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Da Piacenza un modello economico per le aree più colpite

Ordine del giorno di Murelli (Lega) viene accolto alla Camera dalla maggioranza che lo estende a tutte le zone martoriate dal virus. Fisco ridotto, meno burocrazia, mercato del lavoro più competitivo, credito a fondo perduto per aiutare le imprese nella ripartenza

Un ordine del giorno partito solo per Piacenza, per sostenere famiglie e imprese durante l’emergenza sanitaria, è stato approvato il 23 aprile anche dalla maggioranza che lo ha esteso a tutte le aree più colpite dall’epidemia di Covid-19. Ora, si aspetta il voto del decreto. L’ordine del giorno si inserisce nel Titolo IV del decreto “Misure fiscali a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese”.

L’ordine del giorno è stato presentato dalla deputata della Lega, Elena Murelli, la quale chiedeva un impegno del Governo per «la ripresa del settore produttivo della provincia di Piacenza gravemente danneggiato dall’emergenza Covid-19 attraverso misure di natura fiscale, di semplificazione burocratica e di accesso al credito a fondo perduto, di modelli di lavoro più competitivo, modulate sulle diverse esigenze imprenditoriali e dei singoli comparti produttivi, al fine di contrastare la crisi economica che ha colpito queste aree, e soprattutto quel tessuto di piccole e medie industrie che ha fatto dell’Italia la seconda potenza manifatturiera d’Europa».

Murelli si è detta «soddisfatta dell’impegno del Governo. Sono partita dalla situazione piacentina, e dell’intera Emilia Romagna in generale, e alla Camera ho riportato l’allarme di Confapindustria sul rischio collasso delle imprese. I punti fondamentali per la ripartenza devono prevedere un modello che comprenda sicurezza, salute e un effettivo rilancio economico. Le imprese vanno favorite, gli adempimenti semplificati, il peso fiscale ridotto, la liquidità aumentata. Mi auguro che queste proposte, ben accolte anche dalla maggioranza, diventino operative al più presto e non si assista più ad annunci di soldi a pioggia che poi non arrivano o che le imprese siano costrette a districarsi nel caos burocratico che caratterizza questo Paese».

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