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La Giunta Barbieri istituisce la commissione dedicata al contrasto delle mafie

Caruso e la targhetta della discordia: il presidente Garilli intenzionato a rimuoverla dopo la proposta di “correzione” del Pd. Il vicesindaco Baio vara una commissione dedicata al contrasto e alla prevenzione delle mafie

La targhetta – posta nell’atrio del Comune di Piacenza al primo piano – che reca l’elenco dei presidenti del Consiglio comunale, verrà “ritoccata”. Al nome di Giuseppe Caruso, presidente dell’aula dal luglio 2017 al giugno 2019, verrà aggiunta – su indicazione del Partito Democratico – la dicitura: “sospeso dalla carica con provvedimento prefettizio del 28 giugno 2019”.

Ma questo solo quando arriverà la sentenza definitiva sui fatti che lo vedono protagonista al processo “Grimilde”. Il Consiglio lo ha deciso con voto quasi unanime (astenuto Luigi Rabuffi di Piacenza in Comune, non hanno partecipato al voto Antonio Levoni dei Liberali Piacentini e Michele Giardino del Misto) dopo l’ennesimo scontro dialettico sulla vicenda Caruso tra maggioranza e opposizione.

Il Partito Democratico aveva presentato la sua proposta - motivata in aula dal capogruppo Stefano Cugini - chiedendo di correggere immediatamente la targa. Da Fratelli d’Italia sono pervenuti due emendamenti che modificavano la mozione in alcuni aspetti formali. «I fatti contestati a Caruso – ha ribadito inizialmente il vicesindaco Elena Baio - si sono svolti prima dell’avvento di questa Amministrazione. E la ‘ndrangheta non è mai entrata in Comune, non lo diciamo noi, ma chi si è occupato dell’indagine a Bologna. Nessuno qui vuole mettere delle pietra sopra, ma la Legge ci dice che l’imputato non è da considerare colpevole fino al terzo grado di giudizio. Quello che potevamo fare, lo abbiamo fatto. Ci siamo costituiti parte civile al processo. La situazione non è ancora stata cristallizzata, ci è impossibile oggi riportare una nuova dicitura nella targa».

«Il caso Caruso – ha preso la parola Sara Soresi di Fratelli d’Italia - è un pugno nello stomaco comunque, per Fd’I, per il centrodestra, anche per il resto dell’aula. Per il Pd questa vicenda è però come un argomento a scelta per uno studente un po’ impreparato durante l’interrogazione: viene tirata fuori spesso quando non si sa cosa dire. I fatti sono stati compiuti in precedenza. Le sue dimissioni da presidente sono arrivate prima della sospensione della prefettura, quindi la dicitura indicata dal Pd non avrebbe senso. Fd’I però non si nasconde dietro a un dito, i fatti accaduti sono gravi. Perciò siamo favorevoli alla mozione, con le opportune modifiche contenute in alcuni emendamenti già pronti». Come, ad esempio, di andare a modificare la targa soltanto nel momento in cui Caruso passerà in giudicato.

Il dibattito si è fatto acceso con diverse schermaglie. La vicenda divide da tempo maggioranza e opposizione. Il presidente Davide Garilli ha ricordato che si tratterebbe comunque di una targhetta autocelebrativa senza alcun valore, voluta dal suo predecessore Elena Baio-14Ernesto Carini nel 2009. «Fosse per me - ha detto Garilli - toglierei le viti e le metterei in un cassetto, è inutile. Non ho bisogno di vedere il mio nome all’ingresso del Comune». «Stiamo discutendo cosa scrivere su una targa illegittima – ha fatto notare Michele Giardino (Misto) -. Garilli la faccia rimuovere domani mattina dagli operai del Comune». «C’è stata un’apertura, un gesto di responsabilità di Fratelli d’Italia – ha detto al riguardo il sindaco Patrizia Barbieri - guardiamola con favore. Siamo parti lese, vorrei un voto unitario. Esorto verso questo tipo di soluzione». «La vicenda giudiziaria di Caruso sarà lunga – ha fatto notare Nicola Domeneghetti (Fd’I) - non è stato ancora condannato, per noi basta l’aver preso un caffè con certa gente per una valutazione politica, ma la condanna non c’è».

Stando a quanto deciso dall’aula, la targa verrà corretta solo nel momento in cui finirà la vicenda giudiziaria di Caruso, fra molto tempo. Proprio questa situazione sembrerebbe spingere lo stesso presidente Garilli a far rimuovere al più presto la targa, togliendo così dall’impasse e dall’imbarazzo tutti.

Ma il vicesindaco Baio ha informato i consiglieri di una importante novità. Il Comune di Piacenza avrà la sua commissione permanente dedicata alla “prevenzione e al contrasto delle mafie e della corruzione”. Notizia che ha lasciato di sasso la minoranza, che da mesi chiedeva una commissione antimafia. «Ho il morale a terra – ha espresso Roberto Colla (Pc Oltre) - per i rapporti che ci sono qua dentro. Da mesi e mesi chiediamo una commissione speciale dedicata all’antimafia, non abbiamo mai ricevuto una risposta dall’Amministrazione, e ora la Giunta ne istituisce una permanente senza neanche farcelo sapere».

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