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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Il nuovo ospedale mette d’accordo le due correnti dei 5 Stelle

I consiglieri del Movimento 5 Stelle e il Meet Up di Rosarita Mannina criticano la sottoscrizione del protocollo per il nuovo ospedale di Piacenza

I consiglieri del Movimento 5 Stelle e il Meet Up di Rosarita Mannina criticano la sottoscrizione del protocollo per il nuovo ospedale di Piacenza

L’INTERVENTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

«Da Bologna – hanno scritto in una nota i consiglieri del Movimento 5 Stelle di Piacenza Mirta Quagliaroli, Andrea Gabbiani e Barbara Tarquini - in questi giorni sono arrivati numerosi annunci (forse sospetti in periodo pre-elettorale) sulla bonifica dell’area ex-pertite, sul complesso della Lusignani, su altre caserme; nel caso del nuovo ospedale non si possono tacere alcune considerazioni. Da Bologna, a sorpresa, offrono a Piacenza 200 milioni di euro e l’area demaniale solo per la costruzione di un nuovo ospedale, non disponibili invece per ristrutturazione o ampliamento dell’esistente. Le prime domande sono: è necessario un ospedale nuovo a Piacenza? Perché non sono disponibili per ristrutturare la struttura e ampliare i parcheggi accanto all’esistente? Per la nuova area identificata per la costruzione di un nuovo ospedale saranno sufficienti i soldi messi a disposizione? Cosa ne sarà di quello che si dismetterà? Un altro enorme quartiere vuoto in pieno centro che si aggiunge alle aree militari e ai beni demaniali dismessi che ancora non si sa come riutilizzare! E la micro economia che gravità in quell'area sull'ospedale?

Un ospedale nuovo sarebbe necessario se ci fossero problematiche molto significative e irrisolvibili.  Dall’incontro con l’assessore e l’Ausl si è evidenziato il problema del parcheggio, quindi perché non costruirne uno sopraelevato nell’attuale o reperirne in aree vicine?  Si è discusso di problemi di collegamento tra reparti, ma non sarà possibile una riorganizzazione interna?

Il nostro attuale polichirurgico insiste su un'area di 20mila mq e conteggiando anche le aree attigue all’ospedale vecchio e il parcheggio di via XXI Aprile esso insiste su un’area di circa 70mila mq.  Da un rapido conteggio l’area della Lusignani, identificata per la costruzione del nuovo, offre 85mila mq ma ci chiediamo: saranno sufficienti tenendo conto che si vanno a chiudere o dismettere le funzioni degli ospedali limitrofi? Inoltre perché costruire un ospedale nuovo con gli stessi posti letto (550) dell’esistente?

Vorremmo ricordare per non dimenticarsene le cifre che furono spese per l’attuale nosocomio, partendo dalla costruzione iniziata nel 1985. I costi di costruzione lievitarono dagli originali 23 fino a 200 miliardi delle vecchie lire (e ci furono indagini della procura sulla costruzione di quest’opera) e il polichirurgico fu pronto solo nel 1994.I lavori di adeguamento dei padiglioni dell'ospedale vecchio sono proseguiti negli anni seguenti fino al 2010 quando venne ampliato il pronto soccorso e la superficie utile passò da 1800 a 3000 mq mentre di recente sono state ampliate le sale operatorie: circa 8 milioni di euro oltre ai soldi spesi nelle palazzine dell’ospedale vecchio, ristrutturato negli ultimi anni. E dopo questo dispendio di denaro pubblico si pensa di spendere altri 200 milioni di euro per spostare tutto in periferia? Con che coraggio proprio ora che l’Ausl non passa più nemmeno i farmaci di fascia C come la tachipirina nelle case di riposo? E mentre sono messi in discussione gli ospedali della provincia, indispensabili per garantire un servizio sanitario diffuso e mirato su un territorio articolato in vallate come il nostro? La logica della “diligenza del buon padre di famiglia” è questa? Non sempre la soluzione migliore è rifare tutto, ma piuttosto è più razionale considerare che ogni singolo problema può essere risolto con una spesa accettabile».

L’INTERVENTO DEL MEETUP

«Rileviamo innanzitutto – spiega il Meet Up che intende candidare a sindaco di Piacenza Rosarita Mannina - come la poca trasparenza e partecipazione porterà sicuramente ad un ulteriore distanza tra politica e cittadini. Agenzia del Demanio, Ministero della Difesa, Regione Emilia Romagna, Comune e azienda Usl hanno approvato un protocollo d'intesa contenente "la realizzazione di un nuovo ospedale nella città di Piacenza, l'area dell'ex Pertite bonificata e restituita al Comune per diventare parco, la presenza militare razionalizzata e nuovi fondi per la riqualificazione urbana". Riguardo ai cambiamenti ed agli investimenti che questa amministrazione comunale, ormai in scadenza,intende programmare per il futuro della città, occorre maggiore serietà e partecipazione nei confronti della cittadinanza.

Ci interroghiamo sulla necessità di costruire un nuovo ospedale, quando inefficienze, disagi, lunghe attese e costi di assistenza e farmaci lievitati, sono sotto gli occhi di tutti. Per intraprendere la vera strada della razionalizzazione e della politica del buon senso, sarebbe forse il caso di utilizzare i fondi regionali per riqualificare quello esistente, invece che abbandonare il vecchio per il nuovo.

Ci interroghiamo sui costi ancora non quantificati, che ricadranno sui piacentini già oberati di tasse ricordando che è confermato il taglio di ulteriori 422 milioni al FSN. Ci interroghiamo sulla delicata questione del Parco Pertite che si vuole riconvertire a parco urbano, con attrezzature sportive, palestre ed altro quando la richiesta a gran voce e' quella di parco pubblico. Quest'ultima intenzione tra l'altro e' ampiamente espressa da un referendum cittadino e sottoscritto da un sempre maggior numero di firme raccolte grazie al Comitato Pertite.

Ci è parsa una solenne presa in giro l’incontro della Giunta con la città per la presentazione del progetto, in quanto le decisioni erano già state prese e non c’è stata alcuna possibilità di valutare eventuali modifiche. Non si capisce perché abbiano tentato di illudere le persone presenti all’incontro come se potessero avere voce in capitolo o “partecipare” realmente alle scelte della Giunta. In quell’occasione, uno degli assessori presenti affermò che la decisione era stata ulteriormente accelerata dal fatto che la Regione Emilia Romagna avrebbe posto un ultimatum, pena la perdita della “sovvenzione” da 200 milioni di euro (“adesso o mai più”, per intenderci).

Davvero abbiamo bisogno di ulteriore cementificazione sul nostro territorio? Non sarebbe ora di amministrare il bene pubblico, migliorando seriamente l’erogazione del servizio sanitario ai cittadini? E’ necessario iniziare a ridurre gli sprechi a partire dai riscaldamenti incontrollati dei locali ospedalieri, aumentare il personale, diminuire drasticamente i tempi d’attesa per visite ed esami, dotare il presidio ospedaliero di laboratori attrezzati per qualsiasi tipo di diagnostica evitando così di subappaltare a laboratori della Lombardia, riorganizzare i servizi ai degenti (distribuzione dei pasti gestita da un’azienda di Brescia).

Per quanto riguarda la necessità di aumentare il numero di posti auto nelle zone circostanti il presidio cittadino, riteniamo non possa essere una motivazione sufficiente, per abbandonare la struttura esistente. L’area individuata per la nuova costruzione presenta inoltre un’ accessibilità complicata. Praticamente tutti i cittadini dovrebbero utilizzare l’auto per raggiungere il luogo, considerato che i servizi pubblici sono decisamente scadenti. La vicinanza con il casello autostradale di Piacenza Ovest , in orari particolari della giornata, comporterebbe un ulteriore congestionamento del traffico sulla via Emilia Pavese (problema annoso per i residenti della frazione di S.Antonio) , per non parlare di inquinamento atmosferico ed acustico. Si legge che il nuovo presidio potrebbe essere realizzato senza cementificare un centimetro quadrato in più dell’area esistente. La notizia non è corretta, infatti il progetto stesso prevede che gli edifici si sviluppino verso l’alto mantenendo- peraltro- lo stesso numero di posti letto. Siamo in presenza di annunci da campagna elettorale e, come sempre, accade che si mettono in movimento operazioni frettolose e di bottega con promesse spesso di facciata. Ricordiamo ancora i lunghi tempi di realizzazione dell'attuale polichirurgico e le numerose varianti che hanno fatto lievitare i costi.

Trattasi di ulteriore sperpero di denaro pubblico in un sistema sanitario ormai al collasso, frutto di precise responsabilità, di scelte scellerate del governo e delle forze politiche che hanno reso sempre più difficoltoso l'accesso alle cure sanitarie, hanno appesantito gli oneri a carico dei cittadini, diminuendo quelli a carico dello Stato, e abbassato sempre più la qualità delle prestazioni garantite.
In definitiva intendiamo vigilare su una progettualità che presenta ancora aspetti non chiari e che appare oggi soltanto uno strumento di speculazione. A nostro avviso soltanto un percorso veramente partecipato e pubblicizzato potrà mettere i cittadini di Piacenza nelle condizioni di valutare l'opportunità e la bontà di una operazione che modificherà il tessuto urbano di una buona parte di città con tutte le conseguenze relative alla mobilità ed all'inquinamento». 

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