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«Da Tarquini nessun danno d’immagine al Movimento»

I consiglieri comunali grillini Mirta Quagliaroli e Andrea Gabbiani difendono la collega Barbara Tarquini dalle critiche del primo dei non eletti Davoli: «Alcuni personaggi stanno inquinando il clima pre-elettorale»

Il gruppo consiliare dei 5 stelle fa quadrato intorno a Barbara Tarquini. Dopo le critiche di Massimiliano Davoli, primo dei non eletti del Movimento nel 2012, i consiglieri uscenti difendono l’operato di Tarquini in questi cinque anni a Palazzo Mercanti. «Le affermazioni – spiegano in una nota i consiglieri grillini Mirta Quagliaroli e Andrea Gabbiani - contenute in una lettera pubblicata, da alcuni quotidiani piacentini, scritta da un sedicente attivista del M5S ci costringe, nostro malgrado, ad intervenire nelle recenti polemiche di cui siamo stati oggetto che, forse, sortiscono l'effetto di screditare il nostro operato e di amareggiare noi consiglieri uscenti, ma soprattutto danneggeranno l'immagine del m5s, quindi cui prodest? Tutti i giornali cartacei e online di Piacenza hanno riportato la foto della consigliera Tarquini in consiglio comunale con il piccolo Bruno di soli 4 mesi. Era il mese di settembre 2015 quando la consigliera Tarquini è tornata in consiglio, per poi continuare a presenziarvi nelle tempistiche a lei possibili. Pubblicare una lettera di un fantomatico iscritto al M5S che asserisce l'assenza della consigliera per 2 anni è quantomeno poco professionale.

Nel periodo di assenza della consigliera Tarquini, il gruppo consiliare ha deciso di non assecondare la richiesta (peraltro di pochissime persone) di procedere con le dimissioni della neo mamma per diversi motivi e cogliamo l'occasione per spiegarli nuovamente a chi ancora non li ha compresi.

Un consigliere comunale percepisce un gettone di presenza se, appunto, fa presenza, quindi durante l'assenza il consigliere non rappresenta un costo per la comunità. Ma fare il consigliere comunale non significa sedersi in consiglio facendo presenza, non solo quello almeno, e chi fa il consigliere comunale o ha seguito i lavori del consiglio attraverso lo streaming lo sa bene. Fare il consigliere significa portare avanti il programma presentato alle elezioni, leggere le pratiche che andranno in votazione in consiglio o che saranno trattate in commissione. Significa scrivere e correggere i comunicati stampa, significa confrontarsi con i colleghi, significa preparare i propri interventi o controllare/integrare quelli dei colleghi, significa informarsi su ciò che è stato deciso nelle attuali o precedenti amministrazioni attraverso l'accesso agli atti e la loro lettura, significa inoltre ascoltare tutti i cittadini che ti contattano per eventuali segnalazioni. Tutto ciò è stato fatto dalla consigliera Tarquini anche durante la sua assenza senza percepire alcun gettone di presenza, ma continuando a sostenere, dietro le quinte, il proprio gruppo consiliare con il quale fino ad allora aveva lavorato con grande sintonia e nel rispetto dei propri elettori.

Chiedere le dimissioni al consigliere Barbara Tarquini ci sembrava contrario allo spirito che anima noi e il M5S: non dare pari opportunità a qualsiasi cittadino, anche una neomamma, in ogni ambito della vita pubblica e lavorativa avrebbe rappresentato un terribile ed imperdonabile passo indietro, per lei e per tutte le donne, e avrebbero significato perdere l'importante contributo di chi aveva lavorato bene e acquisito una preziosa esperienza politica e amministrativa. Vessazioni, ordinarie ingiustizie, discriminazioni subdole e banali ma non per questo meno tremende. Ecco cosa succede alle donne da poco diventate madri, incredibilmente considerate “meno produttive” degli uomini e troppo spesso escluse dal mondo del lavoro. Come è possibile nel 2017 affermare che la maternità di una consigliera, che ha portato a 4 mesi il figlio con sè nelle aule del consiglio comunale, abbia procurato un danno d'immagine al movimento a cui appartiene?  Pensiamo invece che vero danno lo stiano creando tutti questi personaggi che, loro si, per tornaconto personale, stanno inquinando il clima preelettorale. A chi giova tutto ciò? Non al M5S».

LA REPLICA DI MASSIMILIANO DAVOLI

"Come temevo, i membri del gruppo consiliare m5s uscente hanno strumentalizzato e travisato il contenuto della mia lettera che non vuole essere un attacco personale a Barbara Tarquini. In ogni caso, non accetto le accuse di "maschilismo" (o simili). Che senso ha tirare in ballo i diritti (sacrosanti) delle donne e delle mamme; stiamo scherzando? Mi pare un chiaro tentativo di spostare altrove l'attenzione dei lettori. Sono invece divertito dalle "curiose" definizioni con le quali i consiglieri uscenti mi hanno dipinto nella loro risposta: sedicente attivista m5s? Personaggio fantomatico? evidenti sintomi di memoria corta....E totale mancanza di riconoscenza nei confronti di una persona che, tra le altre cose, ha condiviso con loro un percorso e ha contribuito attivamente alla loro elezione nel 2012; poco professionale? Avrei dovuto essere più preciso e scrivere: "presenze a singhiozzo per un periodo di due anni": assenze 2015: 19 (consigli totali 32), assenze 2016: 15 (consigli totali 39) e assenze 2017: 3 (consigli ad oggi: 15). Tornaconto personale? Inquinatore del clima pre-elettorale? Dopo aver partecipato alla "graticola", ho fatto serenamente un passo indietro e non faccio parte di alcuna lista". 

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