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Il Consiglio comunale all’unanimità: Liliana Segre cittadina onoraria di Piacenza

Il sindaco Barbieri ha fatto sua la proposta delle minoranze: «E’ segno che siamo una comunità che sa condividere dei valori. Segre testimone di dolore che ha informato e sensibilizzato». Piroli (Pd): «Dimostriamo ad altre città d’Italia come ci si comporta»

A Liliana Segre la cittadinanza onoraria della città di Piacenza. Lo ha deciso all’unanimità il Consiglio comunale di Piacenza, dopo aver accolto la proposta del sindaco Patrizia Barbieri, che ha fatto sua una richiesta di tutte le forze di minoranza, presentata nei giorni scorsi. Segre, sopravvissuta al lager di Auschwitz e oggi 89enne senatrice a vita - aveva ricevuto nelle scorse settimane minacce e insulti via web. «È un bel momento – ha spiegato il primo cittadino - per l’intero Consiglio. Devo dare atto di questo spirito e della sensibilità dimostrata dai consiglieri che l’hanno proposto. L’iniziativa è stata sposata da tutti, sono orgogliosa di ciò e contenta perché ci dà l’opportunità di conferire la cittadinanza alla senatrice a vita. Una donna che ha vissuto una vita di dolore: aveva solo 13 anni quando è stata internata ad Auschwitz, una dei 776 bambini che non avevano ancora compiuto i 14 anni. Di quelli, sono sopravvissuti solo in 25. Segre ha dato un grande esempio nell’informare e sensibilizzare, è stata testimone di dolore. Approvare questa delibera è un segno di una comunità consapevole che sa condividere dei valori. Vi sono state a mio avviso troppe polemiche altrove su questo argomento». Barbieri ha ricordato anche la recentissima scomparsa di un altro sopravvissuto ai lager: Piero Terracina. «Pari dignità e rispetto anche per lui».

IL DIBATTITO PRIMA DEL VOTO UNANIME DELL'AULA

Tutto il Consiglio si è riconosciuto nelle parole del sindaco. Soddisfazione da parte di Antonio Levoni (Liberali Piacentini). «Oggi sono state accantonate le battaglie politiche – ha detto Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) - per vivere un momento solenne. Ringrazio il sindaco Barbieri che ha fatto propria una mozione del genere, nel clima politico generale, a cui si aggiunge anche la campagna elettorale. Bravo sindaco. La stagione dell’odio razziale non deve più tornare e oggi è una bellissima giornata di unità per Piacenza. In altri comuni si sono inventate patetiche scuse».

«Chiediamo di non abbassare la guardia – ha dichiarato Andrea Pugni (Movimento 5 Stelle) - la minaccia dell’odio razziale è lì, purtroppo fa parte della natura umana. Segre si porta addosso un fardello da una vita, Piacenza è in prima fila nel conferirle questa onorificenza».

«Riavuta la libertà – ha spiegato Nelio Pavesi (Lega) - si è battuta per la memoria dell’Olocausto, per ricordare agli studenti cosa è successo. Oggi è soggetta a infamie e insulti, ma non ha mai coltivato sentimenti di vendetta o rivalsa. Ha lottato per sensibilizzare affinché quello che ha subito non si possa mai più ripetere».

«Ringrazio il sindaco – è l’intervento di Giulia Piroli (Pd) - per aver accolto la mozione e il suo spirito. È un tema troppo importante che non può essere gettato nella mischia politica, giusto onorare chi ha dato un messaggio contro l’odio e l’indifferenza nella nostra società. Oggi da Piacenza dimostriamo ad altre città d’Italia come ci si comporta. Siamo orgogliosi».

«Forse dopo due anni e mezzo – è il parere di Mauro Monti (Liberi) - questo è il momento più interessante di questa esperienza consiliare, perché si riconosce il bene comune tra le differenze politiche». «È accaduto, può ancora accadere, ha detto Primo Levi – citato da Michele Giardino (Gruppo Misto) -. Ecco perché conferiamo questa cittadinanza, per ricordare che non deve più succedere».

«Oggi Segre vive sotto scorta – ha preso la parola Roberto Colla (Piacenza Oltre) - ed è quindi stata privata nuovamente della sua libertà. Vogliamo essere noi la sua scorta, come ha dichiarato il sindaco di Mantova Mattia Palazzi. Sono orgoglioso che Piacenza all’unanimità conferisca la cittadinanza. Sarebbe bello vederla a Piacenza, in un Palazzo Gotico gremito di giovani, ricevere questa onorificenza». Dello stesso avviso anche il collega di Piacenza del Futuro, Gianluca Bariola, che ha espresso apprezzamento per vedere riconosciuta la Shoah da parte di tutti.

Qualche precisazione è arrivata dai banchi di Fratelli d'Italia. «L’olocausto – è l’intervento di Filippo Bertolini (Fd'I) - è una pagina drammatica dell’umanità come altri genocidi. Voto con rammarico, avrei preferito farlo in un clima più disteso e sereno, senza che la senatrice fosse sotto scorsa per colpa di qualche imbecille. Consiglio comunale-17Da uomo di destra avrei portato Segre in tutte le città per testimoniare la sua esperienza, ma non l’avrei mai esposta alla gogna mediatica per una strumentalizzazione politica. Speriamo che nessuno abbia mai pensato qua dentro che il centrodestra non fosse d’accordo, sarebbe stato più giusto interpellarci dal principio». «Non c’è imbarazzo da parte di Fd’I nel votare – ha sottolineato il capogruppo Giancarlo Migli -, però a nessuno di noi è stato chiesto di sottoscrivere la mozione. Forse non ne eravamo degni, comunque con la sola autoreferenzialità l’opposizione non sarebbe andata lontana, visto che è necessario il voto di due terzi dell’aula. Ma siamo più interessati all’obiettivo, per questo come avvenuto a Ferrara, il sindaco ha fatto sua la proposta che ora votiamo». L'intervento di Migli ha suscitato la reazione del capogruppo del Pd Stefano Cugini: «Allora ringraziamo tutti, tranne Migli. Speriamo che nessuno esca dall'aula al momento del voto».

«Dobbiamo tenere sveglia la memoria – ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia Sergio Pecorara - e non abbassare la guardia». «Sarebbe veramente importante – ha proposto Massimo Trespidi (Liberi) - attribuire la cittadinanza nell’occasione delle celebrazioni della Giornata della Memoria del 27 gennaio. Avrebbe una rilevanza particolare, in un Paese che ha bisogno di tenere viva la memoria storica, che non è scontata, nel passaggio di generazione in generazione». «La Lega vota convintamente, nessuno vuole che tornino gli anni ‘40», ha detto ancora il capogruppo del Carroccio Carlo Segalini.

L'ultima parola ancora per il sindaco Barbieri, poco prima del voto unanime dell'aula. «Le polemiche lasciamole fuori, nessuno deve mancare di rispetto alla senatrice. Avanzeremo la richiesta di averla in città, ma ha già dichiarato in alcune interviste che accoglie volentieri le cittadinanze, ma fisicamente non se la sente di essere celebrata».

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