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Giardino: «Su Bibbiano la politica dovrebbe tacere»

L’intervento del consigliere comunale del Gruppo Misto sul tema affidi e l’inchiesta di Bibbiano di Reggio Emilia

«“Fare d'ogni erba un fascio” è una frase idiomatica tipica della lingua italiana. Indica l'atteggiamento di chi, trattando un determinato argomento, generalizza in maniera eccessiva, senza considerare - volontariamente o involontariamente - le differenze e le distinzioni tra i vari tipi di fatti che pretende di riunire in un'unica narrazione.

A mio avviso, è ciò che sta succedendo con Bibbiano, il comune vicino Reggio Emilia che si è distinto per quelle pratiche odiose di affido ingiustificato di minori, sottratti artatamente, quando non con la violenza, alle loro famiglie di origine.

Voglio essere chiaro: ciò che è a accaduto a Bibbiano è di una gravità inaudita e spero che le condanne nei confronti di chi si sia macchiato di quei reati siano pesantissime. Ma, appunto, si tratta di persone che, a Bibbiano, hanno deciso di delinquere. Chi delinque è consapevole di agire contro la legge. Le cronache quotidiane ci offrono continuamente storie di persone che, in ogni ambito della vita, anche politica e amministrativa, si pongono in conflitto col codice penale.

L’errore che non possiamo e non dobbiamo fare è di elevare ogni singolo fatto criminoso a sistema. Che la vicenda di Bibbiano debba servire a concentrare le migliori attenzioni sulle attività comunali di affido dei minori è cosa opportuna, se non necessaria. E ciò proprio per evitare che situazioni analoghe possano duplicarsi altrove. In questo senso, ha fatto bene il Comune di Piacenza a riempire un vuoto regolamentare, adottando una specifica disciplina in materia - con voto unanime del Consiglio comunale - lo scorso lunedì 18 novembre.

Invece, che la vicenda di Bibbiano debba assurgere a emblematico caso nazionale, sollecitando il timore che tali pratiche si stiano riproducendo ovunque, stendendo così un’ombra di sospetto sugli Uffici Minori di ogni Comune italiano e arrivando a diffidare di tutti gli assistenti sociali che operano in ciascun Comune, è inaccettabile. Eppure è quanto sta accadendo nel nostro Paese, per basse ragioni di interesse elettorale.

Appare spregiudicata e stolta l’operazione di sfruttare tale vicenda – al pari di qualsiasi vicenda criminale – per fini del genere. Quale forza politica può dirsi immune dal rischio di annoverare, tra le proprie fila, dei farabutti?

Ecco perché in Consiglio comunale ho affermato che, su fatti come quello di Bibbiano, la politica dovrebbe fare esattamente il contrario di ciò che sta facendo: dovrebbe tacere. Se ne dovrebbe occupare, in modo serio, a livello di singola comunità, per prevenire. Non specularci sopra. Perché, se essa stessa applicasse il medesimo principio che sta usando per Bibbiano anche ai casi di malaffare che la riguardano, se facesse d'ogni erba un fascio per i fatti di corruzione, malversazione, criminalità organizzata che hanno come protagonisti suoi esponenti, dovrebbe autosqualificarsi. Interamente. La politica, per fortuna, non è tutta ladri e corrotti. Allo stesso modo, il sistema di affido dei minori operante nella nostra Penisola non è la proiezione del sistema che ha agito a Bibbiano, un paese di diecimila abitanti della provincia italiana».

Michele Giardino, consigliere comunale del Gruppo Misto

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