologici e centrali operative che tengano monitorata la città. Con la provincia abbiano iniziato, ad esempio un servizio di monitoraggio e di teleassistenza delle persone più lontane. E’ importante sperimentare. E ancora, adibire spazi pubblici per sperimentare il telelavoro, oppure la didattica digitale nelle scuole cittadine».

Parlando invece di cultura, Paparo ha accennato alla situazione attuale: «Quando i bilanci lo permettevano - ha detto - non ci siamo fatti mancare nulla. Ma le risorse non sono state usate al meglio. Ma come possiamo fare oggi che le risorse sono poche? Facendo scelte magari impopolari. Poche iniziative, ma qualificanti. Basta con l’idea del contributo a pioggerella. Le  condizioni per dare il contentino a tutti non credo che ci saranno più. Noi punteremo su criteri oggettivi di qualità. Anche per le politiche culturali giovanili. Il Festival del diritto? Non ha spiccato rispetto alle aspettative. Qualcosa di buono ha portato ma non ha spiccato. Non può essere l’unico fine settimana dell’anno dove Piacenza sembra contare qualcosa nel panorama generale».

Successivamente si è parlato ancora di ambiente e di commercio. Ma alla fine il moderatore ha chiesto ai candidati quale sarà la loro prima azione concreta dopo l’eventuale elezione a sindaco.

«Parlare con la gente, ascoltare – ha detto Carlo Mazzoni - Sindaco e giunta dovranno istituire la giornata dedicata all’ascolto della gente ogni due settimane. Nel primo mese ridurrò la Ztl con chiusura alle 17,30. La gente va portata vicino al centro. Certo Reggi l’ha reso più bello il centro di Piacenza, ma è un sepolcro imbiancato».

Daniela Ghinellipunterà subito sul «Recupero progressivo della sicurezza: nei giardini, nei campi gioco, in centro come in periferia. Entro un mese vorrei una citta più pulita. Entro un anno la vorrei più viva».

Perentorio Paparo: «Se verrò eletto, per prima cosa mi dimetterò da assessore provinciale. Poi darò immediatamente mandato di introdurre nel nuovo bilancio il quoziente famigliare: ovvero quel sistema di concezione del bilancio che prevede il pagamento di tariffe e servizi modulato sui membri del nucleo famigliare. Lo dico in maniera laica: la famiglia è fondamentale. Poi setaccerò tutti i capitoli di spesa del bilancio comunale, per ricontrattare beni e servizi. Voglio che la mia sia ricordata come “l’amministrazione taccagna”. Prima di chiedere i sacrifici ai piacentini, per ogni spesa voglio sapere se si possa spendere meno e meglio. Tutto dovrà essere trasparente e lo metterò on line. E poi, vorrei una città più fracassona, con tanti tavolini in centro la sera».

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