«Gli Stati Uniti d’Europa sono una mia fissazione»
Francesco Rolleri, candidato di +Europa/Italia in Comune alle Europee del 26 maggio: «Serve una giustizia uguale in tutta Europa: l’Italia deve seguire il modello tedesco. Negli ultimi 15 anni troppa economia e finanza, ora un rilancio politico dell’Europa»
«Queste Elezioni Europee sono assolutamente fondamentali per il futuro della mia famiglia e della mia imprese. Come delle famiglie e delle imprese di tutti, dell’Italia e dell’Europa. Perciò ci vuole +Europa a rappresentare l’Italia all’europarlamento». Francesco Rolleri, imprenditore e sindaco uscente di Vigolzone, è uno dei tre piacentini candidati alle Europee di domenica 26 maggio. L’ex presidente della Provincia (carica ricoperta dal 2014 al 2018) è candidato nella lista di +Europa/Italia in Comune.
- Rolleri, questi sono gli ultimi giorni da sindaco di Vigolzone, incarico ricoperto per dieci anni. Un bilancio di questa esperienza?
Sono veramente molto contento, il risultato dei dieci anni di Amministrazione a Vigolzone l’ho visto a una affollata presentazione della nuova lista, in continuità con la mia. È il segno di un modo di amministrare: la lista ora è portata avanti dai giovani. È una grande soddisfazione vederli mettersi a disposizione del proprio paese per succedere a chi ha un po’ più di esperienza e si fa da parte. Significa che sono state fatte tante cose buone per il comune.
- Nell’Europa ha sempre creduto da tempi non sospetti. Come mai?
Non ci credo solo da oggi perché sono candidato. È una mia fissazione, data dal fatto che per lavoro e per turismo – giro molto il mondo, ho visitato tante città europee –. Mi accorgo che bisogna accelerare sui processi che favoriscono una Europa più coesa. Purtroppo questo percorso si è un po’ arrestato quindici anni fa: l’Europa si è concentrata troppo sull’economia e la finanza, ora serve rilanciare un progetto politico comune e arrivare velocemente agli Stati Uniti d’Europa.
- Da imprenditore quali sono le prime cose in cui si accorge che serve un cambio di passo?
Arrivare agli Stati Uniti d’Europa ad esempio significa una giustizia uguale per tutti i Paesi. Sarei contento di avere un sistema della giustizia simile a quello tedesco, con processi più veloci: è iniquo far arrivare un grado di giudizio civile dopo sei o sette anni. Di “civile” c’è poco in tutto ciò. Poi si può parlare di una base di tassazione comune per le imprese, in particolare per quanto riguarda il lavoro dipendente.
- Come mai si è candidato in “+Europa” e non con il Pd?
Io non cambio e non sono cambiato. I miei valori sono rimasti sempre quelli di sempre: gli Stati Uniti d’Europa, sono liberista sul piano economico e liberale su quello dei diritti. Per un certo periodo il Partito Democratico ha interpretato al meglio i miei valori, in particolare i primi due-tre anni di Matteo Renzi, attualmente mi riconosco completamente nei valori di +Europa. Questa formazione elegge i propri eurodeputati che andranno a comporre il gruppo dell’Alde, i liberali, che si posizionano in mezzo tra i popolari e i socialisti. Mentre il Partito Democratico elegge rappresentanti che vanno a formare il gruppo socialista.
- È una candidatura di bandiera, di servizio?
No, assolutamente ci credo. L’ho fatto per essere eletto. Se non entrerò all’europarlamento, accetterò con serenità il verdetto. So bene che la sfida è difficile, sarò contento di dare il mio contributo comunque. Ma mi sono candidato perché ci credo e ce la sto mettendo tutta.
- La prossima settimana avremo ancora un Governo nazionale?
Sarei pronto a scommettere che l’attuale Governo non avrà il coraggio di affrontare così la prossima Finanziaria. Perché saranno messi davanti alle loro bugie. Entro ottobre succederà qualcosa.