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«La commissione elette garantisce anche alle fasce deboli di integrarsi»

Intervento di Gloria Zanardi (Pdl) sulla commissione delle elette con critica al Movimento 5 Stelle che propone l'abolizione: «E' prevista dal regolamento comunale, ha raggiunto risultati importanti ed è necessaria»

«Premetto che, da un punto di vista più generale, non condivido il modus operandi dei grillini. Ricordo che durante il primo Consiglio Comunale decisero addirittura di non intervenire perché superiori alle sterili polemiche e disinteressati alla visibilità. Mi chiedo ora se non sia contraddittorio rimanere in silenzio a Palazzo Mercanti per poi infarcire le pagine dei quotidiani locali con comunicati stampa». Gloria Zanardi, membro del Coordinamento cittadino del Pdl, interviene in merito al comunicato stampa e alle dichiarazioni rilasciate dai Consiglieri Comunali del Movimento 5 stelle riguardo l'abolizione della commissione delle elette.

«Per quanto riguarda, invece, la commissione delle elette - afferma in una nota - mi permetto di invitare i Consiglieri Comunali 5 stelle ad informarsi in merito all'attività svolta e ai risultati raggiunti, negli anni scorsi, da questa istituzione tanto contestata, nel periodo in cui non sedevano ancora sulle poltrone del Consiglio e non potevano ancora erigersi a paladini della demagogia. A mio parere, la commissione elette viene ritenuta aprioristicamente e sgarbatamente “inutile” solo perché ha una denominazione - “pari opportunità” - in relazione alla quale è facile lasciarsi trasportare da infelici commenti». 

«Vorrei precisare - sottolinea - che la tutela delle pari opportunità non deve essere intesa come “lotta del genere femminile”, ma come politica atta a garantire che i cittadini appartenenti a tutte le categorie socialmente deboli possano integrarsi e vivere nella comunità senza discriminazioni e distinzioni ingiustificate, eliminando attivamente gli ostacoli che si frappongono a questo obbiettivo. Forse alcuni sottovalutano l'importanza dell'esistenza di organi specificamente istituiti a tale scopo. Tra l'altro, i grillini vorrebbero proporsi in modo innovativo, ma, in verità, ripresentano argomenti, come questi, triti e ritriti». 

«Ricordo, inoltre - prosegue - che è l'art. 17 del Regolamento Comunale che prevede l'istituzione della commissione delle elette. Non credo nemmeno che la commissione comporti una grande spesa per il Comune di Piacenza, soprattutto a fronte di ben altri sprechi dell'Amministrazione Comunale (vedi ricorso al Consiglio di Stato per il “caso Colosimo”). Mi sorge anche il dubbio che l'iniziativa di istituire una commissione Garanzia e Controllo (al posto di quella delle elette) la cui presidenza, per statuto, è attribuita alla minoranza, possa nascere dall'aspirazione da parte dei grillini di dirigerla». 

«Perdonatemi - conclude - è solo un sospetto, forse sono influenzata dalla vicenda “Giovanni Favia”, consigliere grillino regionale Emilia Romagna, che dopo avere aspramente qualificato come inutile e “spreco” una commissione istituita in Regione, ne è diventato presidente e ha cambiato improvvisamente idea. Tornando a noi, una commissione di sole donne, appartenenti a schieramenti contrapposti, che riescono a collaborare e raggiungere risultati importanti fa sempre un po' intimorire. Questo sdegno e questa battaglia contro l'eliminazione di un organo di sole donne è la prova tangibile che la commissione è necessaria». 

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