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Girometta (Fi): «Dobbiamo elaborare un “Piano Marshall” per la nostra gente»

L’intervento del commissario provinciale di Forza Italia Gabriele Girometta

«Siamo quasi a 60 giorni dall’inizio della pandemia dovuta al Coronavirus e a quella che è la più grande emergenza sanitaria mai registrata negli ultimi 100 anni si aggiunge una chiara emergenza economica. I provvedimenti fin qui messi in campo dal Governo sono assolutamente insufficienti per coprire i danni economici che hanno subìto aziende, liberi professionisti, commercianti, artigiani e i lavoratori precari in genere».  Così il commissario provinciale di Forza Italia, Gabriele Girometta, commenta la situazione attuale. «Gli ultimi provvedimenti di legge fissano al 3 maggio questo regime di restrizioni assolutamente giusto e condivisibile: non so se poi saranno necessari altri giorni ma appare oramai evidente che si debba pensare ad una fase dove si possa far ripartire le attività gradualmente e in sicurezza. Questa è la 'Fase 2' che da più parti si sente parlare da qualche giorno e su cui già sono intervenute alcune forze politiche proponendo soluzioni più disparate ma che alla fine sembrano tutte convergere su posizioni di unità per il bene del Popolo». «Leggo di costituendi tavoli regionali, tavoli provinciali, ricorso a cittadini illuminati, ecc...La mia esperienza personale mi insegna che i tavoli, benché supportati dalle buone intenzioni iniziali, molto spesso generano ritardi nelle scelte e più lontani sono dal territorio e più fanno fatica a cogliere le esigenze di un territorio che cambia problematiche ed esigenze anche spostandosi di pochi chilometri».

«Alcuni punti fermi devono però essere ben fissati e definiti. Ad esempio mobilitare più risorse possibili da parte del Governo: Forza Italia per bocca del nostro Presidente Berlusconi è pronta a collaborare con Conte per il bene del Paese. Lo stesso dicasi per il livello regionale e locale». «Alcune scelte devono essere fatte ad alti livelli per le grandi realtà che appartengono alla macroeconomia ma sul territorio ci sono delle persone che conoscono la realtà che li circonda come nessun altro: i sindaci. I Sindaci sono stati i primi a mettersi in prima linea in questa emergenza: il Sindaco Barbieri ha guidato tutti noi fin dai primi momenti dell’epidemia. Tutti insieme abbiamo invocato misure restrittive intuendo la gravità della cosa e all’inizio siamo stati inascoltati ma ci siamo fatti una grande esperienza sul campo approfondendo ogni aspetto sanitario ed economico di questa epidemia». «Nella 'Fase 2' i Sindaci devono avere un ruolo fondamentale. In primis Patrizia Barbieri come Sindaco della città e Presidente della Provincia e a seguire tutti i primi cittadini di ogni singolo comune, in quanto sono le persone che meglio possono dare risposte ai bisogni delle loro comunità. Dobbiamo elaborare un 'Piano Marshall' per la nostra gente, le nostre attività commerciali, i piccoli negozi, gli ambulanti e i piccoli imprenditori artigiani. Mi viene da dire 'Il popolo ha fame', la gente è in difficoltà e si rischia la morte di un tessuto commerciale che è la vita dei piccoli paesi e delle piccole comunità, ma anche in città hanno un ruolo. I Sindaci devono avere una Legge Mancia che metta loro a disposizione le risorse per sostenere chi è più in difficoltà perché quelle messe in campo finora dal Governo sono risultate insufficienti: chi conosce il territorio come i Sindaci evita lo spreco di denaro pubblico. Nel rispetto delle regole sanitarie, di cui i Sindaci rappresentano la massima autorità, devono essere previste possibilità di deroghe per la ripresa dei mercati settimanali piuttosto che altre piccole attività funzionali alla ripresa della microeconomia. Cominciamo a lavorare e a fare ipotesi e a confrontarci sulle idee per la Comunità Piacentina, altrimenti il rischio è di essere impreparati o di trovarci, come paventato dal Presidente Bonaccini, la figura di Romano Prodi in veste di esperto: mi auguro si trattasse di una battuta».

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