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“L’Altra Emilia-Romagna” corre da sola: «No all’autonomia della regione»

La lista di sinistra si presenta con Stefano Lugli candidato alla presidenza regionale. I candidati piacentini: Andrea Tagliaferri, Maura Cesena, Marco Tamborlani e Margherita Labbe

Corre da sola alle prossime Elezioni Regionali la lista “L’altra Emilia-Romagna”, con Stefano Lugli candidato alla presidenza. I quattro candidati piacentini si sono presentati nei locali della coop Infrangibile di via Alessandria: Andrea Tagliaferri (33 anni, barista, Piacenza), Maura Cesena (68, pensionata, Piacenza), Marco Tamborlani (62, pensionato di Gossolengo, ex operaio metalmeccanico ed ex sindacalista), Margherita Labbe (54, insegnante all’Accademia di Belle Arti di Brera, di Monticelli).

«La lista L’Altra Emilia Romagna – spiega Tagliaferri - è in contrapposizione alle liste di Bonaccini e Borgonzoni, le reputiamo banalmente simili se non uguali come programma economico e politiche sociali. Il nostro principale tema è il “no” all’autonomia differenziata per le regioni del Nord. Riteniamo che questa forma di autonomia non influisca positivamente, ma serve semplicemente ad allontanare tra loro le regioni del Paese. Si creerebbe una secessione, tanto voluta dalla Lega. Per questo come primo atto in Regione interromperemo questo percorso. Siamo l’unica lista che si dichiara contro. Nessuno ha detto “no”l'altra Emilia-Romagna-2 all’autonomia, al sogno originario della Lega. Siamo qua per rendere l’Emilia-Romagna ancora più efficiente, riteniamo che ci siano molte cose da migliorare, soprattutto sui servizi alla persona».

«Condivido tutto il programma – spiega Cesena - ma rappresento soprattutto l’area ambientalista della compagine. Faccio parte dei comitati per l’ambiente cittadini, contro l’inceneritore, orti di via Campesio, via Morigi, Legambiente. Sappiamo che come consumo di suolo la regione è purtroppo protagonista. Ci occuperemo senz’altro dell’ambiente, ci tengo alla città che vive grosse emergenze ambientali che poi provocano l’aumento di tumori. Rappresento anche il Gap, il gruppo di acquisto solidale: l’obiettivo è costruire reti sociali di aiuto, per risposte collettive ai bisogni della popolazione. Abbiamo un dentista sociale, la spesa popolare: sono aumentati gli iscritti a tutte le nostre attività».

«Ho aderito a questa lista – interviene Tamborlani - perché più rappresenta i bisogni e le istanze delle fasce più deboli. Anche io vedendo i programmi delle due liste principali non vedo differenze, soprattutto sul lavoro. Questa regione ha visto incrementare il Pil notevolmente rispetto al Paese, però le condizioni dei lavoratori sono peggiorate, ci sono più precari. La crisi sta ancora mordendo, vi sono molte vertenze aperte. La Regione dovrebbe sostenere i lavoratori senza reddito, soprattutto quelli delle piccole imprese che non hanno ammortizzatori sociali. Vogliamo favorire il lavoro a tempo indeterminato: un nuovo patto del lavoro che riesca ad individuare quelle aziende che meritano contributi fiscali perché stabilizzano i giovani. La riforma Fornero ha spaccato le generazioni, perché gli anziani sono rimasti a lavorare di più e i giovani non riescono a lavorare, e se entrano lo fanno con contratti precari». Tra i temi caldeggiati da Tamborlani, anche la sicurezza sul lavoro. «Troppi incidenti mortali nel nostro territorio provinciale. Servono più controlli dell’ispettorato al lavoro e più corsi per i giovani».

È concentrata soprattutto sulla scuola, la docente di Monticelli Margherita Labbe. «La nostra lista – spiega la candidata - è in contrasto con la spinta l'altra Emilia-Romagna-2autonomista di Bonaccini. Vogliamo una scuola statale, laica, pluralista e nazionale. La regione non deve concedere contributi alle scuole private. Intanto gli asili nido pubblici non garantiscono l’accesso a tutti i bambini. A Piacenza ne abbiamo 5 pubblici, 10 convenzionati e 5 privati. La fascia da 3-6 anni dall’assessorato “politiche sociali” dovrebbe passare alle “politiche scolastiche”. Abrogare i finanziamenti a tutte le scuole private, per dirottarli sulle strutture pubbliche. E bisogna aumentare i posti per il tempo pieno, cancellato dagli ultimi Governi, ma molto di sostegno per le famiglie». Nel programma anche assegni di studio per tutti gli universitari che non ce la fanno a sostenere le spese. «Servono riduzioni per loro sui trasporti pubblici e mense gratuite negli atenei. La Regione deve finanziare anche progetti di ricerca, oltre che ridare risorse economiche per l’edilizia scolastica. Nel mio comune, Monticelli, la scuola media è ancora lesionata e si è in ritardo nel dare una risposta. Gli studenti sono ancora tutti nell’edificio della scuola elementare».

Sul perché della candidatura autonoma e in contrapposizione con quella di “Potere al Popolo”, risponde Tagliaferri. «C’è più esperienza in L’altra Emilia-Romagna rispetto a Potere al Popolo, con cui condividiamo molto del programma. Sono compagni e compagne generosi, ma peccano di esperienza politica istituzionale. Non c’è stato accordo su una lista comune, ma non ci facciamo la guerra». Due parole anche sul voto utile dato al centrosinistra di Bonaccini piuttosto che alla sinistra. «Non esiste questa riflessione, si continua a premiare in questo modo un centrosinistra liberista che non aiuta i ceti più deboli della società. Il voto che ferma la destra è quello alla nostra lista, che si oppone fermamente a queste politiche liberiste». Infine, un commento su Fratelli d’Italia. «Stupisce sentire da Tommaso Foti - conclude Tagliaferri - la proposta della commissione antimafia in regione, noi l’avevamo proposto molto tempo prima. Stupisce perché viene da chi ha scelto Giuseppe Caruso come presidente del Consiglio comunale. Per questo avevamo chiesto una commissione speciale di controllo sulla mafia anche in Consiglio a Piacenza».

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