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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il Pd locale: «Molti gestori accolgono i profughi per profitto, ecco i nostri suggerimenti al Governo»

Un documento degli amministratori locali del Partito Democratico verrà discusso in direzione provinciale per sensibilizzare il Governo e la Regione a rivedere il sistema di accoglienza dei profughi. «In alcuni casi è solo assistenzialismo, si pensa al profitto del gestore e non c'è qualità»

Un documento elaborato dal Pd Piacentino che suggerisce al Governo una serie di misure da attuare nell’accoglienza e nella gestione dei profughi. I democratici piacentini provano a farsi sentire a livello nazionale: per farlo stanno discutendo una serie di richieste emerse da un confronto aperto tra gli amministratori locali del partito che attualmente ha in mano il capoluogo, la Provincia, e una buona fetta dei comuni del territorio. Nel documento il Pd chiede di proseguire nell’azione di stimolo alla Comunità Europea e internazionale affinché si contrasti il malaffare intorno all’emergenza umanitaria in corso. Soprattutto il partito chiede di dare priorità all’utilizzo di strutture statali inutilizzate per l’accoglienza – come caserme e prefetture – con operatori professionali per controllare le spese ed evitare la speculazione di gestori senza scrupoli. Oltre a questo i profughi non devono essere solamente ospitati e nutriti, ma devono poter affrontare un percorso educativo – con anche un’alfabetizzazione alla lingua italiana – di mediazione e formazione culturale, venendo a conoscenza dei diritti e dei doveri di un cittadino straniero temporaneamente ospitato in Italia. La Regione, secondo il Pd locale, dovrebbe vincolare la partecipazione ai bandi per l’accoglienza solamente a soggetti di comprovata esperienza, escludendo coloro che hanno unicamente competenze “alberghiere”, oltre a stabilire norme e sanzioni certe per il comportamento dei profughi nelle strutture. I profughi devono poter essere impiegati in attività socialmente utili e, qualora i gestori evidenzino difficoltà, i bandi devono poter essere revocati. Tutto questo con una intensificazione dei controlli nelle strutture.

«Al tavolo degli enti locali degli amministratori Pd – ha detto Gian Luigi Molinari, consigliere regionale -  poniamo l’attenzione su un tema etico e organizzativo relativo alla questione profughi. Il Pd sostiene la necessità di far valere tutti i principi relativi all’accoglienza: c’è un mondo esterno in difficoltà che vive guerre e problemi. Ma c’è un problema organizzativo di gestione dell’emergenza in Italia, se questa è lasciata alla pura improvvisazione. Questo sistema organizzato rischia di esplodere e provocare tensioni sociali, già cavalcate da chi vuole creare problemi politici e far vivere a tutto il Paese una situazione catastrofica. Vogliamo approvare questo documento al tavolo degli enti locali e portarlo alla prossima direzione provinciale del mese di giugno per poi sensibilizzare il nostro partito a livello nazionale. Cercheremo di far arrivare questa voce a tutti i livelli. Sono semplicemente i nostri suggerimenti, diciamo ciò che non va dell’attuale sistema».

La prima a sollevare la questione profughi – arrivando anche alla ribalta nazionale - è stata il sindaco di Gragnano Patrizia Calza. «Siamo propositivi – ha rilevato -,  non ci limitiamo a semplici affermazioni sull’accoglienza e non facciamo il gioco del populismo. Condivido l’azione del governo che salva le vite umane e lavora per non far ricadere solo sul nostro Paese tutta la responsabilità. L’accoglienza non deve essere falsa: molti gestori la fanno per profitto. L’accoglienza deve essere educante, i profughi devono sapersi inserire nella società al termine del percorso». Calza chiede un coinvolgimento maggiore nei confronti dell’ospitato, che deve uscire «migliore dal percorso rispetto a quando è entrato». «Talvolta peggiora invece, perché sta in totale inattività e gode di tutto l’assistenzialismo possibile. È bene che la gente sappia che non è colpa dei sindaci questa situazione. Il Comune non si può rifiutare di ospitare i profughi gestiti da un privato, non dipende mai da noi».

«Non c’è niente di nuovo – ha sottolineato l’assessore al welfare di Piacenza Stefano Cugini - questo documento è coerente con quanto abbiamo sostenuto in città dove abbiamo cercato rigore nelle nostre attività. Non ci sono corsie preferenziali per queste persone. Rigetto anche l’idea che il Pd stia ora parlando alla pancia del Paese. Rileviamo che c’è un’accoglienza non di qualità, assolutamente inaccettabile: si pensa solo all’aspetto alberghiero, che diventa assistenzialismo. Ci vogliono controlli e sanzioni: il caso dei profughi di Vernasca è emblematico. Possiamo anche ritirare il bando alle strutture, non solo ai profughi, se ci sono problemi». Attualmente sono ospitati nel Piacentino 567 profughi, di cui 188 nel capoluogo. «Il rischio di sovraffollamento – prosegue l’assessore - di queste strutture diventa più concreto con i nuovi sbarchi di questo periodo dell'anno. Chiederemo a prefettura e Ausl di intensificare i controlli perchè ci vuole un’accoglienza di qualità. Se stiamo in sei in uno sgabuzzino è normale che dopo qualche ora ci scanniamo. Ci vuole un sistema preciso, dignitoso ed educante. Come amministratori dobbiamo pretendere questo». Un sistema che tiene distanti gli amministratori dalle decisioni. «Non è da escludere – commenta ancora Molinari - che possano nascere in poco tempo, se continua così la situazione, dieci Onlus di poche persone che si mettano a gestire i profughi per ottenere un profitto. Ci sono imprenditori che riscattano situazioni personali difficili grazie a questo sistema». Il Pd perciò chiede che partecipino solo soggetti di comprovata esperienza».

Qualcuno ha sollevato il sospetto che l’Asp “Città di Piacenza” – che attualmente sta vivendo un periodo di risanamento dopo aver maturato un disavanzo di 1,6 milioni di euro – stia arrivando in pareggio grazie alla gestione dei profughi nel territorio del Comune di Piacenza. «Nel piano di sviluppo di Asp – prova a replicare Cugini - sono contabilizzati i presunti incassi della gestione profughi, ma smentisco che si ricerchi il guadagno per questo aspetto. Ci sarà un “mezzo segno più” contabile, che non vale la pena per lo sforzo organizzativo che viene messo in campo. Stiamo tentando questa impresa per dare più qualità nella gestione e prevenire eventuali situazioni problematiche. I conti della gestione profughi non erano neanche nel piano di Sviluppo di Asp».

Il documento completo

DOCUMENTO PD SUL TEMA PROFUGHI-2

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