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«La Lega è diventata un clan di assaltatori di poltrone e affari»

Il "sospeso" Angelo Boledi e altri otto militanti lasciano la Lega Nord con una lettera aperta a Matteo Salvini. «Non ci sentiamo più rappresentati da un partito di condannati, poltronai e starlette»

«Vogliamo noi, oggi, salutarti con questo grido tanto caro ai pistolero dei western all’italiana che, sappiamo, ti piace usare nei confronti di chi, come noi, più o meno delusi, più o meno traditi, più o meno amareggiati e più o meno schifati lasciamo il movimento Lega Nord. Ce ne andiamo per sempre, chi come me dopo 21 anni, chi dopo 18 anni e chi dopo “solo” qualche anno, sempre e solo di impegno e di onesta militanza. Sbattendo la porta perché nel movimento guidato da te e dai tuoi “amici” e compari non ci sentiamo più rappresentati. Ci sembrerebbe di ingannare la gente, di tradire la buona fede dei semplici cittadini imboniti con tante parole, ma traditi nei fatti. Nella Lega in Emilia, si è verificata una situazione che è diventata per noi ormai intollerabile. Un gruppo di militanti in carriera, cacciatori di poltrone più o meno decaduti, più o meno rampanti, alcuni con avviso di garanzia, altri con condanne penali passate in giudicato, si sono buttati famelici, in vista delle elezioni amministrative, sul 28% ed oltre di consensi che la Lega di Piacenza con la direzione provinciale, guidata dal Segretario Pietro Pisani, era riuscita a conquistare negli ultimi tempi (fino a settembre 2016) col suo lavoro, la sua onestà e la sua rettitudine con la sua squadra alla quale mi onoravo di appartenere.

L’ assalto alla diligenza, in occasione delle elezioni amministrative di Piacenza poi cominciò e, ci risulta, sostenuta e coperta dal Segretario nazionale. Il quale a sua volta ed a nostro avviso, punterebbe ben più in alto, fino alle camere di quella “Roma Ladrona “ tanto vituperata, quanto amata dai leghisti e leghiste rampanti in carriera. Con un colpo di mano i protagonisti piacentini dell’odierno assalto alla diligenza, erano riusciti a farlo eleggere e ora probabilmente ne raccolgono la benevolenza. Anche il segretario federale Matteo Salvini, allertato da mesi e messo perfettamente al corrente della situazione in più e più occasioni, invece di intervenire drasticamente, ha avuto modo di dichiarare in presenza di più testimoni , domenica 9 ottobre 2016 a Pieve Porto Morone, “io a Castel San Giovanni, Piacenza tengo un amico, lo sapete”. E’ forse per questo che non ha mosso un dito per risolvere la situazione, anche se l’”amico” sta dalla parte degli assaltatori. E forse gli fa comodo così, in quanto alcuni amici dei suoi amici rappresentano i “Poteri Forti” di Piacenza. Perché non si sa mai che, in periodo di vacche magre a via Bellerio, non possa da loro arrivare qualche “aiutino” in campagna elettorale, come a volte si usa in politica. Salvo poi passare a chiedere il conto l’indomani delle elezioni.

Negli ultimi mesi sono stati messi in condizioni di uscire dal movimento un gruppo di giovani che col loro lavoro intelligente ed incessante, iniziato più di due anni fa, avevano contribuito a far diventare la Lega il primo partito di tutta la provincia. Come se ciò non bastasse l’azione di demolizione della Segretaria Provinciale Pisani proseguiva con la richiesta di sospensione poi attuata di 10 mesi del militante e padre fondatore Maloberti, seguita a breve dalla richiesta di espulsione del militante Boledi, io che scrivo questa lettera, poi tramutata in mesi sei di sospensione. La segretaria nazionale di Reggio presieduta dal Segretario Nazionale Lega nord Emilia e con l’aiuto dell’accusatrice fatta giungere appositamente in sala consigliare a Reggio Emilia da Castel San Giovanni, nel corso di un processo sommario a mo’ di santa inquisizione, a cui sono stato con grande umiliazione sottoposto, mi ha giudicato reo di aver raccolto più di 16.000 firme a difesa dell’ospedale di Castello. Ma soprattutto per aver chiesto ed ottenuto da un consigliere di opposizione, Carlo Capelli, di presentare una mozione al consiglio comunale di Castello contenente la semplice richiesta di ripristino del cardiologo e del radiologo h24 (poi votata all’unanimità da maggioranza ed opposizione). Il fatto avvenne però, perché la consigliere ed assessore leghista, che essendo stata convocata in un primo tempo , in mia presenza davanti al sindaco, aveva dimostrato tutto il suo interesse ed approvazione , condivise anche dalla Sindaco, improvvisamente ed inspiegabilmente si rifiutò qualche giorno dopo, non facendosi più trovare neanche al telefono. Trasgredendo apertamente un regolamento interno della Lega che prevede da parte degli eletti, l’esecuzione delle direttive politiche della segreteria comunale. Forse si era rifiutata di compierla per non contrariare la sua Sindaco, anche se la mozione non era contro alla giunta perché chiedeva semplicemente di sollecitare la Direzione Sanitaria per il ripristino di due servizi tagliati. Ma ciò che più mi risulta inspiegabile, addirittura Kafkiano è che Matteo Salvini, perfettamente a conoscenza della situazione di Castello, intanto che il Gotha leghista valutava la richiesta della mia espulsione , firmava anche lui a Pieve Porto Morone il 9 ottobre 2016 sul modulo a sostegno del Comitato di cui lo stesso Boledi è presidente. E poi, ancora altri giorni di sospensione ad altri due militanti, sempre vicini alla direzione Pisani, naturalmente. Soltanto per aver cliccato un “mi piace” sotto un post dei giovani dimissionati che reclamavano una lega non assoggettata ai poteri forti, ma con suo dovere costitutivo di stare vicina alla gente e soltanto con la gente. Dei due, uno è uscito come noi dal movimento e l’altra, è stata graziata per irregolarità nell’inoltro della domanda agli organi superiori in via Bellerio. Chi come noi è entrato in lega per la gente, al servizio della gente, per i cittadini, senza interessi personali o di carriera, compresi anche tutti i militanti mai toccati da inique ed improponibili sanzioni qui sotto firmatari, è disorientato e confuso e non si riconosce più in un movimento del “tengo famiglia” (da mantenere?...), al punto di reputare la propria uscita da questo movimento, tanto decaduto, per noi non più LEGA NORD, l’unica soluzione possibile. Certa lega dei “poltronai” delle “starlette”, degli “avvisati” dei condannati in giudicato la lasciamo a voi alle famiglie dei Clan, noi cercheremo di fare del bene alla nostra gente altrove perché’ qui non si può più stare! buona fortuna, buone poltrone e buoni affari! Adios!».

Angelo Boledi, Giuliano Prest, Antonella Tosca, Paolo Panella, Alice Tosca, Maura Edini, Carlo Boledi, Maria Angela Croci, Sonia Bernini.

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