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La Lega Nord chiede le dimissioni dell’assessore regionale alla sanità

Attacco della Lega Nord all'assessore alla Sanità Stefano Venturi: «Se Bonaccini voleva dare un giro di vite al sistema sanitario regionale, doveva mettere a guida dell'assessorato una figura esterna alle Ausl»

«Non possiamo accettare una vergogna del genere. Se davvero Bonaccini voleva dare un giro di vite al sistema sanitario regionale introducendo finalmente quella riforma che si attende da troppo tempo, doveva mettere alla guida dell’assessorato una figura esterna. Non un dipendente di una delle Ausl che fanno capo allo stesso sistema che dovrebbe cambiare e che, per di più, continua a percepire il trattamento economico proprio da quella Ausl».

Così i consiglieri regionali del Carroccio, Alan Fabbri, Daniele Marchetti e Stefano Bargi tornano a puntare l’accento sulla vicenda dell’assessore Venturi che ha deciso di rinunciare all’indennità da assessore optando per  il mantenimento del trattamento economico in godimento presso l’ente di appartenenza».«Riteniamo assolutamente inaccettabile – attaccano i consiglieri del Carroccio - che Bonaccini prima annunci di volere razionalizzare e ridurre i costi nel settore sanitario e poi non solo permetta a Venturi di mantenere lo stipendio dell’Ausl di Modena perché più alto, ma di fatto lo giustifichi. E’ evidente che siamo di fronte ad un chiaro conflitto d’interesse».

«Tutto previsto dalla normativa, per carità, ma forse poco opportuno. Se Bonaccini voleva cambiare veramente le cose, per l’Assessorato alla sanità doveva scegliere una persona esterna a qualsiasi Azienda sanitaria. Per questo presenteremo immediatamente un question time per capire da Bonaccini quale sia la sua posizione in proposito e depositeremo una mozione di sfiducia nei confronti dell’Assessore Venturi perché non possiamo accettare una vergogna del genere».

Foti (Fratelli d’Italia): «Tagliare indennità anche ai manager regional, oltre che ai politici»

«Che l’assessore Venturi si sia avvalso di una legge dello Stato nel momento in cui ha optato per la maggiore delle indennità tra quella stabilita dalla Regione per l’incarico di assessore e quella propria della sua attività, non vuole dire assolutamente nulla. Il problema è altro, a tacere dell’opportunità: in nome di un populismo d’accatto si vieta ai politici di poter fare i manager, mentre i manager quando vanno a fare i lavori dei politici pretendono di mantenere i loro dorati emolumenti». Lo afferma Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in Regione Emilia-Romagna.

«Pensavamo che, quando ha accettato di ricoprire il ruolo di assessore regionale, il dottor Venturi avesse deciso di rompere con il suo passato di manager: invece – continua la nota del consigliere regionale di FdI-AN – quando si tratta di soldi, allora tutte le belle parole che la società civile spende per denunciare i costi immorali della politica si disperdono nel vento». «Ciò detto, ad una domanda il neo moralizzatore Bonaccini - conclude Foti – deve dare risposta: non è forse il caso di iniziare a tagliare le indennità dei manager regionali, atteso che, come i fatti dimostrano, percepiscono indennità molto superiori a quelle dei politici, che, per contro, se le tagliano?».

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