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«Il voto in Emilia Romagna manderà a casa il Governo»

Cena di auguri della Lega. L’economista Borghi: «Siamo determinati e stiamo in mezzo alla gente. Dal Mes favori a Francia e Germania». Il deputato Ue Zanni: «Abbattere un sistema di clientele che non ha portato benessere». Pisani: «Sinistra ammuffita». Murelli: «Il centrosinistra solo tasse e poltrone»

Le elezioni regionali in Emilia Romagna - 26 gennaio - hanno un indubbio significato nazionale. Scalzare il centrosinistra dal Governo della Regione, significa dare un colpo mortale all’esecutivo giallofucsia guidato da Giuseppe Conte. Ne sono convinti i leader che, la sera del 6 dicembre, erano ospiti alla affollata cena (oltre 200 persone) degli auguri della Lega, a Pontenure.

L’economista Claudio Borghi e l’europarlamentare Marco Zanni hanno spiegato perché l’Emilia Romagna sia così importante e come il Governo faccia tutto, meno che gli interessi dei cittadini. A partire dalle traballanti gestioni di Alitalia, ex Ilva e, soprattutto, Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Secondo Borghi «la differenza la fa la determinazione. Se si vince in Emilia Romagna questi qui vanno a casa. Oggi manca la responsabilità. Non è mai colpa di nessuno. Tasse sulla plastica e sulle auto aziendali. Che cosa hanno partorito dopo ore di riunione? Di spostarle a luglio…». Sul Mes, definito «fondo ammazza stati», Borghi ha detto che «nessuno ne avrebbe dovuto sapere nulla. Se ne è discusso in una stanzetta. Un meccanismo a favore, come al solito, di Francia e Germania, che vorrebbero sbranarci. Il premier è una persona pessima, che mente. Per fortuna, la Lega li ha smascherati e costretti a spiegare».

Tornando alle regionali, Gianluca Vinci, segretario della Lega Emilia, ha scandito che «noi abbiamo scelto una candidata che ha dimostrato fedeltà, coerenza e capacità, perché una volta vinto non vogliamo fare come il Pd e dimenticarci di quello che abbiamo promesso agli emiliani-romagnoli, ma vogliamo che ci sia una governatrice in grado di mantenere le proprie promesse e di portare avanti, anche contro gli uffici e la magistratura, il nostro programma. Non siamo qui per vincere l’Emilia ed intascarcela, ma per far ripartire una Regione che oggi funziona bene, al 60 per cento, ma che noi vogliamo far funzionare al 90 se non al 100 per cento».

Per Zanni, la regione «non è più la roccaforte rossa. A Piacenza, ad esempio, la Lega dilaga. Lavoriamo sempre sul territorio, nelle piazze, e parliamo con i cittadini, le imprese, gli agricoltori. La gente è stanca del Pd, del partito dell’inciucio che non ha portato benessere». L’unico modo per provare a vincere, il centrosinistra lo ha «mantenendo un sistema di clientele decennale. Ma oggi la gente non si fa più ingannare.  Il Pd governa con le tasse. Basti pensare alla plastic tax che avrò un impatto negativo proprio su alcuni distretti produttivi della regione».

Oltre al commissario provinciale Corrado Pozzi («non ci facciamo impaurire né dalle accuse e dagli insulti quotidiani né dai sondaggi») hanno preso la parola i parlamentari piacentini, Elena Murelli e Pietro Pisani. Il senatore Pisani ha suonato la carica: «Torniamo protagonisti nella nostra terra. Questa sinistra ammuffita non sa più governare. Vogliamo governare senza clientele, senza interessi, senza casi Bibbiano, senza le cooperative create dal Pci che aprono e poi falliscono perché male amministrate».

La deputata Murelli, infine, ha ricordato l’impegno dei parlamentari per stare vicini ai cittadini e ascoltare le loro esigenze: «A Roma affrontiamo i problemi di tutti i giorni, ma per risolverli non basta una legge perché i decreti attuativi vengono messe con ritardo oppure i ministeri emanano regolamenti che complicano ancora di più la vita di cittadini e imprese. E questo Governo di tasse e poltrone è contro i cittadini, è a favore delle banche e dei loro amici in Europa».

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