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Lega Nord, «Il Pd che giustifica la débacle è imbarazzante»

Il segretario provinciale Pisani: «L’astensionismo è una sconfitta per tutti, non siamo come il Pd che snobba con saccenza il fatto. Sono abituati a sentirsi legittimati da numeri che non esistono»

«Il Pd ha una gran faccia tosta a gridare al successo. Tra Emilia Romagna e Calabria ha perso 769.336 voti. Bonaccini deve fare i conti con un calo di affluenza del 30 per cento, dopo cinque anni di governo Pd. E’ legittimato da un solo elettore su cinque. Non misurarsi con queste cifre, per chi fa politica (e si confronta col voto popolare) vuol dire avere le fette di salame sugli occhi». Così il presidente della Lega Emilia Pietro Pisani risponde a “quell’anonimo saccente del Pd”, che – in una nota – contesta che si indichi Bonaccini come uno “pseudo-presidente” o un “presidente dimezzato”, visto il dettaglio del risultato elettorale.

«Oltre i numeri – precisa Pisani –, noi pensiamo che l’astensione sia una sconfitta per tutti, a differenza del Pd che snobba con saccenza la sua debacle elettorale. Se ai democratici basta il voto dei familiari per sentirsi legittimati facciano pure, ma la democrazia passa anche attraverso la lucida presa di coscienza dei fatti. A noi pare che – da Renzi a Bonaccini – non vogliano rendersi conto della realtà. E la realtà, per il Pd, ha anche il volto oscuro di cinque consiglieri indagati e ricandidati, di imbarazzanti sex toys acquistati con soldi pubblici e di un milione di euro di soldi dei
cittadini assegnati da Errani alla cooperativa del fratello, motivo della sua condanna, motivo delle ultime elezioni anticipate. A proposito: oggi il Pd in Provincia si gloria di aver trovato un milione di euro: c’è da augurarsi che non prenda esempio dal compagno Errani per assegnarne la destinazione».

«Quanto alle autonomie, Samoggia è stata una fusione passata con il “no” di due comuni su cinque. Una fusione, almeno per questi due municipi, imposta. Anche in quel caso con una partecipazione tanto scarsa quanto imbarazzante, ma il Pd è abituato a sentirsi legittimato da numeri che non esistono. E oggi il partito democratico promette una mancetta – attinta dai soldi dei cittadini – ai sindaci allineati che si adeguano alla sua volontà accentratrice. Mossa per noi aberrante. Per noi la democrazia regina è quella diretta, che tiene conto dell’opinione dei lettori (in Scozia il no ha vinto, ma la forza del sì ha spinto il governo a concedere nuovi e ampi spazi di autonomia) e che parte da un diritto fondamentale dei cittadini: scegliersi la migliore forma di autogoverno. Noi vogliamo che i cittadini siano padroni a casa loro e non abbiamo paura ad ascoltarli e a prendere atto del loro voto, il Pd preferisce decidere per i cittadini e, magari, lasciare che nell’assegnazione di contributi e case popolari vengano prima immigrati e clandestini». 

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