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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Pd, gli eletti Molinari e Gazzolo: «Ora dobbiamo trovare l’unità interna»

Molinari, come già annunciato, rimarrà segretario, almeno fino a un pronunciamento del congresso regionale: «Dobbiamo essere più coesi, gli avversari sono all'esterno». Gazzolo: «Abbiamo davanti una stagione di sfide e cambiamenti»

Tempo di bilanci in casa Partito Democratico. Nel tardo pomeriggio del 24 novembre, nella sede di via Martiri della Resistenza, si è consumato il primo incontro post- voto, per commentare l'esito delle urne, che ha premiato i neoeletti Paola Gazzolo e Gian Luigi Molinari. «La scelta di avere quattro candidati forti ha pagato – è il commento del responsabile degli enti locali Loris Caragnano - l’obiettivo era quello di avere due consiglieri regionali ed è stato raggiunto. I 4 candidati si sono dati molto da fare sul territorio, si sono tutti spesi al massimo, le preferenze sono state molto alte. Non resta che ringraziarli, in particolare Tarasconi e Ghisoni che non si sono certo risparmiati, mentre i complimenti vanno a Paola e Gian Luigi. Il risultato di Gazzolo le fa onore, visto quello che ha fatto per il nostro territorio. Anche il segretario provinciale ha un compito arduo, dovrà entrare in un’amministrazione regionale di trasformazione. Un grande in bocca al lupo a entrambi: il Piacentino ha due rappresentanti molto capaci che terranno vivo il legame con il territorio. Non tutti i predecessori l’hanno fatto, loro riusciranno ad approcciare i problemi». «Dovremmo a breve fare riflessioni – ha detto Giorgia Buscarini - importanti sull’astensionismo e sull’avanzata della Lega Nord in città e in provincia. Con Paola e Gigi abbiamo due interlocutori in Regione. I migliori auguri a loro e un grazie ai militanti e agli iscritti del Pd che sono stati ai seggi». «Mi associo ai complimenti – ha proseguito il segretario cittadino Paolo Sckockai - ai 4 candidati, in particolare a chi ha perso, chi non è stato eletto. Spesso il rapporto tra Piacenza e Bologna non è stato dei più facili, con Molinari e Gazzolo avremo più garanzie. Il dato più importante è stato l’astensionismo, l’hanno sottolineato tutti. Sono passati solo 6 mesi dalle Europee, lì aveva votato 2/3 dell’elettorato, ora solo un terzo. Il segnale non può essere trascurato. Quella fu un’elezione trionfale per il Pd, raggiunse percentuali mai viste in provincia, tanti questa volta non sono venuti a votarci».

Esprime molta contentezza l’ex assessore uscente Paola Gazzolo, record di voti nel nostro collegio.«Ringrazio tutti i volontari che hanno lavorato sul territorio e i 6003 elettori che mi hanno dato fiducia: sto ricevendo messaggi, a tutti risponderò uno alla volta. E’ un risultato straordinario di cui sono molto orgogliosa, mi ero candidata, avevo messo la faccia sul mio operato. Ora ho un rinnovato impegno. I candidati del Pd hanno ottenuto le maggiori preferenze, ringrazio i due candidati che non sono stati eletti, Katia e - con grande affetto – Alessandro. Risultato eccezionale per tutti. Nonostante questo bel risultato, l’astensionismo e il fatto che Bonaccini non vince a Piacenza, deve aprire una riflessione. Siamo obbligati a ricercare maggiore coesione dentro questo Pd. Oggi è successa una cosa gravissima: l’incendio doloso a Caratta. Non voglio mettere in relazione il risultato della Lega con l’incendio, però intanto voglio stigmatizzare l’episodio e chiedo a tutti i partiti di dissociarsi dal gesto. Non è il modo di governare il territorio. È una preoccupazione che faccio mia in questo post- elezioni. Abbiamo davanti una stagione di sfide e cambiamento, faremo fatica a riavvicinare Piacenza con Bologna visto il risultato del centrosinistra. Dovremo triplicare gli sforzi».

«Avremmo voluto un risultato diverso – ha dichiarato l’altro eletto, Gian Luigi Molinari - le avvisaglie c’erano tutte. Piacenza è una provincia anomala, e nel momento in cui il nazionale non tira, la destra ha facilmente la meglio in un contesto in cui il voto è altalenante. Molta attenzione al disagio, c’è crisi sociale su cui la Regione deve insistere. Il Pd è capace di fare analisi catastrofiche sui suoi dissidi interni: alla fine è stata una campagna sanguigna, vissuta con trasporto dai singoli candidati, ma corretta. Le candidature erano livellate, un po’ sono servite ad arginare. Il lavoro che ci aspetta è notevole: dobbiamo trovare la nostra unità. Gli avversari sono all’esterno, l’obiettivo è essere più coesi per dare risposte. La politica dell’urlo – riferendosi alla Lega - paga a breve, poi però sui profughi bisogna lavorare senza seminare terrore e razzismo. Insieme io e Paola lavoreremo per Piacenza, i fortini vengono rafforzati ai confini dell’impero: la Regione ci deve aiutare».

«Dialogo con altre forze del partito in questo particolare momento. Le testate si danno e si prendono, ma ogni tanto è meglio vivere di strette di mano. In questa fase ci vuole una fase di strette di mano. Il partito ha bisogno di una fase di tranquillità, io cercherò di offrire serenità a tutte le anime. L’ultimo congresso ha visto le polemiche continuare fino a dopo 6 mesi dal voto, non c’è proprio bisogno di farne un altro, in vista degli appuntamenti elettorali del prossimo anno alle Comunali».  «A breve avremo il congresso regionale – continua Gazzolo - e dovremo vedere la posizione di Molinari e degli altri due segretari provinciali (a Parma e Ferrara) che sono stati eletti in Regione».

I due ticket Molinari-Tarasconi vs Ghisoni-Gazzolo non hanno funzionato? «Il ticket – risponde Gazzolo - non è un monolite, mi sarebbe piaciuto - con franchezza – continuare il rapporto con Ghisoni. La cosa bella di questa campagna elettorale è aver stretto relazioni con la gente e condividere i legame con un altro candidato». «La situazione piacentina è articolata, è difficile imporre abbinamenti. La doppia candidatura è stata un tentativo. Le preferenze sono state alte, abbiamo testato un esperimento politico. A Piacenza – continua il segretario - si sente maggiormente la crisi del centrosinistra. Non ha tradizioni forti come nel resto della regione. Non è un fatto strano che abbiamo perso colpi, visti anche gli scandali a livello regionale. Piacenza è il primo campanello d’allarme per il Pd. Abbiamo bisogno di un po’ d’affetto dalla Regione, non c’è tanto da girarci intorno». 

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