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De Micheli (Pd): «Sposiamo la "Provincia del Gusto" e candidiamo Piacenza a mantenere funzioni strategiche»

La parlamentare piacentina del Partito Democratico Paola De Micheli commenta gli effetti della razionalizzazione degli enti locali disposta dal governo e le ipotesi di accorpamento tra le Province “tagliate” da definire entro l’anno.

«E’ suggestivo constatare come spesso gli altri abbiano una visione della nostra realtà migliore di quella prodotta dai noi stessi. Sta accadendo anche per la vicenda del riordino delle Province, vissuta come un’opportunità di sviluppo per i territori e non soltanto nell’ottica negativa del ridimensionamento». Lo fa notare la parlamentare piacentina del Partito Democratico Paola De Micheli, che commenta gli effetti della razionalizzazione degli enti locali disposta dal governo e le ipotesi di accorpamento tra le Province “tagliate” da definire entro l’anno.

«Pur ribadendo la contrarietà – afferma –  agli accorpamenti, non possiamo ignorare le scelte del governo. Per questo se sposassimo l’idea che si sta profilando di istituire una grande ‘Provincia del Gusto’ con Parma e Reggio Emilia, fondata sulle rispettive eccellenze nella filiera agoalimentare, potremmo lanciare una sfida alla Regione Emilia Romagna, perché nella riorganizzazione territoriale delle deleghe Piacenza abbia un ruolo di primo piano. Basti pensare che, secondo una recente ricerca dell’Università Cattolica, alle aziende piacentine del comparto agroindustriale è toccata la fetta maggiore di finanziamenti europei dalla Regione dal 2004 al 2010».

«Dal riordino stabilito attraverso i criteri del governo – prosegue – occorre guardare anche ai vantaggi: innanzitutto una nuova centralità per i nostri comuni e del ruolo dei sindaci e la possibilità, offerta dagli accorpamenti, di affrontare le sfide del marketing territoriale, dell’attrazione di nuove realtà produttive, dello sviluppo e della concorrenza esterna all’interno di un sistema più vasto. E’ su queste basi che sarà opportuno aprire una riflessione sulle nostre eccellenze industriali e sugli investimenti necessari al rilancio e alla loro crescita».

«Le nuove Province sono destinate – fa notare – sulla base dell’articolo 23 del Decreto SalvaItalia, a diventare enti di secondo grado (con assemblee elette dai consigli comunali) e le deleghe assegnate agli enti potrebbero essere tre: Ambiente, Viabilità e strade ed Edilizia scolastica. Anche alla luce di questo scenario e della pesante sforbiciata di Province subita dalla Lombardia, la proposta di referendum per il cambio di Regione appare assolutamente stucchevole e sbagliata».

«Piuttosto da Piacenza si porti una richiesta unitaria al presidente Vasco Errani, chiamato entro il 2012 a ridisegnare i confini amministrativi, perché al nostro territorio sia affidata una delega forte tra quelle destinate ai nuovi enti. Ritengo che si potrebbe aprire un ragionamento sulla gestione delle politiche ambientali, dei rifiuti e di tutto ciò che ne consegue: potrebbe infatti generare importanti opportunità di sviluppo imprenditoriale per il nostro territorio e potrebbe spettarci più di altre, in virtù dell’ottimo lavoro svolto dai nostri amministratori negli anni passati». 

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