La riconversione dell’attuale ospedale: le possibili destinazioni
Vincolati i corpi più antichi, il polichirurgico si può utilizzare in parte per servizi sanitari o abbattere, ma impossibile da alienare
Lo studio di pre-fattibilità redatto da Ausl di Piacenza e consegnato alla Regione Emilia-Romagna e al Comune di Piacenza ha preso in considerazione anche la possibile destinazione e riconversione dell’attuale ospedale cittadino. Sull’area – già oggetto di un concorso di idee promosso da Confindustria Piacenza – pesano però alcuni vincoli. I due corpi più antichi (l’ex monastero Olivetano e Santa Maria della Campagna) sono completamente vincolati per volumi e spazi, e «non potranno che essere oggetto di una progettazione congiunta con il Comune per una destinazione museale o analoga». Esistono poi delle aree parzialmente vincolate (solo per volume), e cioè l’attuale sede della direzione generale dell’Ausl, il laboratorio analisi, il padiglione della Neurologia, il padiglione delle medicine e il corpo 4: «anche per queste aree sarò opportuna una progettazione congiunta con il Comune per una riconversione residenziale di pregio o commerciale». Tra le aree non vincolate risultano l’attuale sede di villa Speranza e il blocco che include la camera mortuaria che «potranno essere oggetto di una riconversione residenziale di pregio o commerciale, sempre congiuntamente con il Comune».
Infine, il Polichirurgico, è anch’esso tra le aree non vincolate. L’Ausl, nel documento, ipotizza anche due possibilità di riconversione proprio per questo importante immobile. Una parte potrebbe essere utilizzata per ospitare servizi sanitari, socio-sanitari e sociali. Oppure abbatterlo e liberare il territorio urbanizzato. La riconversione dell’immobile per fini residenziali o attività commerciali – è la considerazione che si legge nel documento -, «non è tra le ipotesi poiché le caratteristiche strutturali del polichirurgico richiederebbero un investimento per la riconversione tale da rendere la successiva alienazione non economica».