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«La cancellazione dei voucher non sta creando alcun vuoto»

Il segretario della Cgil Gianluca Zilocchi continua la campagna referendaria: «Non siamo contro il lavoro occasionale, sbaglia chi dice che senza i voucher si sta creando un vuoto»

«Vogliamo tranquillizzare l’opinione pubblica e rispondere alle tante speculazioni politiche che sentiamo. A fronte dell’abrogazione del decreto sui voucher, non è assolutamente vero che c’è un vuoto normativo che impedisce di far lavorare le persone». Gianluca Zilocchi, segretario provinciale della Cgil, interviene nel dibattito sul referendum abrogativo su voucher e appalti, che molto probabilmente non si svolgerà il prossimo 28 maggio, come annunciato. «Siamo in attesa che il Senato venga convocato nei prossimi giorni per trasformare il decreto abrogativo in legge, come risposta al milione e 300mila di persone che hanno chiesto il Referendum. Fino a che questo passaggio non viene ben definito, continuiamo con la nostra campagna referendaria».

La campagna continua tanto che a Roma si terrà una grande manifestazione nazionale a Roma domenica 6 maggio. «Siamo stato costretti di fronte alle denunce di milioni di lavoratori – prosegue Zilocchi -, che hanno visto diminuire le tutele, a mobilitarci e raccogliere le firme necessarie per indire un Referendum. Ci sono stati governi che hanno ritenuto il sindacato un ostacolo. Siamo stati costretti a obbligare, tramite il Referendum, la politica a parlare di lavoro». Due i quesiti abrogativi previsti dal Referendum, «ma c’era una parte propositiva». «È sbagliato dire – ha precisato Zilocchi - che vogliamo creare il “vuoto” in Italia. Abbiamo pensato a una proposta di legge con 97 articoli, in cui si aggiorna lo statuto dei diritti dei lavoratori».

Zilocchi ha parlato anche della situazione piacentina. «Dai dati di Piacenza si comprende che nel 2016 sono stati venduti 862mila voucher, quando nel 2015 furono 682.440 nel 2015 e nel 2014 472mila. Per il lavoro domestico sono solo 21mila, 29mila per manifestazioni sportive e culturali. Mentre 400mila, ovvero la metà, sono attività “non classificate”. Le imprese hanno utilizzato in maniera massiccia questo strumento: c’è stata un’esplosione del loro utilizzo quando si è aperto lo strumento a mondi diversi. È una menzogna dire che creiamo il vuoto».

La proposta della Cgil è la seguente. «Ci vuole un limite di 2500 euro di retribuzione annua, con un massimo di 40 giornate di lavoro. Noi al lavoro occasionale siamo favorevoli, grazie al nostro Referendum se ne parla. Abbiamo però 47 forme diverse di lavoro in Italia, pretese dalle imprese. Chi dice che non ha strumenti per gestire il lavoro occasionale, mente. Ci sono strumenti, se si sta nelle regole, corretti. Chi ha picchi di produttività stagionali può ricorre a contratti a termine. E poi sappiamo per certo che tanti lavoratori con i voucher, accanto a questo strumento, ricevevano una parte in nero dal proprio datore di lavoro. Ci sono tanti imprenditori che con i voucher hanno risparmiato e basta». In questi giorni è in discussione in Parlamento il testo unico degli appalti. «Finché non otterremo un nuovo statuto e una nuova carta dei diritti universali del lavoro - in cui definiamo le nostre proposte sul lavoro subordinato occasionale con il limite dei 40 giorni e dei 2500 euro - non ci fermeremo».

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