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«Forza Italia è unita e punta già ad espugnare la Regione Emilia-Romagna»

Gli onorevoli Galeazzo Bignami, Benedetta Fiorini e Enrico Aimi hanno incontrato dirigenti e simpatizzanti piacentini di Forza Italia. Callori: «Il partito è unito»

Forza Italia in Emilia ha eletto diverso parlamentari (nessun piacentino era candidato all'uninominale e al proporzionale): Galeazzo Bignami di Bologna, Enrico Aimi di Modena, Benedetta Fiorini di Sassuolo, oltre a Anna Maria Bernini (Bologna) e Francesca Gambarini (Fidenza). Mentre Bernini figura tra i possibili papabili alla presidenza del Senato e Gambarini è alle prese ancora con il ri-conteggio e le mille variabili del Rosatellum (il suo seggio non è stato ancora assegnato, si aspetta l’ufficialità), gli altri tre eletti hanno fatto tappa a Piacenza per incontrare dirigenti e simpatizzanti piacentini di Forza Italia.

«Nonostante non si siano state raggiunte le medie nazionali del passato – ha introdotto l’incontro il coordinatore provinciale di Fi Jonathan Papamarenghi - ha comunque tenuto bene. C’è un percorso di crescita e costruzione in corso. Questa volta mi ha fatto piacere che i parlamentari eletti siano subito tornati da noi: Piacenza ha raggiunto un numero di amministratori importante e abbiamo tutti dato una mano. Di fronte a questo scenario, li definirei degli eroi perché questi onorevoli hanno tenuto alta la bandiera. Dietro a loro ci deve essere un seguito, il territorio piacentino ha diverse esigenze. È fondamentale avere un collegamento con i livelli superiori.  Fi anche a Piacenza ha voglia di tornare a crescere ed essere un riferimento per il centrodestra, moderato e liberale. Abbiamo dei comuni al voto, pochi questa primavera, una trentina il prossimo anno. Abbiamo le Elezioni Provinciali alla fine di quest’anno e le Regionali nel 2019. La regione rossa ha dimostrato che può essere contesa dal centrodestra, che ha preso più voti a queste Politiche».

 «La cavalcata di Forza Italia – è il pensiero del vice coordinatore regionale Fabio Callori - è partita dal Referendum Costituzionale, poi si è pareggiato alle Provinciali, si è vinto alle Comunali e alle Politiche abbiamo tirato le somme del nostro lavoro sul territorio. E ora abbiamo parlamentari da Piacenza fino a Rimini. Avremo preso meno voti della Lega ma senza di noi non si riesce a governare, siamo il collante del centrodestra. Quando governiamo sappiamo farlo bene e veniamo confermati».

 «È giusto rimarcare la nostra presenza - ha detto Bignami - in questa fase. In regione siamo maggioranza, il 4 marzo è stato notificato un avviso di sfratto. Magari a Piacenza non è una novità vedere il centrosinistra in difficoltà, ma in altre province dell’Emilia è una bella cosa. Ricordo che a Sassuolo la nostra Fiorini, voluta dalla Bernini, ha espugnato una roccaforte rossa battendo De Vincenti, ministro del Governo Gentiloni. L’obiettivo è ora quello di dare una prospettiva alla Regione il prossimo anno, perché i 5 Stelle sono incompetenti e il Pd ha fatto disastri».

 «Queste vittorie – ha aggiunto Fiorini - devono spronarci per i prossimi appuntamenti. Abbiamo combattuto contro esponenti importanti del Pd sul territorio. Dobbiamo dare delle risposte importanti su quei temi che hanno visto il Pd fallire. «Nel 2014 in Regione – ha ricordato Aimi - siamo stati eletti solo io e Bignami, la strada all’epoca era in salita. Da allora siamo cresciuti, anche grazie alla nostra leader Anna Maria Bernini siamo ora maggioranza in Emilia-Romagna. Se si fosse votato il 4 marzo per le Regionali saremmo al pari di regioni di centrodestra come Lombardia, Veneto, Liguria. La politica non si fa solo sul web, ma tra la gente. Dobbiamo continuare a farci vedere uniti tra la gente».

Dal partito nessun commento sul vivace (e polemico) dibattito interno a livello locale tra i dirigenti. «Il partito è unito – ha detto Bignami -. Alle Regionali i voti si contano e Forza Italia a Piacenza ha il voto migliore di tutta la regione». «Il partito è unico – è la replica di Callori - lo è sempre stato. A volte c’è chi lo vuole disunire e se cadiamo in questo tranello perdiamo tutti. I dissidi ci possono essere, si risolvono tra quattro mura e poi si esce uniti».

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