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La Lega Nord a Ghizzoni: «L’Euro è la nostra rovina»

La replica del Carroccio all’intervento del piacentino Federico Ghizzoni. «Analisi molto deludente, Ghizzoni difende i suoi interessi»

"L'analisi di Ghizzoni sull'euro è molto deludente, il solito intruglio di frasi fatte e terrorismo psicologico a cui i 'gendarmi' del libero mercato (in assenza di libertà del cambio) ci hanno purtroppo abituato in questi ultimi anni. Ghizzoni dichiara, innanzitutto, che "l'euro è irreversibile": queste parole faranno sicuramente contento Draghi ma dimostrano come la sua posizione sia del tutto ideologica, perchè con un minimo di razionalità e di conoscenza storica scoprirebbe che negli ultimi 150 anni sono numerosissimi i casi di cambi bloccati non andati a buon fine, partendo dall'impero austro-ungarico per arrivare fino al cambio fisso che teneva legato il Peso argentino al Dollaro americano,  con nel mezzo alcuni sistemi valutari che hanno riguardato anche il nostro paese come il Gold Standard, Bretton Woods e lo SME-ECU, tutti ovviamente falliti dopo svariate promesse di durata eterna. E se l'euro è veramente "irreversibile", perchè la settimana scorsa il ministro tedesco dell'economia Schaeuble ha chiesto alla Grecia di decidere in maniera definitiva se rimanerci oppure uscirne? Inoltre l'AD di Unicredit ha dichiarato che è anche grazie all'euro, a Draghi ed alla BCE se le banche come la sua hanno ora denaro liquido da poter prestare a tassi bassissimi. E questo è vero, il grosso problema però è che è sostanzialmente inutile: infatti come mai l'accesso al credito per cittadini ed imprese non si sta tramutando in concessioni vere e proprie?

La spiegazione è molto semplice: l'Italia e l'Eurozona tutta vivono un periodo storico di conclamata crisi di domanda, a cui però, non si capisce se per deliberata malafede o per abissale ignoranza delle istituzioni, per provare a rimediare si sta continuando ad agire sul lato dell'offerta tra tassi a zero e/o negativi, Quantitative Easing e Jobs-Act. L'ormai famoso spread, seppur in questo caso sia corretto affermare che tutti i meriti della sua discesa rispetto ai bund tedeschi siano di Draghi (e quindi non di Monti, Letta o Renzi), è oggi ai minimi dallo scoppio della crisi, ma il tasso Euribor è sugli stessi livelli di quando lo spread era sopra quota 500, come ad esempio nel luglio 2012, in pieno governo Monti e prima del famoso "whatever it takes" del governatore della BCE. La realtà è che il modo in cui la crisi dell'euro è stata gestita ci ha portato a vivere in questo mondo di eccesso enorme di liquidità, di tassi bassi e/o negativi, di deflazione salariale e di inflazione negativa, ma questo "fantastico" mondo ci sta tenendo col fiato sospeso sull'andamento dello spread invece che sull'economia reale, ciò che poi influenza realmente la vita dei cittadini.

Purtroppo gli indici macroeconomici parlano chiaro: si va dal -9% di PIL perso in 7 anni al PIL pro-capite tornato addirittura ai livelli pre-euro, dall'indice di povertà raddoppiato alla nostra capacità industriale andato in fumo, da un mercato immobiliare letteralmente disintegrato (nel 2014 è crollato ai livelli di fine anni '80, fonte "Osservatorio Immobiliare") ad un livello di disoccupazione mai così alto in tempo di pace (e non dal 1977 come erroneamente riportano quasi tutte le principali testate giornalistiche: in quell'anno infatti iniziarono le rilevazioni trimestrali dell'Istat, ma la disoccupazione era inferiore al 7%, praticamente la metà di quella odierna). Ghizzoni è ovviamente impegnato a difendere i suoi interessi e quelli del mondo finanziario a cui appartiene, che però è bene ricordare non essere il mondo che difende gli interessi del popolo comune. L'euro è la salvezza della banche, e quindi anche dei banchieri, che, grazie alla BCE, possono salvarsi con i soldi pubblici. Non è di certo la salvezza dei cittadini. Una domanda molto semplice: la stragrande maggioranza degli italiani viveva meglio 15 anni fa con la "piccola Liretta" oppure adesso con il "solido e stabile" euro?".

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