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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nitrati, Gazzola (Idv): «Il mondo agricolo non cerchi scorciatoie»

Luigi Gazzola, consigliere provinciale Idv e candidato di Rivoluzione Civile interviene sulla "questione nitrati" con una nota: «Il mondo agricolo non cerchi scorciatoie»

Luigi Gazzola, consigliere provinciale IdV e candidato di Rivoluzione Civile interviene sulla "questione nitrati" con un comunicato:

«La direttiva comunitaria 676/91 è il riferimento normativo per la protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole ed indica come Zone Vulnerabili ai Nitrati le aree particolarmente esposte al rischio di inquinamento a causa del rilascio di composti azotati nel terreno. Oltre la soglia dei 50 milligrammi per litro di nitrati, l’acqua non è più potabile e diventa cancerogena. Uno studio europeo del 2011 classificava Piacenza al terzo posto fra le città italiane con la più alta concentrazione di nitrati. Una recente indagine Arpa sui dati 2012 segnala come particolarmente allarmante la situazione in alcune zone della nostra provincia: Alseno, Borgonovo, Castel San Giovanni, Sarmato e San Giorgio, vicino alla città San Bonico e Pittolo. Scegliendo di non dare applicazione alle norme presenti nel Decreto Sviluppo - che consentono lo spandimento nel terreno di 340 kg di composti azotati per ettaro (ben oltre i 170 kg annui per ettaro consentiti dalla direttiva europea), equiparando inoltre per un anno le Zone Vulnerabili ai Nitrati a quelle non vulnerabili – la Regione Emilia Romagna con apprezzabile buon senso ha deciso di salvaguardare la salute dei cittadini e di privilegiare l’interesse generale rispetto a quello pur legittimo ma particolare sostenuto dalle associazioni di categoria del mondo agricolo».

«Alla capofila Emilia Romagna si sono accodate altre regioni padane (Piemonte, Lombardia e Veneto) che hanno comunicato al Governo l’intenzione di non applicare le deroghe previste dal Decreto Sviluppo. In tal modo inoltre la Regione evita di essere coinvolta nell’apertura di una procedura di infrazione comunitaria, già anticipata dal Commissario europeo per l’ambiente, che porterebbe inevitabilmente alla decurtazione per le aziende emiliano romagnole dei fondi legati alla Politica Agricola Comunitaria (PAC), per un importo stimato tra i 9 e i 20 milioni di euro. Il settore agricolo produce beni alimentari, custodisce l’ambiente, crea opportunità di lavoro e deve tornare ad essere un settore strategico dell’economia nazionale senza cercare scorciatoie, senza percorrere la strada delle deroghe e delle proroghe che sono il sintomo più grave di un’economia condannata all’emergenza, lontano da una condizione di normalità per sé e per il Paese»

«Per questo sorprendono le proteste delle rappresentanze di categoria che considerano «fardello insostenibile» il rispetto di norme comunitarie, incuranti degli interessi dei propri rappresentati se si pensa ai possibili danni economici legati alla perdita di finanziamenti conseguenti ad una procedura di infrazione. Non sorprende invece che in vista della prossima campagna elettorale possa esservi chi è disposto a barattare la salute con il voto. O chi scambi il rispetto delle regole e la tutela della salute con la demonizzazione dell’agricoltura. Sembra di assistere ad un remake del film sulle quote latte dove c’era sempre qualcuno disposto a chiudere un occhio o entrambi lasciando ad altri il conto da pagare. Per il segretario provinciale della Lega non è l’agricoltura la responsabile dell’inquinamento, ci «si informasse sulle vere cause invece di fare terrorismo psicologico sui nitrati, ci si dovrebbe curare della qualità dell’aria». Johnny Stecchino inviterebbe ad occuparsi di traffico».

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