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Bando Periferie, il Consiglio: «I comuni con i progetti pronti devono poter ottenere i finanziamenti»

Sì bipartisan e quasi unanime di Palazzo Mercanti (non ha partecipato al voto solo il Movimento 5 Stelle) a una risoluzione che chiede di rivedere a Roma il rinvio dei finanziamenti per i comuni che hanno pronti i progetti a breve. Ok sofferto della Lega che si allinea al resto della sua maggioranza dopo un confronto serrato

Il Consiglio comunale ha detto la sua sul Bando Periferie. Il taglio da 1,6 miliardi di euro ai comuni – che avevano ottenuto quei soldi dai governi Renzi-Gentiloni per riqualificare alcune zone urbane dei comuni capoluoghi di provincia – è stato votato al Senato in agosto durante gli emendamenti al Milleproroghe. Di mezzo c’è finita Piacenza, che attendeva 8 milioni di euro da Roma, a cui si aggiungevano 2,7 milioni di euro di investimenti privati (1,5 milioni provenienti dalla società Terrepadane). Il Consiglio (e il sindaco Patrizia Barbieri) ha preso posizione nella serata del 24 settembre, dopo due documenti presentati: una mozione del Pd e una risoluzione di Tommaso Foti e Gian Carlo Migli (Fratelli d’Italia). La risoluzione di Fd’I è stata votata quasi all’unanimità (non ha dato parere positivo solo il Movimento 5 Stelle) e chiedeva di esprimere, da parte della Giunta e del Consiglio, la necessità di permettere l’ottenimento dei finanziamenti del Bando ai comuni che presentano i progetti esecutivi entro il 31 dicembre di quest’anno. Tommaso-Foti ok 2017-2

Fratelli d’Italia e Pd sono all’opposizione a livello nazionale, anche se su fronti opposti in Consiglio comunale. Nessun problema ad andare contro alle volontà del Governo Lega-5Stelle. Così come per Forza Italia e Liberali Piacentini e per altre forze civiche presenti a Palazzo Mercanti. Ben diverso il discorso per la Lega: si trova in maggioranza a Piacenza, ha quindi bisogno dei fondi del Bando per dare vita ai cantieri della Giunta Barbieri, ma si trova così a correggere la rotta di un Governo nazionale (che la vede grande protagonista) che non ha ritoccato il alcun modo quanto deliberato sul Bando Periferie. Dopo lunghi conciliaboli e discussioni tra i banchi del Carroccio, si è deciso - non senza sofferenza - di appoggiare la richiesta di Fratelli d’Italia (tranne il consigliere Nelio Pavesi, che non ha partecipato al voto) ed esprimere il dissenso del territorio verso una decisione "romana".

FRATELLI D’ITALIA E PD CHIEDONO A SINDACO E GIUNTA DI PRENDERE POSIZIONE

Tommaso Foti, che è anche parlamentare di Fratelli d’Italia, ha spiegato il suo intento. «Il mio atto sulla vicenda è scevro di valutazioni politiche, ha la sola finalità di consentire al sindaco di esprimere la posizione del Consiglio comunale. Penso che l’emendamento votato al Senato sul Bando Periferie è stato un principio giusto, ma declinato nel mondo sbagliato. Se tu comune non ti attivi per quei progetti, io Stato non ti faccio arrivare i soldi. Purtroppo sono state coinvolte tutte le richieste presentate (tra cui Piacenza), senza guardare alle condizioni. Il Comune di Piacenza non è legato ai finanziamenti privati, che possono essere slegati e indipendenti, come invece qualcuno ripete da 25 giorni». «Noi di Fd’I non polemizziamo politicamente. Si è detto a Roma nella seduta del Parlamento del 12 settembre che il Governo finanzierà in base allo stato di avanzamento dei lavori e ai progetti cantierabili. Tutti hanno riconosciuto che al principio è seguita una interpretazione sbagliata, d’altronde l’emendamento lo avevano votato tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento. La norma non dice che si posticipa tutto al 2020, ma in base allo stato di avanzamento dei progetti. Piacenza non si vede posticipata al 2020. Non era fissato il finanziamento al 2018, ma al 2019-2020, e quindi si vedrà posticipare al 2020-2021». «Non è che questa risoluzione – ha precisato Foti - dà il via al progetto di Terrepadane così com’è. Ma dice che il Comune vuole andare avanti per la sua strada. E i privati, vedendosi posticipare gli interventi, possono decidere se investire ancora o sottrarsi. E il loro intervento economico può essere anche sostituito da uno sforzo pubblico. Oggi non chiediamo di votare il progetto dell’ex Consorzio Agrario».

Anche il Pd ha presentato un suo documento: in una mozione i consiglieri Christian Fiazza, Stefano Cugini, Giulia Piroli e Giorgia Christian Fiazza-13Buscarini hanno chiesto al sindaco di prendere posizione contro «lo scippo» in corso d’opera. «Non vediamo quali possano essere gli impedimenti nei confronti di questi due documenti – ha spiegato Fiazza - che vogliono dare mandato al sindaco di esprimere la posizione del Comune di Piacenza al Governo nazionale sulla vicenda. Non vogliamo oggi fare polemiche sulla reattività e i tempi del sindaco Barbieri sulle novità del Bando Periferie. Speriamo che nessun consigliere si sia fatto influenzare da esponenti partitici più in alto di lui. In questo caso dobbiamo guardare a un’unica stella polare, il bene di Piacenza. Il Bando Periferie è una grande opportunità di recupero di aree del lungo Po e delle sue mura. Il rischio di perdere 11 milioni di euro è grave, stiamo parlando di una cifra pari a quanto spende l’assessorato ai lavori pubblici in cinque anni. Bisogna avere voglia di giocare squadra, che però non vedo in alcune creative dichiarazioni dei parlamentari della Lega. Elena Murelli e Pietro Pisani dicono al Pd di “stare sereno”, che i “soldi non ci sono mai stati”, per poi annunciare che i soldi del bando verranno dati come avanzi di bilancio ai comuni. Diciamo che il centrodestra piacentino ha due tipi di parlamentari: c’è chi rappresenta Piacenza e il territorio come Foti, e c’è chi tutte le mattine si alza e accende un cero a Matteo Salvini perché faceva il consigliere di minoranza a Podenzano (Murelli, nda) e chi stava sulla poltrona a casa mentre è arrivato dodicesimo nella lista della Lega (si riferisce a Pisani, nda)».

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