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«La sala riunioni della Lega Nord è un ring per pugili»

L’ex leghista Vincenzo Zanelletti: «Il tandem Pozzi-Vinci è riuscito a distruggere il gruppo di lavoro del Carroccio. La Lega in questo momento non si sa gestire»

«Sono ormai all'ordine del giorno le “botte” in casa della Lega Nord di Piacenza – scrive l’ex militante Vincenzo Zanelletti - tanto che probabilmente nella sala riunioni dovrebbe prendere posto il classico ring per pugili: infatti più  che un partito, da cui ci si aspetterebbero soluzioni alle problematiche della gente, sembra di aver a che fare con un romanzetto a puntate per bambini un poco in là con gli anni. L'ultima puntata l'ha sparata il dottor Corrado Pozzi, che insieme ad altri cinque, chiedono le dimissioni al segretario provinciale della Lega Pietro Pisani, “reo”, secondo loro, di aver fallito l'elezione di qualche rappresentante della Lega in quel palazzo di via Garibaldi, sede di un ente a detta di tutti “inutile”.

Per chiarezza bisogna specificare che sul territorio Pozzi è il diretto superiore di Pisani, per cui la responsabilità di ciò che accade è soprattutto di quello di grado superiore che, in questo caso, o non sapeva che ci fossero le elezioni in Provincia - cosa parecchio allarmante per l'incarico ricoperto - o è dotato di quel menefreghismo “protetto” un domani dallo scaricabarile, sport alla moda e di larga diffusione fra nominati, eletti, votati e politicanti. Fantastico che Pozzi, invece di andare a scoprire, chi dei grandi elettori Lega ha lasciato in bianco la scheda o ancor peggio ha votato un altro partito, cerchi di crocifiggere un subalterno che certamente non ha il potere di vedere attraverso la scatola cranica dei vari “giuda” che pare siano manco in grado di riconoscere il proprio simbolo. A dover di cronaca c'è da dire che i grossi guai interni della lega sono proprio cominciati dopo le elezioni del segretario regionale - nazionale per la lega - Gian Luca Vinci di Reggio Emilia ed inaspritisi dal seguente incarico di vicesegretario dato a Corrado Pozzi, ai quali forse non piaceva il lavoro svolto a Piacenza ma che  aveva fruttato circa un notevole 25% di consensi elettorali.  Significativo è che il tandem Vinci-Pozzi in circa due mesi riuscì a distruggere il gruppo di lavoro creato da Pisani, un gruppo che con ogni condizione meteorologica aveva distribuito volantini, raccolto firme, fatto banchetti, chiacchierato con la gente, creata una visibilità invidiata perfino dall'organizzatissima sinistra. Pisani aveva creato un organismo perfetto, fatto soprattutto di giovani che attraevano coetanei divisi in gruppi dedicati per materie inerenti le problematiche della gente. Questi giovani avevano progettato, discusso e soprattutto informato attraverso il giornale locale: prova è che in un anno gli articoli avevano superato di gran lungo le relazioni settimanali sul consiglio comunale.

Purtroppo a questo mondo esistono i “dasconsa-mnestra” un termine usato dalle nostre nonne che rappresenta perfettamente la meticolosità di  coloro che tentano di pulire dal sugo gli spaghetti uno alla volta, un lavoro paziente di cui, però, non si riesce a capirne il senso, la logica o l'utilità.  Risultato è che da oltre sei mesi di manifestazioni, banchetti, volantini, simboli in strada e gente che raccoglie informazioni fra la gente non c'è stata più traccia. I ragazzi dei gruppi di lavoro, quelli che erano lì anche per imparare, se ne sono andati disgustati dai nuovi professori che in barba a statuti e regole fanno e disfano a piacimento creando quel ripetuto caos quotidiano sotto gli occhi di tutti. Probabilmente sarà l'invidia per Pisani  (costruttore serio ed intraprendente) che ha innescato la rissa; fatto sta che la Lega Nord si è ridotta a parlare attraverso la bocca di Salvini solo di immigrazione, distruggendo sindaci leghisti di città come Padova, Verona e Varese dove di sicuro anche là sono sbarcati i “dasconsa-mnestra”. C'è da  chiedersi se Salvini ha capito bene che cosa sta succedendo, visto che appare chiara l'incapacità del nuovo modo di gestire. Allarmante per la gente è prendere la decisione di continuare a vedere la Lega come difensore degli interessi del popolo, quando i fatti dimostrano che non è nemmeno in grado di gestire se stessa».  



 

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