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Politica Monticelli d'Ongina

Monticelli, il sindaco Sfriso: «Non mi ricandido. Sono operaio e cercherò di trovarmi un lavoro»

La lettera aperta del primo cittadino Michele Sfriso, che non si ripresenterà alle Amministrative per il bis

«Mi rivolgo pubblicamente a tutti i cittadini del mio paese scrive in una lettera Michele Sfriso, sindaco di Monticelli - alle donne e agli uomini di Monticelli d’Ongina in vista della scadenza del mandato popolare, affidatomi cinque anni fa, come sindaco del paese.  Carissimi monticellesi, innanzitutto vorrei dirvi grazie. Vorrei ringraziarvi per come siamo riusciti ad affrontare, tutti insieme, come comunità, questi cinque anni. Non è stato un periodo “banale”.  Monticelli d’Ongina non è un’isola, anche se certe mattine il Grande Fiume può farlo pensare».

«La nostra comunità, insieme alla provincia tutta, all’Italia e all’Europa, ha dovuto fare i conti con la crisi economica più importante dal Secondo Dopoguerra. Una crisi che è arrivata da lontano, nata nel mondo della finanza, che si è abbattuta fino a qui portando via posti di lavoro, imprese e, inevitabilmente, ha messo in discussione lo “stare insieme” di tutti noi»

«Di fronte a queste difficoltà, Monticelli non si è sfaldata. Grazie allo spirito istituzionale del Consiglio Comunale tutto, maggioranza e opposizione hanno lavorato con un fine ben preciso: il bene della comunità. Se posso permettermi, io per primo che nel 2012 sono stato eletto sindaco come cassintegrato della Tamoil ho messo anima e corpo per il bene della comunità. Sulla solidarietà abbiamo fondato la storia di questo territorio, nato dalla Resistenza e dalla cooperazione di donne e uomini che attraverso il lavoro hanno fatto avanzare le condizioni di benessere. E sul futuro, permettetemi di dire che Monticelli ha fatto squadra al meglio. Il patto sociale che ci lega è forte, e questo è un onore poterlo dire da sindaco che ha cercato sempre di promuovere questo patto. Insieme si va avanti, nessuno si salva da solo».

«Questa è sempre stata la mia filosofia, politica e di vita. Come ben sapete, prima di essere scelto dai cittadini, nel 2012, per guidare l’amministrazione, ero (e sono) orgogliosamente, un operaio. Attualmente in cerca di impiego. La mia condizione è comune a tanti, troppi. Oggi, dopo cinque anni di lavoro per costruire una Monticelli in cui il bene comune venga prima di qualsiasi altra cosa, mi trovo costretto a dedicarmi in modo più assiduo alla costruzione del mio futuro. Per motivi, come è facile intuire, personali, devo declinare la richiesta che da più parti mi è stata avanzata – in primis dal Partito Democratico - di mettermi a disposizione per un secondo mandato alla guida dell’amministrazione monticellese. Tuttavia, come ormai saprete, non fa parte del mio modo di essere lasciare le cose a metà. E, infatti, né io né la maggioranza che mi ha sostenuto abbiamo intenzione di lasciare il “lavoro” a metà. L’identità di governo di una amministrazione che sta portando avanti progetti i cui frutti si vedranno anche nei prossimi anni, potrà contare sul mio appoggio e sul mio tempo. Ma non più come è stato finora, in modo totalizzante».

«Sabato 18 febbraio, ho formalizzato la mia intenzione all’assemblea del Partito Democratico di Monticelli di non ricandidarmi, ben conscio che le competenze per portare avanti un’azione amministrativa di qualità siano nel DNA della stessa maggioranza alla quale va il mio caloroso e sentito, grazie. Rimango a disposizione del partito e dell’amministrazione. Insieme, possiamo immaginare – e costruire - una Monticelli in cui nessuno venga lasciato solo». 

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