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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni Comunali 2012 Porta Galera / Via Tibini

Integrazione, sicurezza e commercio. I candidati parlano di via Roma

Vivace dibattito in via Tibini organizzato dall'associazione "Via Roma città aperta". I sette candidati hanno sviscerato i problemi del quartiere. Polledri strappa qualche applauso: «La tolleranza è tale se ha un limite»

Il confronto tra i candidati sindaco finalmente è uscito un po' dagli schemi e si è concretizzato in un dibattito sufficientemente acceso, che ha dato la possibilità ai "magnifici sette" di poter esporre idee e proposte per la Piacenza dei prossimi 5 anni su un tema tra quelli più sentiti dalla gente: la questione via Roma. Una questione che comprende sicurezza, immigrazione, integrazione, commercio, associazioni, impiego delle risorse, e altro ancora.

Il confronto è stato organizzato dall'associazione via Roma Città Aperta in via Tibini, appositamente chiusa al traffico per l'occasione. Moderato dalla giornalista Paola Pinotti, l'incontro ha permesso ad alcuni, come il leghista Massimo Polledri, di giocare i cavalli di battaglia, suscitando applausi ma anche critiche dal ristretto pubblico presente.

Questione via Roma, confronto tra i candidati ©IlPiacenza

Tre minuti a testa per ogni candidato, dopo un avvio blando e abbastanza generico sul recupero del quartiere, si arriva al dunque parlando di commercio e di sicurezza.«La tolleranza è tale nella misura in cui ha un limite. Altrimenti è lassismo». Basta questa frase di Polledri per scaldare la platea. Poi prosegue: «Il problema dell'immigrazione è tale anche per colpa di chi insegna agli stranieri soltanto i diritti da vantare e certe furbizie. Pochi invece insegnano loro i doveri, che sono la forza di una convivenza. Il dovere di rispettare gli altri. Sarebbe opportuno introdurre il permesso di soggiorno a punti: quando le regole non vengono rispettate, vengono anche decurtati i punti».

Paolo Dosi, sempre a proposito della sicurezza, spiega che la polizia municipale deve sicuramente essere più presente: «Non però con un ruolo repressivo - ha sottolineato - ma in modo positivo, perché non è la quarta forza dell'ordine. I comportamenti virtuosi, che aumentano la sicurezza, nascono dallo spirito di convivenza civile. Sicuramente certe volte è difficile convivere, e le comunità straniere devono essere più presenti nei confronti dell'amministrazione e collaborare con l'istituzione».

Ordinanze restrittive anti bivacco e rifiuti, oltre che di comportamento, sono per Andrea Paparo strade da perseguire da parte di un'amministrazione comunale. «La sicurezza dipende anche dal questore - afferma l'assessore provinciale - che stabilisce le priorità. La polizia municipale invece deve stare in giro, operare controlli con frequenza e diventare un punto di riferimento per la gente. E poi, magari, creare in zona un bagno pubblico così finalmente nessuno avrà più la scusa per fare i propri bisogni per strada».

Piero Solenghi e Mirta quagliaroli hanno colto l'aspetto di militarizzazione che rifiutano categoricamente, pensando invece entrambi a soluzioni più positive come l'organizzazione di eventi per fare incontrare le diverse culture con quella piacentina: «Certo i controlli sono importanti ma serve altrettanto la collaborazione anche delle associazioni». Generalmente rifiutata dai candidati la proposta di un consigliere comunale aggiunto in rappresentanza degli stranieri: «Non sarebbe rappresentativo e non potrebbe avere il diritto di voto» hanno concordato tutti.

Più duro invece Pierpaolo Gallini, che sempre sul tema sicurezza, si è detto a favore di un «polso di ferro iniziale con l'impiego di controlli severi e forze dell'ordine, per arrivare poi a mitigare l'azione davanti ai primi riscontri positivi. I regolamenti ci sono e vanno rispettati, e l'azione rigida deve servire come dissuasione nei confronti di chi non rispetta le regole».

Pietro Tansini ha invece dato una visione più "economica" del problema, affermando che «se in Italia non ci fossero i lavoratori stranieri a sobbarcarsi i lavori più duri, non ci sarebbero i soldi per pagare le nostre pensioni di oggi». Poco prima, in apertura di dibattito, aveva giustamente ricordato che via Roma era stata rifatta dalla giunta di centrodestra «in una maniera indecente, soprattutto nella pavimentazione».

«Via Roma deve cambiare per il bene dei piacentini e per il bene degli stranieri che ci vogliono abitare - ha detto Polledri - Oggi questo è il Bronx. Questo quartiere non è stato governato negli ultimi dieci anni: questo è un ghetto e come tale è stato vissuto, con una concentrazione anomala di alcuni esercizi, come i money transfer. Qui non si è fatta integrazione se non qualche merenda interetnica, che noi vogliamo continuare a fare ma a costi più contenuti».

«Credo che questa zona - ha detto Andrea Paparo - abbia la necessità un mix di interventi: dalla riqualificazione urbana, all'illuminazione, e soprattutto un'anima sociale e un'integrazione a una connotazione che si è formata male perché non è stata governata e gestita. Invece ciò va fatto tutelando i cittadini piacentini e chi proviene da altri posti, eliminando tutte quelle iniziative che portano alla ghettizzazione di una zona della città. Questa è una zona bellissima, ma bisogna metterci mano».

Ancora Piero Solenghi: «Vogliamo valorizzare il bello di questa città. Il problema di strade e marciapiedi non è solo di via Roma ma generale. Qui i problemi sono più enfatizzati rispetto alla realtà. Con alcuni proprietari di case, ad esempio, bisognerebbe insistere sulla ristrutturazione e il recupero energetico delle case, magari con sgravi fiscali».

Mirta Quagliaroli ha parlato così delle risorse da destinare: «Bisognerà verificare le risorse a disposizione del Comune e come sono state spese negli anni, per poi vedere quello che sarà effettivamente possibile destinare alle piccole opere. Anche perché noi siamo per la cementificazione zero e questo ci consente di destinare le risorse all'arredo urbano».  Anche Pierpaolo Gallini sostiene che i proprietari delle case dovrebbero avere sgravi sulla ristrutturazione degli edifici: «Illuminazione pubblica e sistemazione delle strade sono da rivedere». 

Paolo Dosi, in tema di riqualificazione, inizia parlando di semafori, rotonde, e tangenziali fatte dall'amministrazione uscente: «In questi dieci anni effettivamente siamo intervenuti di più sulle gradi opere grazie a risorse che oggi non ci sono più. Quindi possiamo dedicarci ai piccoli interventi, che sono però quelli che cambiano la vita alle persone di un quartiere».

Anche la questione commercio è molto sentita nella zona di via Roma. Dato che i negozi sfitti sono sempre di più e la voglia di investire sembra essere poca.«Quando si semina un quartiere come questo, si raccolgono questi frutti - ha detto Polledri - Con i cittadini piacentini che scappano e la tolleranza di certe situazioni, chi ci viene a fare un negozio qui? Se si riporta una situazione di legalità, anche nelle piccole cose, la situazione cambierà».

Secondo Andrea Paparo, per risolvere il problema dei negozi sfitti e vuoti, «si deve pensare a un sistema di agevolazione fiscale per chi apre in questa zona partendo dai negozi sfitti. Poi pensiamo ad azioni di marketing e tematiche per fare un rilancio con negozi di filiera corta o di distretto legati a un determinato settore. Non è facile, ma deve essere un mix di interventi. Poi bisognerà controllare quelle attività che già ci sono, e che arrecano più danno che beneficio, controllandole spesso per verificare che tutto venga eseguito a regola, evitando che provochino schiamazzo e disagi».

Piero Solenghi tira in ballo i grossi centri commerciali che sono stati favoriti negli anni: «E' logico - dice - che il piccolo commerciante, non solo in via Roma, sia stato costretto a chiudere. Pensiamo di valorizzare tutto il centro storico con negozi di vicinato e caratteristici che valorizzino i prodotti locali. Il commerciante, italiano o straniero, deve essere aiutato abbassando il carico fiscale che è diventato insopportabile».

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