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Giovedì, 25 Aprile 2024
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«I cittadini non vogliono regalare 27 milioni a Iren»

Il comitato Acqua bene comune di Piacenza: «Ci siamo definitivamente stancati di avere a che fare con una multiutility che decide sulla base del proprio interesse e sulla testa dei cittadini, che sono i suoi unici e fondamentali finanziatori; ci siamo stancati di una gestione privatistica di un bene essenziale e insostituibile per la nostra stessa esistenza, la nostra acqua»

«L'utimo incontro dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Locale di Atersir con il presidente Profumo di Iren ha conseguito dei risultati strabilianti sul fronte degli investimenti previsti dal Piano d'Ambito: dimenticati completamente i 12 milioni di euro non investiti nel 2011-2012, e concessi 30 milioni per il triennio 2013-2015 al posto dei 45 milioni previsti dal Piano d'Ambito; in tutto un regalo netto di 27 milioni ad Iren. Forse non ci si è ricordati nemmeno che tutti gli investimenti previsti dal Piano d'Ambito sono e saranno pagati integralmente dalle nostre bollette, cioè da noi cittadini, così come ogni altra attività di Iren nel Servizio Idrico integrato. Dunque l'accordo che si prospetta tra Ufficio di Presidenza di Atersir (quindi i nostri sindaci) e Iren prevede che noi cittadini regaliamo di tasca nostra con benevolenza 27 milioni ad Iren». Lo afferma, in una nota, il comitato Acqua bene comune di Piacenza.

«“E' un accordo molto positivo” ha dichiarato Profumo - prosegue il comitato - e che sia molto positivo per Iren non abbiamo alcun dubbio, ma noi non crediamo che “si siano create le condizioni per la soddisfazione di entrambe le parti”. Noi cittadini non siamo per niente soddisfatti, anzi, siamo molto arrabbiati, e chiediamo che anche i nostri sindaci che ci rappresentano lo siano. Alla prossima assemblea del Consiglio Locale di Atersir (cioè dei sindaci della provincia), l'accordo va rifiutato categoricamente, senza se e senza ma, e va preteso che Iren tenga fede agli impegni assunti con il Piano d'Ambito, peraltro approvato da tutti i sindaci».

«Ci siamo definitivamente stancati di avere a che fare con una multiutility che decide sulla base del proprio interesse e sulla testa dei cittadini, che sono i suoi unici e fondamentali finanziatori; ci siamo stancati di una gestione privatistica di un bene essenziale e insostituibile per la nostra stessa esistenza, la nostra acqua. E' veramente giunto il momento di rispettare gli esiti del referendum del 2011 ed esigiamo che anche i nostri rappresentanti, i sindaci, li rispettino: la gestione del servizio idrico deve essere pubblica, interamente pubblica, fuori dalle logiche del mercato e senza alcuna remunerazione del capitale investito».

E ancora: «Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: la gestione pubblica dell'acqua oggi è necessaria e possibile: non è vero che non ci sono i soldi, perchè i soldi ce li mettiamo noi con le nostre bollette, e i comuni, tramite Piacenza Infrastrutture, possiedono l'enorme capitale delle reti e degli impianti, che costituiscono entrambi la garanzia migliore per contrarre mutui bancari. Si vada dunque decisamente verso l'affidamento “in house” (reso nuovamente possibile in seguito al referendum del 2011) del servizio idrico ad una azienda interamente pubblica, controllata a fondo dai comuni e dai cittadini, così come hanno già fatto i comuni di Napoli e di Palermo, così come stanno già facendo i comuni di Reggio Emilia, così come hanno fatto i comuni di Imperia e di Gorizia, così come intendono fare i comuni di Vicenza, Varese, Torino, Savona ed altri ancora. Se una trattativa deve essere fatta con Iren, questa non deve certo riguardare gli investimenti già previsti dal Piano d'Ambito ed assolutamente dovuti da parte della azienda, ma piuttosto l'entità della “buona uscita” e cioè dell'indennizzo per gli investimenti già effettuati e non ancora ammortizzati: si rivedano i termini della convenzione siglata tra le parti e si rateizzi la restituzione negli anni, ricavandola dagli introiti delle bollette, esattamente come sarebbe successo se Iren avesse continuato nella gestione del servizio idrico a Piacenza».

«Per testimoniare questa nostra fedeltà agli esiti del referendum e chiedere ai cittadini piacentini che lo hanno consapevolmente votato il 12 e 13 giugno del 2011 di associarsi alle nostre richieste, manifesteremo sabato 23 novembre dalle 10 alle 17 in Piazzetta San Francesco con un digiuno simbolico e con un presidio con distribuzione di materiale informativo: tutti i piacentini sono invitati a partecipare».

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