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Venerdì, 29 Marzo 2024
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I Liberali: «Come mai il baule di Verdi è finito all’Archivio di Stato a Parma?»

Antonio Levoni e Gian Paolo Ultori se la prendono con la Direzione generale per gli archivi del Ministero dei Beni Culturali, che ha deciso di archiviare i documenti del baule di Giuseppe Verdi a Parma

Antonio Levoni e Gian Paolo Ultori, consiglieri comunali dei Liberali Piacentini (eletti con la lista civica “Prima Piacenza) hanno presentato un’interpellanza sul baule di Verdi finito all’archivio di Stato di Parma. «Il baule dei misteri – scrivono i due consiglieri – è stato finalmente aperto e contiene preziosi documenti nonché 17 cartelle relative ad opere di Giuseppe Verdi. Il baule in questione si trovava nella casa del maestro a S. Agata, in comune di Villanova sull’Arda, conservato dalla famiglia Carrara-Verdi. È intervenuta la Direzione generale per gli archivi del Ministero dei Beni culturali che ne ha disposto il deposito – di fatto, coattivo – presso l’Archivio di stato di Parma, in riferimento all’Istituto nazionale di studi verdiani esistente nella stessa città (e nel quale il Ministero ha un proprio rappresentante), incaricato Sempre dal Mibact – di curare l’edizione nazionale dei carteggi e documenti verdiani. Di conseguenza, il preziosissimo materiale è trasmigrato dalla terra piacentina (scelta dal maestro) in terra parmense (scelta della burocrazia ministeriale), nell’incuria di Piacenza. Non si comprende come, essendo gli archivi di stato ordinati per competenza territoriale sulla base dei territori delineati ai fini delle province amministrative, tale materiale sia stato inviato all'Archivio di stato di Parma anziché a quello di Piacenza  - che nessuno – di tutto questo - ne ha finora parlato, nessuno se ne è interessato, nessuno finora lo ha rivendicato».

Levoni e Ultori chiedono di sapere «quali siano gli intendimenti dell’Amministrazione su questa questione, che assume particolare risalto nell’ambito della valorizzazione del nostro patrimonio storico e, soprattutto, per porre fine alla spoliazione continua di documenti della nostra terra. Chiediamo altresì di sapere se, in caso, l’Amministrazione sia disposta ad assumere l’impegno al riordino ed alla successiva pubblicazione del materiale archivistico».

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