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M5S: «Cogliamo l’opportunità di destinare l’8xmille alle scuole»

Intervento dei consiglieri del Movimento 5 Stelle sulla proposta di destinare l’8xmille alle scuole piacentine, presentata in consiglio comunale lo scorso 8 settembre

«Grazie ad un emendamento – scrivono i consiglieri del Movimento 5 Stelle - del deputato Cariello del M5S all’ultima legge di stabilità approvata  il 27 dicembre scorso è possibile utilizzare parte dei fondi raccolti con l’8 per mille destinato allo Stato in interventi a favore dell’edilizia scolastica. I consiglieri del M5S ritengono che Piacenza debba cogliere quest’opportunità e nella seduta del consiglio comunale di lunedì 8 settembre hanno proposto una mozione per consentire di utilizzare una parte di quell’8 per mille per la nostra città proprio a favore dell’edilizia scolastica, facendone richiesta secondo le  modalità e le tempistiche necessarie. Precisiamo subito che la mozione è stata votata all’unanimità e la richiesta farà il proprio iter, ma proprio in consiglio comunale da diverse voci ci è stato fatto presente, non senza un certo paternalismo, quanto si tratti di “un cammino lastricato di difficoltà, che si conclude a volte in modo curiale” che “i criteri, poi, di scelta dell’otto per mille dello Stato erano strani” che ci sono corsie preferenziali non meglio precisate, modalità di perorazione diverse che danno livelli di immediatezza diversi per giungere a risultati di fatto diversi e lo dimostra la vicina Parma che con l’8 per mille è riuscita ad avere fondi importanti prima che arrivasse il M5S».

«Noi siamo – continuano Mirta Quagliaroli, Andrea Gabbiani e Barbara Tarquini - prima che consiglieri comunali, normali cittadini e dopo oltre due anni di attività al politichese ci siamo abituati, ma non tanto da assuefarci a questo spirito di rassegnazione, e la gattopardesca consapevolezza di chi sa che tutto cambia perchè tutto resti uguale ci mortifica oggi più di ieri. Con le parole di Piero Calamandrei ci permettiamo di ricordare a noi stessi e a tutti “Tornare a credere nello Stato perché lo Stato siamo noi. Tornare a credere nella politica per una nuova etica della politica. Tornare a credere nell’impegno perché solo con la partecipazione collettiva e solidale alla vita politica un popolo può tornare padrone di sé". Sono parole forti, folgoranti con cui dobbiamo realmente e quotidianamente confrontarci, come cittadini e come istituzioni: se come consiglieri dentro le istituzioni non ricerchiamo il cambiamento chi lo potrà fare per noi? Se dentro le istituzioni siamo i primi a non credere più che le cose possano e debbano cambiare, chi ci crederà per noi? E ancora con le parole di Calamandrei difendiamo le nostre posizioni, le nostre battaglie spesso contro i mulini a vento che fanno sorridere e storcere il naso a molti: “in politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l'essere un buon affare”. Un’ultima domanda ai colleghi consiglieri come può cambiare questo paese se chi dovrebbe agire per cambiare le cose è assuefatto, disilluso e vinto prima di provarci?  Ai colleghi consiglieri, ai cittadini e a noi stessi chiediamo non si uccide così anche la speranza?».

                                             

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