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Lega Nord, silenzio dopo l'assemblea. Pisani replica duro a Bergonzi (Pd)

Bocche cucite dopo l'assemblea di Park Hotel. Sul tavolo polemiche e dimissioni sospette. Pisani: "Bergonzi pensi al suo "non-partito""

Bocche cucite dal Carroccio piacentino dopo l'assemblea del fine settimana al Park Hotel. Elisa Malacalza, in un articolo per Libertà, parla di una situazione "in divenire". Sul piedistallo vi sono state sicuramente le recenti vicende del partito, con le dimissioni "poco limpide" (secondo gli avversari politici) dell'ex assessore provinciale alla Protezione civile Davide Allegri e l'entrata in Consiglio di Giampalo Maloberti, indagato per una vicenda di multe sulle quote latte.

LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA - Secondo quanto appreso dal quotidiano di via Benedettine, da via Trieste si paventerebbe "l'attesa di colpi di scena". L'"ala critica" del partito avrebbe richiesto con forza chiarimenti sui recenti episodi nel mirino, avendo in risposta dalla direzione parziali ma rassicuranti spiegazioni. Nessuno dei militanti che ha partecipato all'assemblea si è sbottonato sui contenuti del meeting, fedeli, per una volta, alla vecchia regola dei "panni sporchi lavati i casa". L'aria da quiete prima della tempesta, però, è papabile.

"CARROCCIO INVIDIATO" - Nel frattempo, Pietro Pisani, segrerario provinciale del Carroccio, non le ha mandate a dire al capogruppo in Consiglio provinciale del Pd Marco Bergonzi: “Siamo portati a supporre che il capogruppo del Pd in consiglio provinciale Marco Bergonzi non abbia niente da fare se perde tempo a guardare in casa d'altri, dimostrando di ignorare dinamiche ed equilibri di un movimento politico vero come la Lega Nord, che certo differisce dal suo non-partito. E forse proprio perché alle spalle di Bergonzi c'è il partito del niente che l'esponente Pd getta l'occhio, non senza una malcelata invidia, al Carroccio”.

"BERGONZI GUARDI IN CASA PROPRIA" - Bergonzi (Pd), all'indomani dell'assemblea al Park Hotel del Carroccio, accusa il movimento di essere “arroccato su se stesso” e di “mancare di rispetto ai militanti, considerandoli come distributori di polenta”. "Sembra - continua Pisani - che Bergonzi muoia dalla voglia di partecipare ai nostri gazebo e alle nostre polentate, le stesse che critica pur rendendosi conto che sono il segno, tangibile e concreto, di una presenza tra la gente che il suo partito si sogna. Così ci guarda da lontano e con fare da professorino discetta di dinamiche che gli sono assolutamente estranee. Da un capogruppo, sinceramente, ci aspetteremmo qualcosa di più e prese di posizione di un tenore ben più elevato. Discutere sul niente sarà cosa assai cara al Partito democratico, ma non rientra nelle logiche di un movimento concreto e pragmatico come il nostro. Se Bergonzi ritrovasse un po' di lucidità politica, potrebbe attingere all'esperienza (dimenticata) di quel Pci che – tra mille limiti e difetti – aveva capito che l'unico modo di far politica è quello di stare tra la gente e di ascoltarne le istanze. Tempi andati per il suo novello Pd, bravissimo a parlare, incapace di ascoltare”.

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