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«Il cicloturismo è una delle chiavi che possono aprire le porte del turismo a Piacenza»

L'assessore Elisabetta Rapetti chiama i soggetti interessati a unire le forze per passare dalle parole ai fatti: «Vi aspetto il 24 maggio per confrontarci»

In città per spostarsi in sicurezza. Fuori città come attrazione per professionisti e appassionati. Le piste ciclabili possono essere una delle chiavi che Piacenza può usare per aprire la porta del turismo. Una scommessa su cui Elisabetta Rapetti crede molto.  In vista del prossimo incontro dedicato al turismo, organizzato con l’Associazione Piacenza Cultura Sport previsto per il 24 maggio, Elisabetta Rapetti interviene su questo tema.  «Dati alla mano in Europa il turismo su due ruote ha un indotto economico che raggiunge i 44 miliardi di euro, con oltre 2 milioni di viaggi e 20 milioni di pernottamenti. Nel nostro paese il cicloturismo ha un valore potenziale di circa 3,2 miliardi di euro. Numeri che impressionano e che ci devono far riflettere per la programmazione futura delle nostre scelte. La vacanza in bicicletta non è più un fenomeno praticato da pochi appassionati sportivi o amanti delle vacanze in tenda, ma è sempre più una scelta presa da gruppi di appassionati delle due ruote, ma anche da famiglie che poi pernottano in hotel, pranzano e cenano in ristoranti e vanno alla scoperta delle bellezze del territorio sia naturale, sia monumentale. Fare i conti con questa risorsa strategica per il nostro Paese è un appuntamento che Piacenza non può certo mancare, visto che sempre di più la presenza di percorsi ciclabili costituisce un elemento decisivo nella scelta della destinazione di numerosissimi turisti europei. Puntare a fare di Piacenza una tappa dei tragitti scelti è l’obiettivo che, a mio modesto parere, dobbiamo porci. Già tanto è stato fatto. E’ prevista a giugno l’inaugurazione della ciclabile del Po, che rappresenterà una forte attrattiva per il nostro territorio, ma tanto si può ancora fare creando una rete di collaborazioni e di informazione. Per non parlare poi di cultura della civiltà. A ben guardare la città di Piacenza è ricca di piste ciclabili, ma in quanti riescono a usarle in sicurezza. Penso alla pista ciclabile di via Venturini, incompleta, mai inaugurata e invasa dalle auto. O a quella sullo Stradone Farnese che diventa un’area di sosta temporanea per automobilisti “distratti” che costringono i ciclisti a salire sul marciapiede o spostarsi al centro della carreggiata. Per non parlare di tutte quelle pseudo piste ricavate disegnando semplicemente una linea bianca sull’asfalto, ma senza la reale sicurezza né per i ciclisti, né per gli automobilisti. 

Un punto di pregio, invece, è la recentissima decisione di rendere a senso unico il tratto di corso Vittorio Emanuele compreso tra l’intersezione con via Palmerio e quella con il ramo sud dello Stradone Farnese. A parte gli iniziali disagi che il cambiamento ha provocato, come la riduzione dei parcheggi e delle fermate degli autobus su cui si deve lavorare per rimediare, la scelta di rendere a senso unico quella strada ha valorizzato del centro storico puntando sulla messa in sicurezza dei cittadini che si spostano sulle due ruote in una zona della città che, complice la vicinanza del Pubblico Passeggio, è molto frequentata da famiglie con bambini piccoli». «La verità è che la provincia di Piacenza è percorsa da piste da ovest ad est, da Castelsangiovanni a Castelvetro, dal grande fiume, il Po. Stiamo parlando di circa 32 chilometri di piste ciclabili e 21 di percorsi che collegano il centro storico con le periferie, luoghi di forte interesse soprattutto per l'archeologia industriale. Un patrimonio considerevole che diventa ancora più importante nel quadro del progetto VENTO, una pista ciclabile che potrebbe collegare Venezia a Torino, passando per la valle tracciata dal Po, in un percorso di 679 chilometri complessivi. Si tratta di un’iniziativa pensata e progettata dal Politecnico di Milano di cui, ad oggi, si stanno occupando ben 288 associazioni, enti e istituzioni e più di 4.700 cittadini e che necessiterebbe di una spesa di 80 milioni di euro, pari a circa 118 euro al metro. Abbiamo di fronte una sfida importante, sapremo vincerla? Giro questa domanda a tutti: amministratori, albergatori, tour operator, ristoratori. Mi piacerebbe creare un dialogo, una rete di confronto per passare dalle belle parole ai bei fatti. Il 24 maggio ci sarà modo di parlarne». Il secondo incontro dedicato alle prospettive del turismo a Piacenza si svolgerà domani martedì 24 maggio alle 21 al Barino (Piazza Cavalli 1, Piacenza).  Saranno presenti Sami Taufik, , Project Manager dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, Fabio Malusardi, presidente dell’Associazione Piacenza Cultura Sport, Elena Libè, rappresentate del Pd Oltre le Correnti che illustrerà le novità sui finanziamenti previsti dalla legge regionale e le linee guida della legge regionale per la promozione e il sostegno delle Pro Loco, Giampietro Comolli, manager distretti tematici produttivi made in Italy “strategia di una area interna vocazionale” e Franco Villa, presidente Unpli Unione Nazionale Pro Loco Italiane.  Coordinerà l’incontro Elisabetta Rapetti. A interrogare i relatori i giornalisti Antonella Lenti, Libertà; Marcello Pollastri, Piacenza24; Gianfranco Salvatori, Il Piacenza

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