L'opinione | Il Pd ha ancora una speranza: la Giunta Barbieri
Dopo quasi un anno e mezzo di amministrazione Barbieri ci si trova con un rimpastucolo di giunta. Due assessori dimissionari e uno sfiduciato. Deleghe vacanti e scranni ancora caldi in vista dell'inverno pronti ad ospitare gli ennesimi "culi" ansiosi di sedersi a cavallo del potere. Di certo in campagna elettorale il clima era ben diverso: si respirava da subito aria di vittoria, si sentivano voci e giudizi positivi su colei che sarebbe poi diventata sindaco dopo 15 anni di egemonia del Pd. Tutto avveniva grazie alle "renziate" al governo e grazie alla carenza di un candidato Dem forte, massiccio e deciso. Reggi regalava (a caro prezzo) fari e caserme dal suo ufficio al Demanio, KT in Regione e purtroppo il cinghiale Agostino, punta di diamante di un attacco strepitoso, sarebbe caduto a breve sotto i colpi del nemico. Per cui Rizzi c'era, e Rizzi veniva sacrificato sull'altare della sconfitta... Però, quando la vittoria del centrodestra è arrivata, e i giochi sono stati fatti, all'interno di Palazzo Mercanti entravano pochi volti nuovi, pochissimi, ma di certo, ancora oggi, si vedono i soliti dinosauri politici e si respira nell'aria quell'odore dell'armadio della nonna, dove a farla da padrone è e resta la buona vecchia e cara naftalina.
Come accade nell'oscuro castello, dove si avverte la presenza del solito spirito che nella notte si insinua spaventando i sudditi, per far capire chi era, chi è e sarà ancora il padrone di casa. Nuovi assessori, ma pur sempre vecchi volti, sono stati nominati, e prenderanno posto arroccandosi, attendendo il nemico che tra qualche anno si ripresenterà. E forse proprio allora, almeno a livello locale, assisteremo alla resurrezione del Pd. Oggi dire che si cambia tutto per non cambiare niente è errato, ma pensare che si cambierà poco per cambiare ancora meno rimane l'unica visione futura per questa vecchia, stantia politica.
Un lettore