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Lega Nord: «Basta con l’impunità, pronta una mozione di sfiducia per Alfano»

Il dibattito del convegno di San Nicolò, a cui ha partecipato l'onorevole Nicola Molteni, che si è confrontato anche con Andrea Tagliaferri (Pd): «Cartellino rosso al prefetto e il ministro dell'Interno si dimetta»

Una sicurezza tutta da ripensare e da rifare, grazie a leggi che dicano basta alla impunità diffusa dei delinquenti, che diano più mezzi e poteri alle Forze dell’ordine, chiusura delle prefetture enti inutili e costosi non più in grado di coordinare le politiche di sicurezza dei cittadini sul territorio. Vanno ripristinate anche le pattuglie miste, con l’esercito che affianca le Forze dell’ordine e i cittadini devono potersi organizzare per controllare il territorio e avvertire le Forze dell’ordine, i cittadini devono potersi difendere (ed è pronto un progetto di legge per la difesa personale all’interno delle proprie abitazioni). Una sicurezza che non deve essere più nelle mani «del peggior ministro dell’Interno di sempre, il ministro dell’immigrazione», Angelino Alfano per il quale la Lega voterà una mozione di sfiducia. Sono i temi principali trattati venerdì sera in un incontro pubblico organizzato da Carroccio a San Nicolò.

Al tavolo il deputato leghista Nicola Molteni (commissione Giustizia) e il consigliere comunale del Pd, Andrea Tagliaferri. A portare i saluti anche il deputato Guido Guidesi, i consiglieri regionali Fabio Rainieri e Matteo Rancan. La serata è stata aperta dal segretario provinciale, Pietro Pisani, il quale ha sottolineato la gradita presenza di alcuni rappresentanti dei sindacati di polizia invitati all’incontro. Molteni è partito subito all’attacco definendo la prefettura «una inutile longa manu del governo sui territori, distanti dai cittadini. Era meglio chiudere loro che la Province. Alfano, poi, è pericoloso e dannoso. Presto voteremo una sfiducia verso questo ministro dell’immigrazione. In Italia oggi serve meno accoglienza e più sicurezza, perché un popolo che non è sicuro è meno libero». L’arrivo indiscriminato di immigrati, con la certezza che fra loro vi siano criminali e terroristi, ha generato da noi «un business illegale. Triton e Mare nostrum sono due facce dello stesso fallimento. Alfano ha cancellato il reato di clandestinità - presenti invece in tutta Europa e nel mondo - e ha azzerato il fondo per i rimpatri. Su 13 Cie ne ha chiusi otto. E così è nato il business della falsa accoglienza gestito da cooperative di ogni colore, da associazioni di volontari, senza obbligo di bilancio. Un esempio è Mafia capitale dove abbiamo visto anche il ministro Poletti andare a cena con chi è poi stato arrestato perché gestiva questo malaffare sulla pelle degli immigrati e con denaro pubblico».

Tutto questo, ha affermato Molteni, «non ce lo possiamo più permettere. Tra disoccupati e famiglie alla soglia della povertà ci sono 10 milioni di cittadini in difficoltà». Tagliaferri (Pd) ha definito lo scenario «condivisibile» e ha sostenuto «che serve un maggior coordinamento, a livello cittadino, per definire i compiti anche della Polizia municipale che va integrata nella sicurezza. Servono proposte. E’ chiaro che la gestione dell’immigrazione dall’Africa fa nascere un business. Ma questo è un problema europeo. La UE va ripensato, oggi è solo un poltronificio per i politici locali». Applausi per il consigliere Pd quando ha ritenuto «da bocciare» l’operato di Alfano. «Come vedete - ha chiosato Molteni - il Pd locale è lontano dal Pd in Parlamento, distante anni luce dai cittadini». Tagliaferri ha poi sottolineato il numero preoccupante di furti e reati contro le persone a Piacenza aumentato di sei volte «senza una proposta innovativa per arginarlo», la carenza di uomini in questura e il futuro delle questure con l’abolizione delle Province che potrebbe far declassare a commissariato la questura piacentina. Quando poi un prefetto suggerisce ai cittadini inferriate e allarmi per difendersi dai predatori «è il peggio che un rappresentante del governo possa dire. Cartellino rosso. Abolire le prefetture? Ne possiamo parlare». Nuovi applausi. Molteni ha ricordato che Maroni, al vertice del Viminale, «aveva dato molto potere ai sindaci per garantire la scurezza, anche attraverso le ordinanze contro il degrado, ma tutto questo è stato spazzato via dalla sinistra. Oggi le Forze dell’ordine lavorano con difficoltà, non ci sono leggi che li tutelano. I magistrati, se sbagliano non pagano, ed era meglio chiudere le prefetture piuttosto che le Province». Tagliaferri, però, ha criticato la Lega «quando Maroni tolse 100 milioni di euro alla polizia per istituire le ronde. Un errore». Al termine, due sindacalisti di polizia - Ciro Passavanti, segretario Sap e Sandro Chiaravalloti, segretario Siap - hanno posto diverse domande a Molteni, a partire dai tagli previsti di 250 presìdi di polizia sul territorio, dalla carenza di personale - dal bisogno di una nuova formazione e professionalità dei poliziotti - e di politiche di rilancio del settore a cui manca un progetto complessivo.

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