«Giusto che il Comune di Piacenza esca dalla rete Lgbt»
«Trovo sacrosanto che il Comune di Piacenza esca della rete Lgbt. Queste organizzazioni non servono a combattere la discriminazione, ma a crearla. Sono loro infatti le prime a voler etichettare le persone in base ai loro orientamenti sessuali ed etichettarle la gente come "Gay", "Lesbo", "Trans", Bisexual", ecc., invece che come semplici esseri umani. E ci tengono moltissimo a questo! Se queste associazioni "arcobaleno" volessero veramente combattere la discriminazione, sarebbero le prime a non volere catalogare le persone in base ai loro orientamenti sessuali. Inoltre le discriminazioni a cui possono esser soggette le persone sono tantissime. Uno può essere discriminato perché grasso, magro, stupido, balbuziente, o appartenente ad una certa religione o credo politico. O semplicemente perché studia troppo a scuole (i famosi "secchioni", da sempre bersaglio del bullismo giovanile). Perché allora preoccuparsi solo, o in modo particolare, e ossessivo, della cosiddetta "discriminazione di genere"? E’ evidentemente una cosa assurda e una forzatura ideologica. Infine queste associazioni LGBT sono loro ad avere un atteggiamento intollerante e intimidatorio. Scambiano per "discriminazione" i semplici giudizi di valore che uno può dare a certi comportamenti, E accusano di "omofobia" coloro che semplicemente affermano che certe tendenze non siano il massimo per la persona umana, cosa che non è assolutamente omofobia o discriminazione, ma fa parte della libertà di pensiero delle persone, che i gruppi LGBT vorrebbero censurare. Allora anche il catechismo della Chiesa Cattolica dovrebbe essere considerato "omofobo" e censurato».
Angelo Mandelli