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Nasce il comitato per il Sì al Referendum: prevista la visita del ministro Boschi

Referendum costituzionale, nasce “Piacenza per il Sì”. I promotori sono il sottosegretario De Micheli e il parlamentare Bergonzi: "Presto a Piacenza il Ministro Boschi"

Nasce “Piacenza per il Sì”, il comitato elettorale che sostiene il sì al referendum costituzionale in programma nell’ottobre 2016. A promuovere l’iniziativa che, a partire dalle prossime settimane, raccoglierà adesioni su tutto il territorio piacentino e organizzerà appuntamenti di informazione dei cittadini sui contenuti della riforma costituzionale, il Sottosegretario all’Economia Paola De Micheli e il parlamentare del Partito Democratico Marco Bergonzi. 

Nel corso della prima uscita pubblica del Comitato, in programma nelle prossime settimane, è previsto l'intervento a Piacenza del Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.  Dopo l’ultimo via libera da parte della Camera dei Deputati al Disegno di legge di riforma della Costituzione, la parola spetta ora ai cittadini chiamati ad esprimersi nel referendum confermativo, previsto per ottobre: se vinceranno i Sì, entreranno in vigore dei nuovi articoli della Carta che prevedono la fine del bicameralismo perfetto, la riforma del Senato, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni e altre importanti innovazioni per rendere più snello ed efficace il processo di governo del Paese.

“L’iniziativa di costituire su tutti i territori, e quindi anche a Piacenza – spiegano De Micheli e Bergonzi – comitati a sostegno del Sì all’impianto di riforma viene in primo luogo dai parlamentari, che hanno votato a favore del provvedimento in aula, per una fondamentale ragione di responsabilità. Con il nostro sostegno alle modifiche costituzionali ci siamo assunti un impegno in prima persona e ora ci sentiamo in dovere di rendere conto della nostra scelta davanti ai cittadini”.

“’Piacenza per il Sì’ assume così una veste istituzionale – proseguono – ma l’obiettivo del comitato sarà quello di aprirsi il più possibile ai cittadini, per coinvolgere tutti e favorire così anche a Piacenza un confronto consapevole sui temi della riforma e la diffusione delle informazioni sulle novità introdotte, con le ricadute concrete sulla vita di ognuno di noi”.

“Non è vero che le riforme costituzionali sono una materia per esperti – afferma il Sottosegretario all’Economia De Micheli – e non incidono sulla vita materiale di ciascuno di noi. Se il nostro Paese è costretto a scontare uno scarto fondamentale di competitività sulla scena economica internazionale, se lo Stato non riesce a stare al passo della società, delle sue trasformazioni e dei bisogni dei cittadini, è perché non si è ancora proceduti all’opera di modernizzazione delle istituzioni, che in buona parte è contenuta nella riforma approvata dal Parlamento. 

Sono stati i padri costituenti ad indicarci la strada per introdurre le modifiche che il passare del tempo e i cambiamenti hanno reso indispensabili per la nostra Carta fondamentale, e in questi tre anni il Parlamento ha compiuto uno sforzo senza precedenti, seguendo proprio quella strada indicata con saggezza quasi 70 anni fa. Gli italiani e i piacentini hanno una grande occasione, con il loro voto, per far compiere al nostro Paese un fondamentale passo avanti”.

“Credo che l’approvazione della riforma costituzionale – aggiunge Marco Bergonzi – sia un bivio a cui siamo giunti dopo la tormentata storia degli ultimi anni. Un bivio, il cui significato va oltre il quesito del referendum di ottobre. Non possiamo dimenticare la situazione di stallo politico e istituzionale in cui ci siamo venuti a trovare all’indomani del voto del febbraio del 2013. E che la via d’uscita da quel blocco si trovò soltanto chiedendo a Giorgio Napolitano di ricandidarsi alla carica di Presidente della Repubblica, con la solenne promessa di tutto il Parlamento per arrivare finalmente ad approvare le riforme non più rinviabili del Paese. 

Dicendo sì, non facciamo torto - conclude - a quella storia ed onoriamo quell'impegno. Diciamo sì dunque a una riforma che supera il bicameralismo paritario e gli altri fattori che oggi penalizzano la piena espressione dei procedimenti decisionali: modernizziamo le istituzioni, per modernizzare l'Italia".

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