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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

«Fermiamo la guerra, non lasciamo solo il popolo curdo»

Un presidio per la pace e di sostegno al popolo curdo a Piacenza il 22 ottobre alle 18 in piazza San Francesco

«L’escalation di violenza che si è scatenata in Medio Oriente, con l’avvio dell’invasione turca del Nord della Siria, ci riguarda tutti e va fermata. Siamo di fronte a una palese violazione di ogni minimo diritto internazionale. Laddove, grazie ai Curdi e al neonato Rojava, regnava il rispetto e la tutela di tutte le minoranze etniche e religiose, oggi regnano la barbarie e la guerra. Una guerra voluta dalla Turchia nell’assordante debolezza e lassismo di Unione Europea e Nato. Siamo persone impegnate nell’associazionismo, nei movimenti, in forze politiche e sociali, semplici cittadini e cittadine che stanno formando, dal basso, una Rete piacentina contro la guerra e di solidarietà alle popolazioni del Rojava.  Per Noi, “fare Rete”, significa includere e condividere. Una rete aperta ed in continua evoluzione».

CHE COSA CHIEDIAMO

«Il risveglio delle coscienze di tutte le donne e gli uomini anche a Piacenza, di fronte alla guerra, all’aggressione turca e alla difesa del progetto sociale rappresentato dal Rojava. Chiediamo il blocco della vendita di armi alla Turchia e lo stop alle commesse già in essere da parte dell’Italia; il rispetto dei Diritti Umanitari dei migranti siriani in Turchia i quali non possono essere oggetto di alcun ricatto di Erdogan nei confronti dell’Unione Europea. Chiediamo lo spostamento della finale di Uefa Champions League da Istanbul; che si accendano i riflettori dei media, locali e nazionali, sul “bavaglio turco” che colpisce indiscriminatamente dissidenti, intellettuali e cittadini. Condanniamo il principio della forza, a fronte della forza del diritto».

 PERCHÉ’

«La guerra che la Turchia di Erdogan sta muovendo contro il Rojava e la popolazione curda nel nord della Siria ci riguarda tutti. L’aggressione turca sta causando una emergenza umanitaria e favorisce la rinascita dei boia dell’Isis. Un rischio per la sicurezza a livello regionale ed internazionale. L’aggressione turca e il lassismo della comunità internazionale sta portando lutti e distruzioni per i curdi, la destabilizzazione di tutta l’area e una possibile rinascita dell’ISIS e delle sue atrocità. Assistere al totale abbandono dei curdi al loro destino di fronte all’attacco turco non è possibile. Nel nord della Siria il diritto internazionale viene calpestato. Bombe cadono su civili, personale sanitario, ospedali e sopra ogni briciolo di umanità. Il Rojava è una realtà da sostenere. Si è data un’ossatura istituzionale democratica nel quale la parità di genere uomo-donna, la laicità dello stato, la parità tra le fedi religiose sono una realtà effettiva. Mentre la Turchia ha un premier autoritario, capace di annichilire la libera circolazione delle idee incarcerando oppositori e condannando giornalisti all’ergastolo.

Erdogan, sconfitto alle ultime elezioni, al vertice di un sistema segnato dalla crisi economica, sta utilizzando le armi del nazionalismo e della guerra per riconquistare un consenso che ha perso. Un “ritornello” che preannuncia terrore e barbarie. La preziosa esperienza che si sta sviluppando nel nord della Siria rappresenta un ostacolo per Erdogan e il suo progetto di egemonia territoriale attraverso una sostituzione etnica di fronte la quale occorre reagire. Per noi tutti il Rojava rappresenta una concreta esperienza solidale, laica e democratica, fondata sulla confederalità sociale che stride con gli autoritarismi da cui è circondata. La convivenza tra la popolazione araba e curda e tra le diverse religioni è stata resa possibile in quella regione grazie al modello sociale laico di Rojava, ora sotto le bombe.

L’esercito di Rojava, in alleanza con le forze Occidentali, ha combattuto e sconfitto l'Isis pagando un prezzo di sangue mostruoso. Chi fino a ieri ha elogiato i curdi e ora si volta dall’altra parte dimostra tutta la sua ipocrisia. Il Medio Oriente continua così ad essere al centro degli scontri e delle attenzioni dei grandi interessi geo-politici ed economici, e su questo assistiamo ai colpevoli tentennamenti di Unione Europea e Nato che hanno dimostrato una terribile debolezza di fronte a questa crisi. Contro questa aggressione militare, contro ogni autoritarismo, contro la guerra, i fascismi e a sostegno della libertà di autodeterminazione delle popolazioni del Rojava, esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla resistenza in cui queste popolazioni sono oggi impegnate».

Per tutte queste ragioni sono tutti invitati a partecipare al presidio indetto dalla Rete piacentina contro la guerra e di solidarietà alle popolazioni del Rojava, martedì 22 ottobre alle ore 18 in piazza San Francesco a Piacenza.

HANNO ADERITO E PROMUOVONO:

Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Emergency, Gruppo di acquisto Popolare Piacenza, Arci, Legambiente, Cooperativa Infrangibile, Articolo21, Non una di meno, Libera, Restiamo Umani, Cooperativa “La Pecora Nera”, L'ass. “Italia-Cuba”, Partito Democratico, Articolo1, Piacenza in Comune, Potere al Popolo, Possibile, Rifondazione Comunista, Alberto Esse/Luogomobile

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