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«Le istituzioni stanno con gli indagati del Centro Islamico e non con chi ha denunciato»

Foti: «E' un controsenso che le istituzioni si schierino al fianco di coloro che sono indagati e non trovino un momento di ascolto per chi invece ha svelato alcuni arcani riguardo la contabilità del Centro Islamico di via Caorsana, senza la loro iniziativa non saremmo venuti a conoscenza di questa situazione»

«E' un controsenso che le istituzioni si schierino al fianco di coloro che sono indagati e non trovino un momento di ascolto per chi invece ha svelato alcuni arcani riguardo la contabilità del Centro Islamico di via Caorsana, senza la loro iniziativa non saremmo venuti a conoscenza di questa situazione». A dirlo in aula durante la seduta del 1 agosto il consigliere comunale di Fratelli d'italia, Tommaso Foti.  Foti si riferisce all'iscrizione di quattro persone, ai vertici della Comunità Islamica, nel registro degli indagati, come atto dovuto, con l'ipotesi di accusa di appropriazione indebita aggravata e continuata. IlPiacenza ne aveva dato notizia in esclusiva il 19 luglio. L’apertura dell’inchiesta arrivava dopo l'esposto che un gruppo di soci ed ex soci dell'associazione aveva presentato nel marzo 2016, alla procura della Repubblica, sulla gestione economica, secondo loro, non trasparente. All'esposto sarebbero stati allegati tutti i documenti «che proverebbero come cospicui fondi provenienti dal Qatar dal 2010 al 2014 siano poi stati girati, almeno in parte, e con bonifici senza causale, ad altri centri», aveva sostenuto il gruppo di quelli che ormai vengono chiamati “dissidenti”, in una conferenza stampa il 15 aprile 2016. Le indagini condotte dal Nucleo Informativo dei carabinieri di Piacenza sono coordinate del sostituto procuratore Roberto Fontana. «Aldilà delle legittime scelte vi è stata negli ultimi tempi una fortissima apertura nei confronti dei responsabili del Centro di via Caorsana, è un'apertura che cozza con quanto sta succedendo al suo interno. Come è noto e indipendentemente dalla vicende giudiziarie che pendono - continua - questa Comunità ha cambiato lo statuto e poi ha dato via ad alcune espulsioni. Queste due azioni sono andate a colpire esclusivamente quelle persone che avevano avanzato forti riserve circa l'utilizzo di alcuni fondi per la realizzazione della struttura finanziata dal Qatar». «Voi, sindaco e amministrazione, avete ricevuto il 24 maggio scorso, in pompa magna i principi e gli sceicchi del Qatar (alla cena di gala in via Caorsana avevano partecipato il sindaco, il prefetto e le massime cariche militari, civili ed economiche del nostro territorio, ndr), proprio il 31 luglio il presidente francese ha proposto una moratoria per evitare i finanziamenti dallo stato del Qatar, ritenendo doveroso che invece la trasparenza dei fondi debba appartenere alla comunità sul territorio senza intromissioni esterne. E' facile che in questo giro di milioni di euro, qualche gruppo jihadista possa essere avvantaggiato in qualche modo. Bene le aperture, ma apriamo a coloro i quali vogliono aprirsi e non a quelli che vogliono custodire gelosamente i segreti delle situazioni finanziarie che li interessano, indipendentemente dalle vicende giudiziarie», conclude il consigliere. 

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