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Fondazione, «Ogni piacentino ha perso circa 500 euro»

Foti e Polledri sottolineano le responsabilità delle istituzioni piacentine nella vicenda della Fondazione. Polledri: «Il notaio Toscani come presidente? Significa che vogliamo stare fermi senza intervenire»

I consiglieri comunali Foti e Polledri, in una conferenza stampa, hanno ribadito le loro prese di posizione sullo stato della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ora rimasta senza Cda. «La cosa più significativa della vicenda che riguarda la Fondazione di Piacenza e Vigevano – spiega Massimo Polledri (Lega Nord) -  è la perdita di consistenza del patrimonio. Dopo la presidenza Mazzocchi, la Fondazione aveva nel 2005 un patrimonio di 382 milioni di euro. Alla fine del 2013 ne ha invece 347. Il conto è presto fatto: nel giro di soli otto anni si è perso il 10% del valore, a cui va aggiunta l’inflazione, calcolabile nel 2% all’anno, che porta la riduzione del patrimonio al 16%. Si sta parlando di 100 milioni di euro, e ogni piacentino (più gli abitanti di Vigevano), ha perso circa 500 euro. Questo è lo stato della nostra Fondazione».

«C’è una responsabilità – continua l’esponente del Carroccio - grossa da parte delle istituzioni:  siamo attualmente lo zimbello d’Italia, quando è da più di un anno che chiediamo chiarimenti su alcune vicende. La commissione 1 non ha presentato alcun documento e Perrucci è pure in ferie, mentre finiamo su tutti i giornali. Io annunciavo da tempo i problemi, chiedendo al prof. Timpano di controllare la situazione ma mi hanno risposto che non si poteva farlo.  L’idea di un notaio alla guida della Fondazione – sottolinea Polledri – significa che si vuole continuare a stare fermi. Non si vuole generare un valore, quando invece ci vorrebbe un piano: non possiamo congelare tutto. Bisognerebbe invece chiedersi cosa vogliamo fare ora, dopo queste gestioni».

«Sarebbe stata opportuna un’azione da parte della commissione 1 – lamenta Tommaso Foti (Fd’I) – viste tutte le domande che si pongono i giornali. Ma il Comune non è si è impegnato nel coinvolgere in valutazioni sui bilanci il consiglio comunale. L’atteggiamento delle istituzioni ci è parso inizialmente puntale, poi il consiglio è stato lasciato un po’ fuori dalla discussione. Un anno fa – ricorda l’ex onorevole – segnalammo il trasferimento di soldi in Svizzera. Inoltre sono quattro mesi che la commissione presieduta da Perrucci deve intervenire sulla vicenda. Tutte le volte che abbiamo evidenziato un problema abbiamo ricevuto risposte molto laconiche, tutte dello stesso tenore: “il Comune si attiverà, provvederà, controllerà”». 

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