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«Il futuro della sanità e della salute piacentina non è dettato solo dagli edifici»

L'intervento di Angelo Boledi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

«Vi chiederete cosa c’entrino i mattoni con la sanità pubblica. Eppure, è nostra opinione che c’entrano! eccome! Soprattutto se ai mattoni od ai “capannoni” in senso lato, si associano costosissime macchine ed attrezzature da acquistare lasciando magari sottoutilizzate quelle esistenti, moderne ed appena acquisite a suon di euro. C’è chi a Bologna, in regione a guida Bonaccini e compagni, sembra convinto che il futuro della nostra salute dipenda soprattutto dagli edifici ospedalieri che si abbattono per poi ricostruirli, o si abbandonano per costruirne di nuovi, o si inventano nuove denominazioni di organizzazione di cura come le case della salute con muri da adattare e fondamenta da ristrutturare. Senza poi preoccuparsi, quasi mai, di quali, quanti e di che qualità occorrano i servizi per soddisfare le esigenze di cura delle persone. Si spende così un fiume di soldi dei contribuenti per realizzare strutture destinate a rimanere gusci semivuoti, intanto che i medici che erogano le cure, lasciati senza motivazione e senza merito scappano altrove. E c’è qualcuno dall’altra sponda della politica, quella di centrodestra che i cittadini qui da noi hanno votato per cambiare la situazione imposta dal Pd regionale e nazionale, compresa la parte riguardante la sanità pubblica, che invece di denunciare, contrastare e respingere l’insana politica del mattone nella sanità, si adagia ed accetta silente il ricatto. Abbiamo assistito di recente, alle corse dei nostri sindaci a Bologna per la questua col cappello in mano per poi ritornare col cappello pieno... solo di promesse! Ma quel che è peggio, ci tocca leggere sulla stampa locale i loro comunicati accomodanti ed accondiscendenti come se tutto andasse bene…madama la marchesa. Ci turba il pensiero che alcuni sindaci e politici di rilevanza locale del centrodestra credano ancora alle promesse del Pd per altro stipulate con il presidente Bonaccini, sedicente renziano doc! Se a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, ci vengono in mente patti strani come a suo tempo fu quello del Nazareno… Che oggi potremmo definire in modo meno altisonante, in quanto di interesse locale, come patto del tortellino… o del mattoncino? C’è forse qualcuno che possa smentire l’affermazione che i malati si curano coi medici, gli infermieri i tecnici di laboratorio, coi bisturi le iniezioni “accanto al letto” del malato, con le attrezzature mai lasciate ferme e non coi muri od i mattoni? Qualsiasi progetto di sanità presente e futura, buona per la salute del cittadino, prima di tutto dovrebbe indicare le pratiche di cura necessarie al comprensorio cui si riferisce, poi al personale medico e paramedico, in seguito dovrebbe valutare le attrezzature necessarie ed alla fine, ma solo alla fine valutare l’involucro o più involucri adatti a contenere il tutto. Non cadiamo quindi nel tranello ospedale nuovo sì o no, ospedale provinciale o cittadino, ospedali provinciali in rete (per noi la soluzione migliore) e chiediamoci prima di tutto: noi piacentini di cosa abbiamo bisogno per curarci? Chiediamoci infine se quelli che abbiamo eletto stanno cercando per davvero di soddisfare i nostri bisogni di salute…o soltanto i loro di bottega».

Angelo Boledi, segretario di "Secessio Plebis"

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